Premio internazionale alla Libertà
V edizione
L’economia della Libertà
“Che cosa si deve intendere con 'liberalismo'? […] Ho cercato di
analizzare il liberalismo non come una teoria o un'ideologia e
neppure, sia ben inteso, come un modo di 'rappresentarsi' da parte
della società, bensì come una pratica, vale a dire come un 'modo di
fare' che è orientato in direzione di certi obiettivi e che si
regola attraverso una riflessione continua. Il liberalismo va dunque
analizzato come principio e metodo di razionalizzazione
dell'esercizio del governo, una razionalizzazione che obbedisce, e
in ciò consiste la sua specificità, alla regola interna della
massima economia.
Mentre tutte le razionalizzazioni dell'esercizio del governo tendono
a massimizzare i suoi effetti, diminuendone il più possibile il
costo (inteso sia in senso politico, sia economico), la
razionalizzazione liberale parte dal postulato che il governo (si
tratta, ben inteso, non del 'governo' in quanto istituzione, ma
dell'attività che consiste nel regolare la condotta degli uomini
entro un quadro e mediante degli strumenti statuali) non può essere
un fine in se stesso. Il governo non ha in sé la sua ragion
d'essere, e la sua massimizzazione, anche nelle migliori condizioni
possibili, non deve essere il suo principio regolatore.
In ciò, il liberalismo rompe quella 'ragion di stato' che, dalla
fine del XVI secolo, aveva cercato nell'esistenza e nel
rafforzamento dello stato gli scopi suscettibili di giustificare una
'governamentalità' crescente e di regolarne lo sviluppo. La
Polizeiwissenschaft [scienza di polizia], sviluppata dai tedeschi
nel XVII secolo, era sempre dominata da questo principio: non si fa
mai abbastanza attenzione, troppe cose sfuggono, vi sono troppi
ambiti che non possiedono né una regolazione, né un regolamento,
l'ordine e l'amministrazione sono deficitari; in breve, si governa
troppo poco. […] Il liberalismo è attraversato da questo principio:
'Si governa sempre troppo' o, almeno, occorre sempre sospettarlo.”
M. Foucault, Résumé del corso “Nascita della biopolitica”, tr. it.
in I corsi al Collège de France. I Résumés, Feltrinelli, Milano
1999, p. 82.
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