PREMIO INTERNAZIONALE ALLA LIBERTA' 
			VIII edizione
			Giornalismo 
			Ettore Mo
			
			 Nato 
			a Borgomanero, nel 1932, è un giornalista italiano fra i più famosi 
			corrispondenti di guerra, inviato speciale del Corriere della Sera. 
			Inizia la professione giornalistica nel giugno 1962 a Londra, nella 
			sede londinese del Corriere, dopo aver fatto vari mestieri in giro 
			per il mondo: cameriere a Parigi, a Stoccolma e nelle Isole della 
			Manica, bibliotecario ad Amburgo, insegnante di francese a Madrid, 
			infermiere in un ospedale di incurabili a Londra, steward su una 
			nave della marina mercantile britannica. 
			Sempre al Corriere lavora cinque anni a Roma e poi a Milano, dove si 
			occupa di spettacoli (musica e soprattutto teatro), finché il 
			direttore Franco Di Bella lo manda inviato a Teheran, dove era 
			appena tornato dall’esilio e aveva preso il potere l’Ayatollah 
			Khomeini. Da allora la sua vita cambia e compie il primo di vari 
			viaggi in Afghanistan, paese di cui si innamora e di cui diventa uno 
			dei maggiori conoscitori. Vi entra talvolta da clandestino 
			travestito da mujaheddin e percorre le sue montagne con ogni mezzo. 
			Mo diventa inviato-corrispondente nei Paesi più caldi del mondo: 
			racconta per trent’anni in prima persona tutte le crisi mondiali, 
			intervistando i maggiori protagonisti secondo la sua filosofia per 
			la quale il giornalista deve essere sul posto e vedere coi propri 
			occhi. Da quando è in pensione continua a girare il mondo in cerca 
			di storie da raccontare ai lettori del suo giornale: “E’ una 
			malattia - dice – se hai avuto la fortuna di essere testimone dei 
			più grandi avvenimenti, non riesci più a farne a meno”. 
			Per questo ruolo ha ricevuto vari premi e riconoscimenti, fra cui il 
			Saint Vincent nel 1982, il premio Hemingway nel 1985 e 2002, il 
			premio Ilaria Alpi nel 1997, “E’ giornalismo” nel 1999, il 
			Montanelli per la scrittura nel 2003, il Saint Vincent alla carriera 
			nel 2005, il Guido Vergani come “cronista dell’anno” nel 2008. 
			Ha condensato la sua esperienza giornalistica in vari libri, come 
			“La Peste, la Fame e la Guerra”, Hoepli 1987, “Ma nemmeno 
			Malinconia” Rizzoli 2007, “Lontani da qui”, Rizzoli, che hanno 
			ricevuto due volte il Premio Estense “Aquila d’Oro” e altri premi 
			letterari. 
			E’ stato nominato dal Presidente Ciampi Grande Ufficiale al merito 
			della Repubblica Italiana e ha ricevuto dal Comune di Milano il 
			“Sigillo Longobardo”.  | 
    
	
 
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