LIBERALIZZAZIONI.
CRISI DI UN MODELLO IN UN PAESE IN CRISI
11° Rapporto sul processo di liberalizzazione della società italiana
RITORNARE ALLA POLITICA
Vincenzo Olita Direttore Società
Libera Da un Rapporto sul processo di
liberalizzazione nel nostro Paese ci si attenderebbe
una significativa mole di risultati, di operazioni
realizzate, di obiettivi raggiunti. Invece, proprio
nel bel mezzo di una crisi, che da finanziaria ed
economica è divenuta anche sociale e di fiducia,
minando la stessa coesione sociale, arrivano
indicazioni che eufemisticamente possiamo definire
deludenti.
Nel 2012, Giuseppe Pennisi lo indica come l’anno
delle privatizzazioni “chiacchierate”, si è tentato
di realizzare una sola privatizzazione, un
tentativo, appunto, perché il relativo decreto non è
stato convertito in legge a causa dello scioglimento
anticipato delle Camere. Il Paese non ha perso molto
in termini di risanamento finanziario, si trattava
della privatizzazione dell’Unione Nazionale
Ufficiali in Congedo; non è trascurabile, invece, il
risultato complessivo per un Paese in cui,
quotidianamente, si invocano privatizzazioni,
liberalizzazioni e tagli di spese quali strumenti
utili per l’abbattimento del debito e necessari per
la ripresa economica. Così come a fronte di
un’esigenza pressante di sburocratizzazione dei
processi amministrativi, nell’ultimo anno si sono
implementate ulteriori vischiosità procedurali.
Giorgio Ragazzi, tra le altre, ne evidenzia due
emblematiche: il mancato invio del CUD ai pensionati
da parte dell’Inps, e qui qualsiasi commento sarebbe
superfluo, e le trentotto pagine di burocratese che
compongono il decreto Passera sull’efficienza
energetica, indicativo esempio di come si possano
percorrere itinerari inversi alla semplificazione
burocratica e all’espandersi della concorrenza.
[...]
|
|