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8^ RAPPORTO
SUL PROCESSO DI LIBERALIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ ITALIANA

liberalizzazione in Italia tra annunci e non-decisioni

di Raimondo Cubeddu* e Alberto Vannucci**

* Professore ordinario di Filosofia Politica, Università di Pisa
** Professore di Analisi delle Politiche Pubbliche, Università di Pisa

1. Introduzione:

l’illusione di una riduzione della pressione fiscale
Nelle dinamiche delle politiche pubbliche non contano soltanto le decisioni vincolanti. I governanti dispongono di un ulteriore strumento per realizzare i loro obiettivi. Entriamo qui nel dominio delle non-decisioni, in quei processi, anch’essi politici, che consentono la soppressione di alcuni tipi di scelta o di issues dal dibattito pubblico, a favore dei soggetti che beneficiano e difendono la distribuzione esistente di vantaggi e privilegi. In questa fase oscura della politica si definiscono – o si rimuovono – le questioni rilevanti nel dibattito pubblico e della sfera politica, inibendo sfide latenti o palesi che potrebbero comportare tensioni sociali o perdita di consenso. Chi controlla le non-decisioni può utilizzare a questo fine il potere di condizionare la percezione dei problemi di rilevanza collettiva, l’inserimento dei problemi nell’agenda decisionale, i percorsi all’interno delle procedure decisionali, l’attuazione delle politiche.
E’ in questa chiave che possiamo leggere l’allontanamento delle politiche di liberalizzazione dal fuoco dell’attenzione pubblica e dall’agenda istituzionale. A titolo esemplificativo si può prendere il tema della riduzione del carico fiscale. Le politiche di liberalizzazione, secondo il modello teorico che abbiamo impiegato nei nostri precedenti contributi, implicano una riduzione dei costi – in termini di denaro, tempo e altre risorse – che i cittadini e le imprese devono sostenere nelle loro interazioni con lo stato. La riduzione del carico fiscale ne è una componente fondamentale e diretta, accanto alla semplificazione e alla trasparenza delle procedure, all’apertura concorrenziale dei mercati, alla riduzione della regolazione pubblica. Tutti quei cambiamenti dell’assetto istituzionale che restringono gli interventi dello stato nelle scelte individuali, rendendo le interazioni tra cittadini e stato più facili da gestire e meno onerose, accrescono gli spazi di libertà che gli individui possono impiegare per decidere quale utilizzo fare delle risorse “liberate” dal minor carico di oneri, adempimenti, esazioni pubbliche.
 

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