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PREMIO INTERNAZIONALE ALLA LIBERTA'
X edizione

TESTIMONIANZA DI UN IMPEGNO

In occasione della prima edizione avvertimmo il rischio che nel ”Paese dei premi” il nostro potesse essere percepito come l’ennesimo evento, per di più inconsueto e generico. Realizzandone il decennale, con uno sguardo al passato, possiamo constatare che così non è stato. Ci confortano quarantasei premiati provenienti da diciassette Paesi di quattro continenti, individuati con motivazioni di grande spessore, molti dei quali ci hanno anche procurato un profondo impatto emotivo. La nostra riconoscenza va a tutti e un particolare ricordo ai premiati che in questi anni ci hanno lasciato – Nicola Matteucci, Nicola Cabibbo, Renato Crotti, Giovanni Reale.

Oggi, compiutamente, realizziamo che si è trattato di una vera e consistente operazione culturale, prodotta con forte impegno da Società Libera. Ma siamo altrettanto certi che il messaggio che intendevamo veicolare attraverso il Premio, o come è stato presentato nell’ultima edizione “Una serata per la libertà”, sia stato effettivamente percepito? Obiettivamente crediamo che lo sia stato in misura alquanto deficitaria e accolto, da un punto di vista mediatico, con un interessato silenzio.

Affidare allo strumento televisivo la riflessione su comportamenti eccellenti e la sensibilizzazione sul tema della responsabilità e delle libertà individuali, indispensabili presupposti di una società in cui il liberalismo possa sviluppare il suo dinamismo, al di là di semplicistiche identificazioni e pregiudiziali chiusure, forse si è rivelata impresa alquanto ambiziosa, non raccordabile con il deficit genetico e strutturale del mezzo televisivo che, per sua stessa natura si connota come sottoprodotto della quotidianità politica e non come generatore di vivacità e pluralismo culturale.

Ma questa è altra storia, sulla “qualità” del prodotto televisivo rimandiamo alle riflessioni lasciateci da Karl Popper, noi ritorniamo ai nostri premiati. Ripercorrendo la loro galleria che conclude questo volume e rileggendone le motivazioni, quanta attualità ci viene incontro, quante situazioni individuali e collettive abbiamo, forse con troppo anticipo, portato ad una più vasta attenzione, quanti stimoli ci siamo preoccupati di innestare nel dibattito culturale.Dalla necessità di modernizzazione dei Paesi nordafricani ai conflitti mediorientali, dal tema della globalizzazione alla libertà dei popoli e delle minoranze oppresse, non tralasciando i mirabili impegni individuali nella ricerca scientifica.

Queste le considerazioni che ci fanno ritenere di aver svolto questo lavoro con passione ed onore.

Vincenzo Olita
Direttore Società Libera

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