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Paul Berman, Terrore e liberalismo
Einaudi, 2004, pp.256 € 13,50

«Siamo in una situazione assurda, in uno di quei tipi di confusione oscura che in passato hanno permesso a regimi e movimenti totalitari di svilupparsi. L'èra totalitaria è stata anche l'èra della cecità liberale».Contro i luoghi comuni del pensiero e la Storia ridotta a slogan, uno studioso americano spiega un apparente paradosso: come la «war on terror» non sia altro che il proseguimento in altre forme della Seconda guerra mondiale, combattuta per sconfiggere il nazifascismo. Al terrorismo Berman oppone il «liberalismo» precisandolo: non inteso come «la filosofia del capitalismo e del mercato» ma piu' estesamente come «la filosofia della libertà, e la pratica della libertà». In questo senso il suo Terrore e liberalismo è una decisa risposta «liberale» al terrorismo. La guerra al terrore secondo Berman non è uno scontro tra civiltà, tra Occidente e islam, ma l'arena dove continua oggi, in una nuova versione, la guerra che per tutto il secolo scorso ha infiammato l'Europa, provocando milioni di morti: la guerra tra totalitarismo e libertà. Sconfitta con la Seconda guerra mondiale, la pretesa totalitaria rimane figlia dell'Occidente e della sua cultura romantico-nichilista, che non disprezza il culto del suicidio e del massacro.

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