Flavio Felice,
Welfare e persona, Rubbettino, 2008, pp.44 € 5
Il progetto della società civile richiede in primo luogo l'esercizio di alcune
virtù civiche che potremmo sintetizzare con l'espressione autogoverno: l'insieme
delle virtù che segnano la distanza tra il suddito, ripiegato su se stesso e in
balia del potere coercitivo, e il sovrano, responsabile per le azioni che compie
e per questa ragione libero di contribuire alla realizzazione della propria
personalità. L'esercizio di tali virtù richiede il sacrificio costante e la
vigilanza perenne, dal momento che il progetto della società civile non è
l'esito intenzionale di qualche astuto scienziato sociale; non si tratta di
un'opera d'ingegneria sociale, raggiunta in modo definitivo, una volta per
tutte, bensì è la lenta evoluzione di attitudini che hanno assunto la forma
storica che noi conosciamo dopo un'incessante - e mai definitivamente compiuta -
opera di approssimazione a ciò che uomini imperfetti, ma desiderosi di
migliorare la propria condizione, hanno creduto e credono che sia la verità.
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