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LIBERALIZZAZIONI.
CRISI DI UN MODELLO IN UN PAESE IN CRISI

11° Rapporto sul processo di liberalizzazione della società italiana
 

LA SCUOLA ITALIANA TRA SILENZI E BUROCRAZIA

Stefania Fuscagni

Professore di Storia Antica, Università di Firenze

A quel 22,7% di giovani italiani “NEET” (not in education, employment or training), cioè ai giovani italiani che non studiano, non lavorano e non sono alla ricerca di un’ occupazione.
“Prendete in mano le vostre vite e fatene un capolavoro”

Giovanni Paolo II

Premessa

Questo del 2013 rappresenta l’undicesimo rapporto sul tasso di liberalismo che Società Libera dedica alla società italiana. Abbiamo deciso - ma è stato così da ormai due anni - di trattare il tema con fare molto diretto, a tratti direi “provocatorio”. Del resto, il tema della scuola in Italia fa parte di quelle questioni dibattute così a lungo e spesso molto retoricamente che, o lo si affronta in termini dissacranti e veri – almeno per quel che possiamo -, oppure la retorica nel merito ha assunto un tasso di insistenza e ripetitività pavloviana da diventare quasi insopportabile.
La scuola italiana così com’è non funziona, ma soprattutto così com’è non ci piace. Un vero liberale, ma anche un liberale solo “verisimile”, non può che vedere il mondo della scuola – fatte salve ovviamente le persone che ci lavorano - come il più lontano dal paradigma del mondo che vorremmo vedere. Statalismo, moralismo, eccesso di sindacalismo affetto da conservatorismo, inerzialità, assenza di scelta e di meccanismi premiali, mancanza quasi completa di processi di valutazione caratterizzano un sistema che negli anni si è come anchilosato e ha preso le distanze del mondo reale.
Per questo abbiamo pensato che la scuola di oggi fosse, per un temperamento “ritenuto” liberale, una sorta di mondo distopico, cioè il peggiore dei mondi possibili. Non tanto per come ci si vive “dentro” e per ciò che spesso restituisce “fuori”, ma anche per il modello “comunitario”, politico e di sistema che essa propone. In questo senso “La Fattoria degli animali” di Orwell non solo ci è sembrata corrispondere a pennello (ovviamente fatte le dovute proporzioni), ma ci è parso che fosse in continuità – seppure con esiti sfortunati - con i due precedenti rapporti – il decimo ed il nono- e con il percorso tracciato fin dall’inizio.
In sostanza dal primo all’ottavo lavoro, anni 2001 – 2009, – che velocissimamente ripercorreremo- abbiamo seguito una sorta di andamento ora ascendente ora discendente, ma sempre descrittivo; questo andamento si è andato interrompendo nel nono e decimo rapporto che, di fatto, determinano lo sfondo dell’undicesimo, cioè questo.
Dall’incedere descrittivo, seppure speriamo sempre analiticopropositivo, siamo passati a testi di tipo rappresentativo volti a “suonare” l’allarme.
La tesi di fondo era ed è questa: nell’ambito della scuola tutto si è detto e, anche se non sembra, molto si è pure fatto eppure il “corpaccione”sembra come immune ad ogni iniezione che gli viene somministrata.

[...]

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Introduzione
Ritornare alla politica
L’anno delle “privatizzazioni parlate”
Difesa della rendita. il declino di una repubblica fondata sulla corruzione
I costi per pagare le imposte e l’oppressione della burocrazia
Qualche luce, ma ancora troppe ombre nella giustizia italiana
Economia liberalizzata e corruzione
Gestione del territorio. la linea torino-lione non rientra tra le infrastrutture utili e urgenti
Procedure di abilitazione degli interventi edilizi in italia vs libertà di costruire
La scuola italiana tra silenzi e burocrazia