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Premio internazionale alla Libertà
V edizione

Lech Walesa
PREMIO SPECIALE ALLA LIBERTA’

Nato nel 1943 a Popowo (Polonia). Figlio di un carpentiere, al termine degli studi professionali lavora come meccanico presso un'autofficina e, in seguito, come elettricista ai cantieri navali di Danzica. Tre anni dopo sarà fra i leader delle organizzazioni operaie negli scontri fra i lavoratori e il governo. Soffocato lo sciopero nel sangue (ottanta operai cadono sotto i colpi dei reparti antisommossa della polizia), le autorità lo arrestano accusandolo di comportamento antisociale e lo condannano ad un anno di prigione.
Tornato al lavoro, Walesa prosegue l'attività sindacale clandestina, che lo porta al licenziamento (1976). Riesce a guadagnarsi da vivere grazie a lavori saltuari e all'aiuto degli amici e, nel 1978, insieme con altri attivisti, fonda illegalmente l'associazione Sindacato Libero di Pomerania. Nel corso dell'anno seguente viene arrestato più volte con l'accusa di attività sovversiva, ma rilasciato dopo essere stato proclamato innocente in tribunale.
Rientrato ai cantieri navali di Danzica, nel 1980 partecipa all'occupazione dell'arsenale, diventando il leader dello sciopero e organizzando un “Comitato di sciopero interaziendale” che doveva costringere il governo alla trattativa e che si sarebbe trasformato, nel giro di poche settimane, nell'associazione sindacale indipendente Solidarnosc. Il crescente consenso popolare raccolto dal sindacato spinge il generale Wojciech Jaruzelski, segretario del partito comunista polacco e capo del governo, a proclamare la legge marziale (1981): Walesa viene internato per undici mesi.
Nel 1983 viene insignito del Nobel per la pace, i cui proventi servono a finanziare l'attività di Solidarnosc, ormai fuori legge (i suoi vertici sono in esilio a Bruxelles). Walesa riesce a ottenerne la riabilitazione nel 1988; l'accordo fra il sindacato e il governo prevede l'organizzazione di elezioni “semilibere” per il parlamento polacco. La consultazione elettorale (1989) vede la vittoria del movimento sindacale, mentre Walesa riesce a convincere i leader dei partiti precedentemente alleati ai comunisti a formare una nuova coalizione: sarà il primo governo non comunista del blocco sovietico. Nel 1990 viene eletto presidente: grazie alla sua azione la Polonia si incammina verso la democrazia e l'economia di mercato. Mantiene la carica sino al 1995, anno in cui perde le elezioni. Si ritira dalla politica attiva cinque anni più tardi, continuando la sua opera culturale e, in senso lato, politica nell'attività di insegnamento in numerose università mitteleuropee.
 

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