LIBERALIZZAZIONI.
CRISI DI UN MODELLO IN UN PAESE IN CRISI
11° Rapporto sul processo di liberalizzazione della società italiana
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Da un Rapporto sul processo di liberalizzazione ci
si attenderebbe una significativa mole di risultati,
di operazioni realizzate, di obiettivi raggiunti.
Invece, proprio nel bel mezzo di una crisi, che da
finanziaria ed economica è divenuta anche sociale e
di fiducia, capace di minare la stessa coesione
sociale, arrivano risultati deludenti.
Il 2012 è stato l’anno delle privatizzazioni
“chiacchierate”, in cui, al di là di quotidiane
generiche invocazioni, non si sono intraviste
organiche strategie per l’individuazione di una
netta, lineare e comprensibile politica economica.
Il sostanziale arresto del processo di
liberalizzazione – privatizzazioni si è innescato
nella crisi complessiva di un Paese fermo in cui,
purtroppo, la classe dirigente, nel suo insieme, è
altrettanto immobile, incapace di scelte utili a
riavviare meccanismi di dinamicità nel circuito
consumi, produzione, investimenti, occupazione.
Il Rapporto descrive senza infingimenti un’Italia
che arranca, che non trova la barra, assediata dalla
burocrazia, dalla non responsabilità, ostaggio di
riti antichi che sono figli di conservatorismi di
rendita.
E’ un lavoro coraggioso, sfida tanta retorica di
“regime” culturale, individuando come origine di
molti mali il sodalizio tra statalismo e falso
liberalismo: lo statalismo che si è fatto burocrazia
cioè “potere dell’apparato” e il falso liberalismo
che ha prodotto liberalizzazioni di facciata
funzionali a rafforzare solo le propaggini di una
classe politica.
IL RAPPORTO E' STATO REDATTO DA: Andrea Bitetto, Giuseppe de Vergottini,
Stefania Fuscagni, Sergio Mattia, Alessandra Oppio, Alessandra Pandolfi,
Giuseppe Pennisi, Marco Ponti, Giorgio Ragazzi, Alberto Vannucci
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