Premio internazionale alla Libertà
VI edizione
Testimonianza di un impegno
L’edizione 2008 del Premio Internazionale alla Libertà cade in
una congiuntura particolare che ripropone la centralità dei temi,
delle sensibilità e delle esperienze che questa iniziativa presenta
all’opinione pubblica.
Innanzi tutto, molti Paesi importanti entrano o stanno per entrare
in un nuovo ciclo politico che ha anche comportato, o comporterà,
l’arrivo al potere di personalità e classi dirigenti diverse, come è
avvenuto in Francia o avverrà tra poche settimane negli Usa. Spesso
questa evoluzione si accompagna all’irrompere di nuove generazioni,
espressione di un approccio diverso alla politica, meno
ideologizzata, più pragmatica e concreta.
Sul piano internazionale, il mix esplosivo tra il brusco
rallentamento dello sviluppo sperimentato da molte economie e i
traumi della sbornia finanziaria si riflette nel venire meno di
molte certezze date per acquisite: la linearità della crescita,
l’intangibilità del welfare, la parabola dal posto fisso alla
pensione generosa; addirittura, ora, l’abbondanza alimentare. A
questi traumi, l’opinione pubblica reagisce spesso alimentando una
crescente ostilità all’apertura dei mercati e degli scambi,
considerata responsabile di possibili prospettive di precarizzazione
se non di autentica proletarizzazione di ritorno. La diffidenza
verso l’Europa, il rifiuto del diverso, l’invocazione di un
neo-statalismo rappresentano aspetti diversi di un unico fenomeno:
la diffidenza verso la globalizzazione.
Alle condizioni complessive della libertà l’incertezza generalizzata
non giova. E’ l’incertezza che può determinare lo spostamento
progressivo verso posizioni più protezioniste, più difensive, meno
garantiste.
Ed è quindi nei tempi di incertezza che maggiormente risalta la
responsabilità di classi dirigenti responsabili nell’indirizzare
l’opinione pubblica, nell’arginarne le derive più qualunquiste,
nell’essere capaci di governare il cambiamento.
Mantenere e rafforzare la fiducia nei mercati; consolidare un clima
di rispetto e di tolleranza; tutelare le conquiste storiche del
garantismo nei confronti del potere costituito; assicurare
all’individuo libertà, certezze e sicurezze; ristabilire l’autorità
dello stato come garante dell’interesse comune e dei diritti dei
singoli, a partire da quello alla vita e dunque alla sicurezza
personale: le frontiere dell’impegno liberale non si discostano
molto dalle sue storiche battaglie. Cambia profondamente il quadro
di riferimento, segnato ora da una progressiva decadenza della
credibilità della politica; da una crescente abdicazione delle
classi dirigenti alle proprie responsabilità sociali; da
un’interdipendenza esasperata.
Il metodo della libertà ha molte frecce al proprio arco (ed è forse
l’unico ad averle) per impostare i termini di un dibattito utile
sulla relazione tra mondo globale e individuo; per assicurare a
quest’ultimo la prospettiva di una globalizzazione governabile e non
solo minacciosa; per consolidare le prospettive di una pace duratura
fondata sullo sviluppo e sul consolidamento dei diritti.
Le esperienze esemplari premiate quest’anno ribadiscono tuttavia
che, proprio perché espressione di un anelito individuale, il
liberalismo non vive di chiacchiere. E’ solo attraverso l’impegno di
ciascuno che la libertà si riconquista giorno per giorno, a rischio,
se no, di perderla tutta all’improvviso. Perciò diciamo grazie ai
premiati 2008.
Salvatore Carrubba
Presidente Società Libera
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