Premio internazionale alla Libertà
VI edizione
Sezione governance
Proporre, in Italia ed in qualche altro paese di Europa, di
abolire il “prefetto” sembra stravaganza degna di manicomio.
Istituzione veneranda, venuta a noi dalla notte dei tempi, il
prefetto è quasi sinonimo di governo e, lui scomparso, sembra non
esistere più nulla. Chi comanda e chi esegue fuor dalla capitale?
Come opera l’amministrazione pubblica? In verità, il prefetto è una
lue che fu inoculata nel corpo politico italiano da Napoleone. Gli
antichi governi erano, prima della rivoluzione francese, assoluti
solo di nome, e di fatto vincolati d’ogni parte, dai senati e dalle
camere dei conti o magistrati camerali, gelosissimi del loro potere
di rifiutare la registrazione degli editti che, se non registrati,
non contavano nulla, dai corpi locali privilegiati, auto-eletti per
cooptazione dei membri in carica, dai patti antichi di infeudazione,
di dedizione e di annessione, dalle consuetudini immemorabili. Gli
stati italiani governavano entro i limiti posti dalle “libertà”
locali, territoriali e professionali. Spesso “le libertà” municipali
e regionali erano “privilegi” di ceti, di nobili, di corporazioni
artigiane ed erano dannose all’universale. Nella furia di strappare
i privilegi, la rivoluzione francese distrusse, continuando l’opera
iniziata dai Borboni, le libertà locali; e Napoleone, dittatore
all’interno, amante dell’ordine, sospettoso, come tutti i tiranni,
di ogni forza indipendente, spirituale o temporale, perfezionò
l’opera. I governi restaurati trovarono comodo di non restaurare, se
non di nome, gli antichi corpi limitatori e conservarono il prefetto
napoleonico. L’Italia nuova, preoccupata di rinsaldare le membra
disiecta degli antichi ex-stati in un corpo unico, immaginò che il
federalismo fosse il nemico ed estese il sistema prefettizio anche a
quelle parti d’ltalia, come le province ex-austriache, nelle quali
la lue erasi infiltrata con manifestazioni attenuate. Si credette di
instaurare libertà e democrazia e si foggiò lo strumento della
dittatura.
LUIGI EINAUDI, Via il prefetto!, 1944
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