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Shmuel N. Eisenstadt, Paradossi della democrazia, il Mulino, 2002 pp.140 € 11,50

Le democrazie occidentali ci restituiscono l'immagine di società in cui la politica è per lo più gestione, i partiti e le istituzioni sono piuttosto deboli, i mezzi di informazione potenti e accentrati, la cittadinanza distante. Sorprendente quadro, se si tiene conto che la democrazia, non avendo più antagonisti ideologici, dovrebbe essere oggi più forte che in passato. Vi è davvero il rischio di un'involuzione? La lucida analisi di Eisenstadt perviene ad una interessante conclusione. Figlia del divenire più che dell'essere, della mobilità più che della staticità, la democrazia è già in sè portatrice di un paradosso: essa è sì costante superamento delle regole del gioco esistenti, ma è un superamento ottenuto con quelle medesime regole. Perciò quello della democrazia è un equilibrio sempre sotto sforzo, che non si può accontentare di se stesso, che si affina e si riassesta proprio a seguito delle sfide lanciate dai vari movimenti di protesta, a patto che possano essere incorporati e che si lascino incorporare. Non tutte le esperienze di democrazia concreta, tuttavia, sono, o sono state, in grado di integrare nuove rivendicazioni, e la globalizzazione rischia di irrigidire i già fragili regimi democratici. 


Massimo L. Salvadori, Il Novecento, Laterza, 2002, pp.182 € 14,00

Il Novecento è stato il secolo più 'lungo' della storia. Mai in cento anni vi sono stati cambiamenti così ampi, rapidi e profondi nella scienza, nella tecnica, in modi di vita e nella mentalità. Accanto a questi progressi settoriali enormi, al grande sviluppo economico e sociale e al pur tanto contestato diffondersi della democrazia, il secolo ha prodotto le guerre più spaventose, il totalitarismo, l'Olocausto, il Gulag, il terrore atomico, un crescente divario fra paesi ricchi e paesi poveri e si è chiuso con l'allarme creato dalla devastazione ambientale. Questo libro, che parte dall'esplosione dei conflitti imperialistici e giunge all'età della globalizzazione, non è una sintesi degli avvenimenti del Novecento. Esso è stato scritto, facendo centro sull'analisi e sulle interpretazioni dei maggiori nodi problematici del secolo scorso, con le sue ambiguità e con le alternative.


Michael Power, La società dei controlli, Edizioni di Comunità, 2002, pagg.252 € 26,00

"L'esplosione dei controlli - scrive Power - racchiude molti rischi e l'idea di una società dei controlli evoca gli aspetti patologici dell'eccesso di verifica" - " Che i controlli siano necessari, infatti, nessuno lo mette in dubbio. E Power ne sottolinea l'importanza tecnica e le valenze funzionali ai mercati finanziari che hanno bisogno di informazioni certe, di affidabilità, di trasparenza. Il guaio è se tali funzioni pretendono di passare dal giudizio della correttezza formale degli atti e dei documenti ad una certificazione di valore in assoluto, se cioè si pongono come una sorta di nuovo "ordine morale" e cercano di misurare contabilmente la complessità dei processi sociali, riducendoli al massimo di uniformità possibile. Se cioè la contabilità prende il posto della politica (progetto e mediazione tra valori, culture e interessi) e e diventa una sorta di metapolitica essa stessa. Un eccellente saggio da affidare alla lettura e alla riflessione di uomini d'impresa, economisti, dirigenti politici e responsabili di governo e delle istituzioni. Una società ben equilibrata non può prescindere affatto dai controlli. Ma non può essere "una società dei controlli".


Paolo Pezzino, Senza Stato, Laterza, 2002, pagg.183 € 14,00

La crisi della Prima Repubblica ha di colpo evidenziato la fragilità di un sistema politico che pareva immodificabile. E' colpa della cosiddetta partitocrazia? O, piuttosto, oggi siamo agli esiti ultimi di un processo di rapida modernizzazione che ha investito una società ancora attraversata da profonde fratture? In effetti - spiega l'Autore - "l'immagine di un nuovo che ha impetuosamente spazzato via il vecchio, ha lasciato progressivamente il posto ad una realtà ibrida. Se è vero forse che è possibile parlare di un cambiamento senza trasformazione è indubbio che rispetto ai grandi progetti di riforma, ci troviamo di fronte ad una terra di nessuno nella quale si delineano i contorni di una repubblica preterintenzionale. Si è infatti rafforzata la spinta bipolare, ma non siamo arrivati ad un compiuto sistema bipolare; i partiti continuano a mantenere un'importante ruolo di orientamento politico, ma cresce l'astensionismo; si ritorna al passato, nell'esaltazione di una capacità di governo che sarebbe stata spazzata via da un complotto giuridico-politico di sinistra, e si rinnova l'esaltazione del centro come luogo ideale del nostro sistema politico ma [....] lo Stato nazionale si è ulteriormente indebolito " (p.175.176)


Robert A. Dahl, Intervista sul pluralismo, Laterza, pp.146 € 9,50

Il distillato del pensiero di uno dei massimi teorici della politica contemporanea che pone sotto i riflettori una componente cruciale della democrazia: il delicato rapporto fra la molteplicità dei corpi sociali organizzati e la capacità delle èlites di differenziarsi e competere. "Io - scrive Dahl - considero la democrazia una forma di governo che ci consente di definire gli interessi fondamentali di una collettività e di cercare i modi in cui essi possono essere preservati, protetti e aumentati.[...] (pp.38) "Ma c'è anche un altro lato della questione, per il quale la democrazia è ancora più esigente: tutti i regimi democratici devono permettere alla gente di impegnarsi in imprese collettive per proteggere diritti che non possono essere garantiti spontaneamente dal mercato" (p.39) 


Geoffrey Stokes, Popper, il Mulino, 2002 pp. 267 € 11,50

Teoria della conoscenza, metodo scientifico, politica, razionalità, libertà: sono questi gli ambiti in cui K. Popper (1902-1994) è venuto costruendo la sua complessa opera filosofica, che si contraddistingue per il tentativo di integrare all'indagine scientifica, una filosofia della libertà. Un pensiero che ha generato grande adesione ma anche controversie e accese discussioni. Questo libro ci offre l'opportunità di accedere alla filosofia popperiana intesa come sistema di idee in evoluzione. E' nelle convinzioni politiche di Popper che Stokes intravede l'unità e la coerenza del suo lavoro. I capitoli esaminano i diversi argomenti popperiani evidenziandone limiti e punti di forza. In particolare l'autore affronta i temi della razionalità, della politica e dell'etica, sullo sfondo del dibattito tra teoria critica e razionalismo critico.

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