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N. M. Naimark, La politica dell'odio, Laterza, 2002, pp.285 €14,00

La storia europea del XX secolo si è conclusa tragicamente: l'ex Jugoslavia è stata dilaniata dalla guerra civile. Il conflitto più feroce ed efferato mai scoppiato sin dai tempi della seconda Guerra mondiale, ha prodotto milioni di profughi e centinaia di migliaia di vittime. Dove ieri serbi, croati, bosniaci e albanesi kosovari vivevano in condizioni di relativa pace e prosperità, oggi c'è solo devastazione e povertà spaventosa.
In questo suo libro Norman M. Naimark dimostra che le pratiche di genocidio non sono una novità degli anni Novanta ma hanno alle spalle una lunga storia, spesso coperta da un silenzio interessato e colpevole.


N.Janigro, La guerra moderna come malattia della civiltà, Mondadori, 2002 pp.313 €13,50

Le "nuove guerre" costringono a ripensare ai fenomeni della violenza e della distruttività. A partire da questo, analisti, psicologi, antropolgi e sociologi hanno analizzato la natura delle guerre moderne sempre meno confinate ai campi di battaglia e sempre più coinvolgenti la popolazione civile; questi conflitti, amplificati dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione, sono ormai diventati l'espressione più acuta dei malesseri che affliggono le società del nostro tempo.


AA..VV, L'Europa e il futuro della politica, a cura di A. Carrino, Società Libera, 2002 pp.262 Euro 16,00 .

L'ideale di un'Europa unita può dirsi realtà; popoli e stati del vecchio continente possono ora agire di concerto per raggiungere obiettivi comuni tesi a favorire lo sviluppo e la pacifica convivenza. 
Eppure la sola unione economica non può bastare se ad essa non si affianca quella politica, cioè la condizione che ogni Stato membro ceda una parte del proprio potere sovrano per delegarlo ad un organismo sovranazionale.
Società Libera - consapevole delle problematiche e delle difficoltà richieste da una simile realizzazione - ha dedicato a questo tema un convegno internazionale organizzato nel maggio scorso a Napoli, in collaborazione con la facoltà di Scienze Politiche dell'Università Federico II. 
Il volume ne raccoglie gli atti e tutti gli interventi, pur con accenti diversi, non mancano di sottolineare quanto l'Europa rappresenti oggi un elemento estremamente innovativo nell'ambito della fenomenologia politica; un evento che - per la sua importanza - richiede un generale ripensamento delle categorie e dei concetti tradizionali.
Ma il pensiero liberale vanta in più un'aggravante dovuta alla sua duplice tradizione costituzionalistica: da un lato, lo Staatsrecht della scienza giuridica tedesca, cioè un diritto posto da una volontà arbitraria, politica, statale, dall'altro la formula del "rule of law" anglo-sassone, cioè un diritto non statale, costituito da un insieme di consuetudini, di usi, di interpretazioni, di tradizioni.
Due orientamenti diversi, dunque, i cui poli fanno fatica ad incrociarsi.
Di qui l'ulteriore aggravio per i giuristi e gli studiosi del costituzionalismo liberale: gli elementi caratteristici di ambedue gli indirizzi vanno ripensati in profondità per superare le contraddizioni specifiche ad ogni singola storia.
Una riflessione necessaria, sollecitata ormai dai nuovi fenomeni politici e dal percorso stesso dell'Europa comunitaria.


Giuseppe Bedeschi, La fabbrica delle ideologie, Laterza, 2002 pp.440 Euro 25,00

In Italia non si è affermata un'autentica cultura liberale perché la produzione delle ideologie di opposti orientamenti ha impedito una riflessione serena e obiettiva della realtà sociale. "Il pensiero politico italiano del Novecento è profondamente intriso di miti politici, e quindi di ideologie (dal socialismo rivoluzionario al comunismo, dal nazionalismo al fascismo, dall'azionismo al "dossettismo", dall'operaismo alle pulsioni del Sessantotto ecc..). Ecco perchè la democrazia liberale - fondata su un esame sobrio e realistico della società, e ispirata da una mentalità riformistica, che fa tutt'uno con l'ingegneria sociale - ha condotto sempre vita grama nel nostro paese, e i suoi difensori sono sempre stati largamente minoritari".

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