LIBERALIZZAZIONI.
CRISI DI UN MODELLO IN UN PAESE IN CRISI
11° Rapporto sul processo di liberalizzazione della società italiana
I COSTI PER PAGARE LE IMPOSTE E L’OPPRESSIONE DELLA
BUROCRAZIA
Giorgio Ragazzi Professore di Scienza
delle finanze, Università di Bergamo
Nella graduatoria dei paesi che offrono le
condizioni più favorevoli per l’attività economica (
“Doing Business”, Banca Mondiale) l’Italia è al 73
esimo posto su 185, e ben ultima tra tutti i paesi
dell’OCSE.
La posizione è il risultato della ponderazione di
vari fattori. Per l’Italia l’aspetto più negativo è
la difficoltà di far rispettare i contratti, dove
siamo addirittura al 160esimo posto. Subito dopo,
nella graduatoria dei fattori più negativi, figura
il “pagare le tasse” dove siamo al 131esimo posto,
anche in questo caso ben ultimi tra i paesi OCSE!
Qui non pesa solo il livello complessivo della
pressione fiscale, stimata dalla Banca Mondiale al
68% dei profitti contro una media OCSE del 43%, ma
anche la difficoltà ed il tempo richiesto per
l’espletamento degli innumerevoli adempimenti
imposti ai contribuenti che la Banca Mondiale stima
in 269 ore l’anno, contro una media OCSE di 176 ore.
La Francia, che pure ha una pressione fiscale vicina
alla nostra, è 53esima per il “pagare le tasse”
(contro il 131esimo posto dell’Italia) perché in
Francia le ore richieste sono 132 (contro 269 in
Italia) e le imposte 7 contro le 15 in Italia. Ciò
che opprime le imprese italiane non è solo il
livello della tassazione ma anche la molteplicità
delle imposte e la quantità di adempimenti che il
fisco impone ai contribuenti. Aspetti che il nostro
“legislatore” sembra ignorare del tutto. 1. I
costi per pagare le imposte
La riscossione di imposte comporta tre generi di
costo:
1) Distorsioni nell’allocazione di tempo
libero/reddito/consumi che sarebbe ottimale per il
contribuente (“eccesso di pressione”)
2) Costi amministrativi per il contribuente, sia
monetari che di tem po, per stimare l’imposta
dovuta, dichiarare, versare, documenta- re etc.
3) Costi amministrativi per l’ente pubblico:
contabilizzare, monitora re, perseguire l’evasione.
Il primo tipo di costo è ben illustrato dal classico
esempio del- l’imposta sulle finestre, introdotta in
Inghilterra nel medioevo. Era nel complesso una
buona imposta, facile da accertare e progressiva
poiché il numero di finestre poteva presumersi
correlato al reddito.
Molte finestre vennero però chiuse per evitare
l’imposta (e sembra che vi siano ancora tracce di
quelle chiusure in alcuni castelli) con la
conseguenza che quelle persone persero il godimento
della luce senza alcun beneficio per le casse dello
Stato. L’esempio evidenzia come un’imposta possa
comportare un “eccesso di pressione”, cioè una
perdita di benessere che si aggiunge al costo
dell’imposta pagata e rappresenta uno “spreco
sociale”: restare al buio quando si potrebbe godere
della luce senza alcun costo per la collettività.
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