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AA.VV. “Non basta dire no”, Mondadori, pagg.226, € 15,60
Dimenticate i toni da crociata che contraddistinguono, da una parte e dall’altra, le discussioni politiche. In Italia, fortunatamente, c’è spazio per l’analisi pacata e approfondita e non solo per gli slogan e le manifestazioni di piazza. Ne è una confortante dimostrazione il bel libro curato da Franco Debenedetti, “Non basta dire no”, un’interessante raccolta di interventi delle firme più illustri del riformismo italiano (Boeri, Ichino, Salvati, Treu, solo per citarne alcuni), unanimi nel sostenere l’urgenza di una svolta modernizzatrice, in particolare nel mercato del lavoro. Il volume è “un robusto, circostanziato e orgoglioso raddrizzar la schiena della cultura riformista – per usare le parole della prefazione di Antonio Polito, direttore del “Riformista” -, per andare oltre il melodramma nazional-popolare rappresentato sull’articolo 18”. Non manca un commovente ricordo, ad opera di Pietro Ichino, del povero Marco Biagi, ultima vittima della radicalizzazione ideologica che troppi danni ha fatto nel nostro Paese.
Roberta Gisotti, La favola dell'Auditel, Editori Riuniti, 2002 pp.160 € 12,00
Pochi in Italia conoscono come funziona realmente l'Auditel: eppure su questo inadeguato sistema di rilevamento si basa, da sedici anni, non solo la pianificazione degli spazi pubblicitari ma anche l'intera offerta televisiva, con grave danno della libertà di espressione, della creazione intellettuale, della crescita culturale e sociale del paese. L'Auditel, una società privata nata per rilevare l'ascolto degli spot è diventata arbitro supremo dell'offerta televisiva e del gusto degli italiani, e si è impossessata della comunicazione televisiva per fini commerciali. Il libro ripercorre le azioni, le richieste di chiarimento, i limiti e le riserve sollevate nel corso di questi sedici anni dal Consiglio consultivo degli utenti, dal Codacons, dal Garante per l'editoria, dall'Istat, dal Governo; testimonia i reiterati rifiuti da parte dell'Auditel a garantire maggiore trasparenza; sottolinea i dubbi, le denunce e i silenzi di molti operatori; propone le sconcertanti testimonianze delle poche famiglie appartenenti al campione auditel ora uscite allo scoperto. Il quadro che ne deriva è quello di uno strumento imperfetto, estremamente macchinoso da utilizzare, rifiutato da nove famiglie su dieci, mirato a monitorare più i consumatori che gli spettatori.
Benedetto Croce, Discorsi parlamentari, Senato della Repubblica, Archivio Storico, Il Mulino, 2002 € 18,00 pp.276
Il volume raccoglie i discorsi pronunciati da Croce come senatore, come Ministro, come componente della Consulta Nazionale e come membro dell'Assemblea Costituente nel periodo che va dal 1913 al 1947. Si accompagnano a questi testi un'ampia documentazione dei disegni di legge e degli altri interventi di Croce nei lavori parlamentari e un'appendice con l'elenco delle opere da lui consultate presso la Biblioteca del Senato nell'arco di diversi decenni. I discorsi parlamentari testimoniano il diretto impegno nella cosa pubblica del grande filosofo liberale. Questo impegno ha il suo culmine nel momento più drammatico della nostra vita statale, quando Croce si trova ad assolvere compiti non solo di orientamento ideale, ma anche di indirizzo politico. Come mostra il saggio di Michele Maggi, che fa da introduzione al volume, l'opera di Croce costituisce un elemento essenziale della storia culturale e civile alla quale condurre la nostra identità di Italiani ed europei.
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