Premio internazionale alla Libertà
V edizione
Scienza, tecnologia e tradizione liberale
“Si vorrebbe sopprimere certe branche della ricerca e impedire la
pubblicazione di risultati di valore scientifico? Si vorrebbe che
uno stato totalitario determinasse quello che gli scienziati
possono, e devono, fare? O si dovrebbe consentire che gli scienziati
puri come Newton, Maxwell e Einstein lavorino in piena libertà?
A mio modo di vedere, la scienza, come tale, non ha alcuna
responsabilità sociale: è la società ad avere una responsabilità -
quella di conservare il carattere apolitico e imparziale della
tradizione scientifica e di consentire alla scienza di proseguire
nella ricerca della verità secondo modalità determinate
esclusivamente dalla sua vita interna. Ovviamente gli scienziati, in
quanto cittadini, hanno la responsabilità, come tutti gli altri
cittadini, di provvedere a che la scienza sia applicata a giusti
fini politici e sociali. Si tratta di una questione diversa e
indipendente che, a mio avviso, dovrebbe essere determinata
attraverso il Parlamento. Ovviamente, come cittadino, sono
totalmente a favore di un uso della scienza che combatta
l'inquinamento piuttosto che favorirlo, che serva alla difesa della
libertà piuttosto che alla soggezione dei più deboli. […] A mio modo
di vedere, una delle maggiori responsabilità sociali del popolo […]
è quella di usare la scienza per difendere la libertà”.
I. Lakatos, La responsabilità sociale della scienza, in La
metodologia dei programmi di ricerca scientifici, tr. it. il
Saggiatore, Milano 1996, p. 319.
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