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VI Rapporto sul Processo di Liberalizzazione della Società Italiana

Scuola e Università verso il problem solving

di Stefania Fuscagni*
* Professore ordinario di Storia Antica, Università di Firenze.

Lo scenario e il punto

La scuola italiana è triste. Questo è il responso che esce da ogni punto toccato del sistema educativo e formativo italiano.
Lo dicono a chiare lettere gli insegnanti soprattutto per la fascia d’età 15-18, ma anche, a chiare note, un settimanale come L’Express che, tra i giovani (16- 29) dei paesi occidentali, pone gli italiani tra i più sfiduciati nei confronti del futuro.
In un contesto internazionale in tumultuosa fibrillazione dove i vari sistemi scolastici sono costretti a rapide e progressive rimodulazioni, il sistema scolastico italiano sembra approdato ad un grigio parcheggio, privo di evidenti uscite, con un bagagliaio pieno di ‘cose’ che apparentemente non servono.
È come se improvvisamente si fossero manifestate le rughe dei 24 tentativi di riforma organica dall’inizio del XX secolo, appesantite da pluridecennali sperimentazioni su contenuti e ordinamenti nelle scuole d’ogni ordine e grado, parziali e senza verifica.
Il tutto, in presenza di una Riforma generale, la cosiddetta ‘Legge Moratti’, completa d’ogni approvazione parlamentare e ministeriale, ma immobilizzata dal ‘cacciavite‘ dei provvedimenti amministrativi firmati dal Ministro Fioroni.
Un quadro che vede impiombata ogni capacità e ogni speranza di innovazione efficace e condivisa.
A questa coltre, strutturale e sovrastrutturale, si è aggiunto – in modo altrettanto improvviso e forse più evidente nella scuola luogo per eccellenza vitalmente immerso nel futuro – il peso di quei vent’anni d’allungamento della speranza di vita, straordinari dal punto di vista antropologico, ma subìto e non agito da una società incapace di mettere a frutto il ‘buono’ di una generazione anche a vantaggio delle successive.
C’è un che di agro – e non solo una risposta alle esigenze della nostra contemporaneità – in quel “Do it yourself” che significa: “Se non c’è nessuno che lo fa per te, fallo tu”, non a caso slogan del Forum dei giovani under 30 raccontati da Panorama del 14 febbraio 2008.
Uno spirito d’iniziativa che, altrove, ha trovato strade segnate e accoglienti, mentre in Italia appare il motto di chi sembra aver smesso di confidare nelle istituzioni come luogo del bene comunitario intergenerazionale.
Ma, se natura non facit saltus, la storia e la società – a volte chiamandole rivoluzioni, a volte precipitazioni o slittamenti per usare i termini che Kuhn, negli anni sessanta, usò per le innovazioni scientifiche – di fronte a ‘blocchi’ apparentemente insormontabili come quello che ha colpito la scuola italiana, producono reattività impreviste e imprevedibili.

 

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