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Luciano Gallino, La scomparsa dell'Italia industriale
Einaudi, 2003, pp.106 € 7,00

L'Italia industriale è uscita quasi completamente da mercati in continua crescita quale l'elettronica di consumo.Né è pervenuta a far raggiungere una adeguata massa critica ad industrie dove ancora possiede grande capitale di tecnologie e di risorse umane, come l'aereonautica civile. Dove essa esisteva, l'ha frantumata: è avvenuto con l'elettromeccanica ad alta tecnologia. Resta in piedi un ultimo settore della grande industria, l'automobile, la cui crisi procede peraltro verso esiti al momento imprevedibili. I costi economici e sociali di tali vicende sono stati immensi. Come lo è il rischio di diventare una colonia industriale di altri paesi. Non è stata un'impresa da poco aver lasciato scomparire interi settori produttivi nei quali si eccelleva; né aver mancato le opportunità per riuscirvi in quelli dove esistevano le risorse tecnologiche e umane per farlo. Sembra lecito chiedersi come ci sia riusciti. Questo saggio prova a delineare alcune risposte con l'auspicio di veder ricomparire una politica industriale, volta a favorire l'occupazione ad alta intensità di conoscenza e uno sviluppo più autonomo ed equilibrato di tutto il paese.

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