Premio internazionale alla Libertà
VII edizione
Cultura
Il
Domenicale de "Il Sole 24 Ore"
Quando sbarcò la prima volta nelle edicole, domenica 4 dicembre
1983, quasi ventisei anni fa, nessuno ci avrebbe scommesso una lira.
Un inserto culturale settimanale, di libri arte musica e tempo
libero, nel grembo di un quotidiano economico finanziario come il
Sole 24 Ore: a chi poteva interessare? A quale pubblico era
indirizzato? La domenica era un giorno di bassa marea per il foglio
color salmone: gli abbonati lo ricevevano in ufficio il lunedì, e
pochi correvano alle edicole con una settimana di lavoro sulle
spalle. Ci voleva un additivo, una ciliegina sulla torta che facesse
dimenticare per qualche ora i chiari di luna della borsa, le grane
sindacali e i garbugli della legislazione fiscale e societaria. Già
esisteva una terza pagina (curata all’epoca da Riccardo Chiaberge),
riservata agli approfondimenti, più che altro su questioni di
attualità italiana e internazionale, di teoria economica e di
scienze sociali. Ma l’inserto (inizialmente di sole quattro pagine)
nasceva con un intento ben più ambizioso: distanziarsi dal giornale
madre anche nelle tematiche, avventurandosi in campo storico,
letterario e artistico, non trascurando la tecnologia, il design, il
collezionismo d’arte e gli scenari avveniristici. Il primo numero
proponeva in copertina l’articolo di un futurologo francese che, tra
l’altro, prevedeva l’avvento di Internet.
Quello che nessun futurologo poteva profetizzare era il successo che
il Domenicale del Sole avrebbe conosciuto nei decenni successivi,
con un pubblico di aficionados in continua crescita, diventando
oggetto di culto e di collezione per decine di migliaia di lettori,
in buona parte non coincidenti con quelli abituali del Sole. Tanto
che oggi la domenica è il giorno di picco delle vendite in edicola.
Quando il Domenicale vede la luce, la stampa italiana sta vivendo
una fase di intensa trasformazione. La gloriosa terza pagina
comincia a mostrare le prime rughe, “la Repubblica” ha spostato la
cultura nel paginone centrale, imitata via via dai giornali
concorrenti. A questo slittamento si accompagna una ricerca di
visibilità e di “effetti speciali”. Il Domenicale rema
controcorrente, puntando sulla qualità e l’eccellenza. E spesso ci
riesce. Nessun altro prodotto editoriale offre una panoramica così
completa della produzione e della vita culturale in tutte le sue
espressioni. Le pagine del Sole sono il luogo d’incontro di spiriti
diversissimi, laici e credenti, rivoluzionari e riformisti,
progressisti e conservatori, e tutti possono esprimersi in assoluta
libertà.
Dal marzo del 2000, direttore del supplemento è Riccardo Chiaberge,
che dopo quindici anni di Corriere della Sera prima come
responsabile della cultura, poi come inviato ed editorialista, è
tornato alla guida di quel Domenicale che aveva contribuito a
fondare.
Chiaberge è anche autore di numerosi libri, l’ultimo dei quali, “La
variabile Dio. In cosa credono gli scienziati?” è uscito nel
settembre 2008 da Longanesi. |
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