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VI Rapporto sul Processo di Liberalizzazione della Società Italiana

La sicurezza e le sue trasformazioni*

di Ernesto U. Savona*
* Professore di Criminologia nell’Università Cattolica di Milano e direttore del Centro Transcrime (Università di Trento – Università Cattolica di Milano).

Premessa

I fondamentali della sicurezza sono tre: l’andamento della criminalità che possiamo chiamare “sicurezza oggettiva”; la paura della criminalità o meglio l’ansia di essere vittima di un determinato reato e l’allarme sociale o meglio la preoccupazione generale per la sicurezza.
Tutti e tre questi “fondamentali” si muovono in direzioni diverse, perché sono sottoposti all’influenza di fattori diversi.
Lo scopo di questo saggio è quello di esaminare l’andamento di questi fondamentali in Europa e in Italia negli ultimi dieci anni, ipotizzare alcune spiegazioni, guardare a come potrebbero cambiare ancora nei prossimi anni e provare a tracciare alcuni ragionamenti su quali politiche e interventi si potrebbero mettere in essere per intervenire nel settore.
In questo periodo di programmi elettorali e di rinnovo della legislatura questo contributo potrebbe avere una qualche utilità.

L’andamento della criminalità

Risulta chiaro che, per alcune categorie di reati nei quali il numero oscuro è basso per definizione – dove cioè lo scarto tra il numero di reati denunciati e quelli effettivamente commessi è bassissimo – l’andamento della criminalità in Europa e in Italia negli ultimi dieci anni è stabile o in diminuzione.
È il caso degli omicidi (fig. 1) che diminuiscono sia in Italia che nell’Europa dei 15.
I dati sulle violenze (tab. 2) che non si concludono con l’omicidio aumentano nei paesi del Nord Europa.
È probabile che si tratti di un aumento delle denunce più che degli eventi criminali.
Infatti nei paesi del Nord Europa minacce, lesioni e risse vengono più denunciate rispetto ai paesi dell’Europa meridionale.
Nel caso dei reati appropriativi e delle rapine (un misto di violenza ed appropriazione), come si può osservare dalle figure 3, 4 e 5 ci sono delle differenze che si possono osservare nelle diverse figure ma sempre Italia e Europa dei 15 vanno nella stessa direzione.
Sembra, ma i dati vanno ulteriormente perfezionati, che per il 2006 e 2007 ci siano delle tendenze al rialzo.
Una tendenza del cui significato potremo discuterne tra tre anni, quando nell’arco di un quinquennio si potrà fare una valutazione di tendenza più appropriata.

 

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