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C.Benso di Cavour, La libertà come fine. Antologia di scritti e discorsi (1846-1861), a cura di R.Balzani, Ideazione, pp.354 € 15,00
Per quanto ancora ben presente nell'immaginario nazional-popolare degli italiani, Cavour non sembra più suscitare alcuna attenzione da un punto di vista politico-culturale. Eppure egli può essere considerato un vero "classico" dell'Ottocento liberale. Sicché scopo di questa antologia è quello di riproporre gli aspetti salienti della sua visione del mondo e della politica nonché i principi che ne hanno ispirato le scelte ideali e l'azione sia come statista che come uomo di governo. Moderato ma non conservatore, fautore in politica del "giusto mezzo", la sua attività si è sempre informata - secondo una nota definizione di Rosario Romeo - ad una "ordinata libertà". Liberale per formazione e per convinzione, Cavour ha saputo orientare le sue scelte politiche all'insegna del realismo. Non dogmatico, per lui il liberalismo è stato, sopratutto, uno stile di governo, un metodo, un criterio per l'azione politica.
R.Cartocci, Diventare grandi in tempi di cinismo, il Mulino, pp.281 € 18,50
Gli italiani: familisti ma introversi, indisciplinati ma creativi, cinici ma amanti del bello. Stereotipi che aprono la strada alle assoluzioni collettive e lasciano insoluto il problema del nostro deficit di civismo. Riuscirà finalmente ad attecchire anche da noi l'idea che le istituzioni garantiscono la convivenza civile solo se disciplinano i rapporti sociali, definendo diritti e doveri di cittadini, famiglie, aziende, burocrazie? Saranno, infine, gli italiani disposti ad essere contagiati da quel senso di appartenenza e di identificazione con lo stato-comunità capace di ispirare la moralità quotidiana?
M. Trainito - G. Tarabbi, I bambini, la televisione e la scuola nel pensiero di Karl Popper, Dainotto Editore, Gela, 2002 pp.118 € 8,50
In un' intervista che K. Popper rilasciò alla RAI nel 1993 egli giunse ad esporre tesi che molti hanno considerato in contraddizione con la sua teoria secondo la quale è essenziale, nella scienza così come nella politica, il confronto critico fra opinioni diverse. Popper chiarisce, invece, che non v'e' contrasto alcuno tra la nozione di libertà e l'introduzione di severi controlli nella programmazione televisiva, se tali restrizioni si rivelano in grado di arginare la diffusione di trasmissioni dal contenuto violento. E giustifica questa sua posizione argomentando che ogni società aperta e democratica ha il dovere di tutelarsi contro chi pratica l'intolleranza e la violenza.
Il lavoro di Trainito si muove nello stesso solco; agile, chiaro, rigoroso il libro esplora il pensiero popperiano da questa angolatura inedita e stimolante. Insegnanti, pedagogisti, operatori televisivi e genitori vi troveranno spunti per una seria e audace riflessione sul loro ruolo educativo in un mondo che vede i giovani preda di modelli di vita virtuali e irresponsabili. Sicchè - conclude Popper - :"Tutti coloro che invocano la libertà o l'indipendenza per dire che non si possono introdurre limitazioni in un potere così pericoloso come quello della televisione, sono degli idioti...". (K. Popper, L'informazione violenta, Società Aperta Edizioni, 1996 cit. pp.28.29)
Ruben Razzante, Le nuove regole della comunicazione nell'era di Internet, CEDAM, 2002 pp. 480 € 35
Oggetto del volume è la tutela apprestata dalla Costituzione italiana alla libertà di manifestazione del pensiero intesa in senso lato e con tutte le sue implicazioni, dal diritto di informare al diritto di essere informati (correttamente). Nel secondo capitolo vengono trattate tutte le norme vigenti in materia giornalistica, dalla legge sulla stampa alla nuova legge sull'editoria, dalle normative in materia di emittenza radiotelevisiva e quelle sul diritto d'autore, senza dimenticare la spinosa questione della par condicio.
Il terzo capitolo è interamente dedicato alla legge sulla privacy e al suo precario equilibrio con l'esercizio del diritto di cronaca, sul quale in molte circostanze il Garante ha dovuto pronunciarsi, a partire dalla necessaria interpretazione dei precetti dettati dal codice deontologico elaborato dall'Ordine nazionale dei giornalisti.
Il quarto capitolo è imperniato sull'analisi del reato di diffamazione a mezzo stampa e contiene una parte consistente sulla diffamazione on-line, che richiama in causa tutti gli operatori di Internet.
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