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Le ragioni della politica - dieci temi di ragionamento e di ricerca

PREMESSA

A volte si riscontra nei giovani la mancanza di passione e di interesse per la politica. Ed in ciò si ravvisa un segno preoccupante, foriero di decadenza e di involuzioni autoritarie. Altre volte si constata con rammarico come l'eccesso di passione politica nei giovani li spinga verso l'estremismo cieco, il fanatismo ideologico o il terrorismo. L'amore per la politica, dunque, appare spesso double face, malattia da combattere ed allo stesso tempo medicina per la cura.

In entrambe le posizioni c'è qualcosa di vero. Il disinteresse è quasi sempre sintomo di grettezza, di chiusura in un mondo angusto, di scarsa vivacità culturale; quasi mai si tratta di una scelta, spesso è frutto di una posizione passiva e subalterna rispetto agli altri, alla società e al mondo. Pensare che in un contesto di problemi comuni tutto debba essere fatto da solo è una forma di avarizia. Il fanatismo, d'altro canto, implica una sottovalutazione del ruolo svolto dalla libertà e dall'autonomia personale. Gli idoli del teatro ci trascinano, le ideologie ci affascinano con il loro apparire coerente e condiviso.

La soluzione del problema sta nella giusta misura. L'interesse e la passione sono la forza viva, l'energia vitale che ci spinge all'azione politica. Ma la razionalità è l'unica stella polare che può guidarci verso lidi sicuri. Non si sottolineerà mai a sufficienza la forza di quell'antica sapienza stoica che Spinoza scolpì nel motto memorabile: di fronte alle passioni umane non bisogna né ridere, né piangere, né disprezzare, ma solo capire.

Nella mia personale esperienza la passione politica apparve già nell'infanzia come rifiuto di una condizione d'esistenza povera, ai limiti della sopravvivenza, in un piccolo paese del mezzogiorno d'Italia, primitivo a livelli inimmaginabili, dove alla miseria dei tanti si contrapponeva la prepotenza e l'arroganza di pochi. Senza questi pressanti interrogativi sulle cause della miseria e dell'ignoranza, nati e sentiti sulla propria pelle, mi riesce difficile ancora oggi dare un senso alle scelte politiche compiute nel corso della vita.

Fin da subito rimasi affascinato dalle prospettive del socialismo, generalmente definito come il sole dell'avvenire. Lo studio intenso dei testi e la costante ricerca di argomentazioni mi consentirono di individuare molti punti deboli ed in particolare l'inganno del modello sovietico. Ma la volontà di credere finì per essere più forte e la via italiana al socialismo si offrì come consolante medicina.
Oggi sono convinto che un vero primato nella scala dei valori umani spetti alla libertà. E' bello immaginare la società e lo Stato come il risultato di liberi accordi tra individui maturi e responsabili, capaci di stipulare patti e di mantenere fede al loro rispetto. Ma questo è solo l'inizio di un percorso. E non si tratta neppure di un avvio scontato, dato che nella ragnatela sociale i legami non nascono solo tra persone libere e mature ed anche tra di esse non tutto è riconducibile al modello del contratto. E che ruolo gioca la violenza nella relazione tra i soggetti? Ed il legame con la propria terra e la propria etnia è solo un pregiudizio che prima o poi dovrà arrendersi al cosmopolitismo trionfante? E questi individui maturi, liberi e responsabili, riescono davvero a mettere da parte, nel laico contratto sociale, le proprie fedi religiose ed i propri interessi economici?

E così tra interessi, fedi, libertà e legame sociale si sviluppa la politica. I percorsi sono tanti, le strade dei ragionamenti a volte divergono, altre volte si incrociano. La libertà, sembra portarci dritto, dritto alle democrazia come forma politica, ma anche il nazismo è nato dalla libera scelta del popolo tedesco. Sì, libera, benché fanatica e cieca. Lo stesso pensiero socialista giunse presto davanti a bivi netti tra democrazia (che a molti sembrava minimalismo, formalismo, revisionismo) e dittatura (che a molti appariva come libertà sostanziale, positiva).

Su questi temi ho riflettuto costantemente, mettendoli al centro della mia attività didattica. Nelle lezioni che qui vengono pubblicate ho riassunto il senso di tanta parte della mia esperienza di insegnante. I programmi scolastici indicano nella diacronia delle vicende storiche un tragitto più lungo e tranquillo; qui invece ho preferito i percorsi della riflessione politica. Lo spirito è del tutto aperto e libero. Non ho certezze da comunicare. Vorrei che queste lezioni fossero un piccolo vademecum per chi sente la passione politica come spinta vitale e positiva, però non vuole farsi dominare e diventarne schiavo.

Aporetici, perciò senza conclusioni, sono i punti d'arrivo. Così deve essere, quasi socraticamente, ogni buona forma di filosofia. Ed io non ho ambizione di trasformare le persone; forse solo quella di aiutarle, quando discutono di politica, a non dire a vanvera, né a farsi accecare dal fanatismo.

Elenco testi

Introduzione

Premessa

Politica / Politico

Natura e genesi del legame sociale
Forza, potere, autorità
La violenza ed il sacro
Libertà: una, due o tre?
Teoria politica e primato della giustizia
Valori e regole della democrazia
Stato, ordinamento giuridico e politica
Miti, riti e simboli della politica
Pace e guerra

Conclusione

Bibliografia

 

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