Frédéric Bastiat
(Bayonne 1801-Roma 1850).
Nato nel dipartimento delle Landes, nel sud-ovest della Francia, visse fino al 1844 quasi ritirato nella sua provincia. Dal 1844 al 1850, divenendo sempre più noto, spiegò una frenetica attività di politico, di giornalista e di scrittore di economia, che ebbe una fondamentale influenza sulla Francia del tempo.
Fu un piccolo proprietario agricolo con mente alla modernizzazione della attività agricola, alla sua gestione ed ai commerci derivanti (talora con scarso successo).
Fu un uomo politico, nella sua regione e sul piano nazionale. Liberale in politica fin dal principio, prese parte alle iniziative locali duranti i moti del 1830, fu numerose volte candidato a diverse elezioni, fu deputato nazionale più di una volta e, particolarmente, alla Costituente del 1848. Si batté per la libertà nei commerci internazionali, per la riduzione dello stato e delle sue spese, per la partecipazione delle donne alla politica, contro le avventure coloniali, per la libertà delle associazioni operaie.
Fu un economista non accademico, dalla estrema lucidità e chiarezza di pensiero. Guardò l’economia dalla parte del consumatore, ebbe fede nel progresso delle condizioni di vita attraverso la libertà economica. Scrisse con feroce ironia contro i padroni degli stati, e contro coloro che mascheravano negli argomenti buonisti della propria politica la volontà di diventarlo. Intravide nei socialismi nascenti il mostro dell’illibertà. Nei suoi scritti si dimostrò anche un filosofo dell’etica pubblica, che fondava sulla libertà individuale e sulla responsabilità individuale.
Dopo Say, che considerava uno dei maestri, fu il primo grande rappresentante di quella visione della politica e dell’economia che sarà chiamata del laissez faire, convinto che le relazioni tra uomini e le relazioni economiche avessero loro leggi provvidenziali di equilibrio e di progresso verso il meglio; intervenendo autoritariamente sulle quali, per mezzo degli stati e delle leggi e a vantaggio di pochi, si potesse solo far di peggio, appesantendo il basto di tutti gli uomini comuni.
E’ piacevole da leggere, Bastiat. Per il suo essere libero e contro; per il suo dire e spiegare con la lingua di tutti i giorni l’economia e la politica che toccano la vita di tutti i giorni; per l’alcalinità caustica dei suoi smascheramenti delle false ragioni dei padroni degli stati e delle leggi; per la sua sconcertante attualità nell’Italia di oggi. E come è naturale accada in Italia, le sue opere, che altrove hanno conosciuto e conoscono un enorme ascolto, qui sono dimenticate e impubblicate. In questa sezione del sito di Società Libera, ne abbiamo messe alcune, e qualcun’altra ancora aggiungeremo, sperando che tra i nostri frequentatori qualche nuovo appassionato lettore, del Bastiat, possa emergere.
Giuseppe M. Vatri
gmvatri@yahoo.com
Biografia
Alcune opere (traduzione di G. M. Vatri)
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Quello che si vede e quello che non si vede.
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