Premio internazionale alla Libertà
VI edizione
Sezione giornalismo
Diogene non titillava nessuno con l’adulazione, ma diceva a tutti
la verità, e anche se non aveva una sola dracma, si poteva
permettere di fare tutto ciò che gli pareva, non mancava di
realizzare ciò che si proponeva, era il solo a poter vivere la vita
che considerava migliore e più felice, e non avrebbe mai accettato,
in cambio della sua povertà, né il trono di Alessandro, né le
ricchezze dei Medi o dei Persiani.
[…] Dunque il re [Alessandro Magno] andò da lui, gli si sedette
vicino e lo salutò; ma l’altro lo guardò con un terribile ghigno da
leone, e gli intimò di alzarsi e di spostarsi un poco per lasciare
che il sole lo scaldasse. Alessandro fu allo stesso tempo
positivamente colpito dalla sfacciataggine dell’uomo e dalla
compostezza con cui non si mostrava intimidito dalla sua presenza.
Infatti, è in qualche misura naturale che i coraggiosi amino i
coraggiosi, mentre i vigliacchi guardano a essi con timore e li
temono come nemici, e al contrario danno il benvenuto ai vili e li
apprezzano. E così per i primi le cose più gradevoli del mondo sono
la verità e la libertà di parola, per i secondi l’adulazione e
l’inganno. Questi ultimi prestano un orecchio attento a coloro che
cercano di risultare loro piacevoli, i primi a quelli che hanno
riguardo per la verità.
DIONE CRISOSTOMO, Quarto discorso sul regno, I-II sec. d.C.
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