VII RAPPORTO
SUL PROCESSO DI LIBERALIZZAZIONE
DELLA SOCIETÀ ITALIANA
Come migliorare la sicurezza in Italia e spendere di meno
di Ernesto U. Savona
Professore di Criminologia nell’Università Cattolica del sacro Cuore di
Milano e Direttore di TRANSCRIME (Joint Research Centre on Transnational
Crime Università di Trento e Università Cattolica di Milano).
Premessa
Da tempo in tutti i paesi il bilancio dello Stato è costretto a
restringere la spesa pubblica e, anche se in modo controverso, anche le
spese per la “sicurezza” .
In questo saggio si suggerisce di approfittare della necessità dei tagli
della spesa pubblica, per iniziare alcuni processi di riforma nel
comparto sicurezza, sia nei contenuti che nell’organizzazione.
In questo modo si potrà, forse, raggiungere l’obiettivo di avere una
maggiore sicurezza a costi minori.
Si tratta di un cambio di prospettiva nell’attività di prevenzione della
criminalità e, di conseguenza, di una maggiore razionalizzazione degli
apparati che se ne occupano.
1. La prevenzione attraverso la sanzione penale: la fine di un mito
Prescindendo dalle relazioni che esistono, anche di spesa pubblica,
tra il bilancio della sicurezza e quello della giustizia, pur nella
diversità delle loro funzioni, è chiaro che quanto maggiore è l’attività
di prevenzione della criminalità, cioè quanto più si possono ridurre i
reati, tanto minori saranno le spese di giustizia per giudicare i
colpevoli e, quando è il caso, per custodirli in carcere. |