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Giulio Giorello, 
Di nessuna chiesa. La libertà del laico, 
Cortina 2005 pp.79 € 6,38

Uno spettro si aggira per l'Europa: il relativismo, cioè il dogma che non c'è nessun dogma.
Chierici e laici hanno stretto una santa alleanza in nome dei nostri valori e delle nostre radici.
Forse non sanno che dietro quel fantasma ci sono il corpo dell'individuo, la libertà della ricerca, le garanzie dei diritti e la stessa genuinità della fede.
Tutto cancellato, se vince il progetto dei teo-con? Affatto, se il laico ha non solo la volontà di reagire ma anche la forza di attaccare.
Non questa o quella chiesa, ma la "presunzione di infallibilità" che può viziare qualsiasi istituzione o comunità. Essere laico vuol dire non solo esercitare l'arte del sospetto ma anche agire per una solidarietà che non ha bisogno di un fondamento religioso.

 

Gianfranco Pasquino, a cura di,
La scienza politica di Giovanni Sartori, 
Il Mulino, 2005 pp.286 € 18.

Fra i più influenti scienziati politici del secondo dopoguerra e internazionalmente noto, Giovanni Sartori è il più importante scienziato politico italiano.
Autore di fondamentali volumi tradotti in una molteplicità di lingue, Sartori ha scritto di democrazia, di partiti e di sistemi di partito, di teoria politicae di analisi comparata, di ingegneria costituzionale. Nei capitoli di questo libro, gli autori, suoi collaboratori e allievi, analizzano ciascuno una tematica frequentata da Sartori e ne mettono in rilievo il significato, l'originalità e la permanente validità.
L'esito è una visione ampia, approfondita e articolata del pensiero di Sartori.

 

Pompeo Biondi, 
Studi sul potere, 
Rubbettino, 2004 pp.197 € 8

Negli Studi sul potere, scritti fra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Sessanta e pubblicati per la prima volta in volume nel 1965, Pompeo Biondi esprime una decisa reazione contro l'autoritarismo, il collettivismo ed il totalitarismo, elaborando una concezione concreta della libertà individuale; più adatta a comprendere e affrontare la modernità.
Il liberalismo di Biondi converge col costituzionalismo inteso come teoria e pratica dei limiti del potere. Limiti storici perché la storia malgrado tutto rimane storia della libertà. 
Limiti politici e giuridici perché non è ammissibile che ordinarsi voglia dire subordinarsi. 
Limiti etici perché nessun potere è autorizzato a fare ufficio di Dio in terra. 
Limiti economici perché lo Stato diviene dispotico se pretende di dirigere integralmente le attività produttive dei cittadini e di prelevare a suo arbitrio le risorse create dalle loro libere intraprese.

 

Luigi Marco Bassani, 
Marxismo e liberismo nel pensiero di Enrico Leone, 
Giuffrè, 2005 pp.252 € 23.

Per alcuni aspetti soreliano, ma convinto assertore del naturale pacifismo del proletariato e quindi contrario alla violenza, come a tutte le guerre, Enrico Leone rappresenta un "sentiero interrotto" della sinistra italiana ed europea.
Nei primi anni del Novecento egli cercò infatti, con peculiare determinazione, di utilizzare i contributi scientifici delle scuole etiliste, liberali e conservatrici per fornire basi più convincenti alla riflessione socialista del suo tempo. 
Il risultato della sua revisione del marxismo fu una sorta di "socialismo di mercato", liberista e libertario, che, salvando lo "scopo finale" (il sovvertimento del sistema capitalistico), propone però il massimo grado di libertà economica e sociale, nella convinzione che lo Stato sia un'istituzione per sua natura violenta e parassitaria, d'impaccio sia per i capitalisti che per i proletari.
Il libro costituisce un'opera originale, profonda ed esaustiva sul pensatore più importante del sindacalismo rivoluzionario italiano.

Elenco recensioni

 

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