John Mearsheimer, La logica di potenza
Università Bocconi Editore, pp. 450 € 29,50
Questo libro è stato pubblicato negli Stati Uniti subito dopo il crollo delle torri. L'attacco portato sul suolo americano e il realismo con cui Mearsheimer descrive il crudo mondo della politica internazionale l'hanno reso immediatamente uno dei testi fondamentali per capire e affrontare le nuove insidie del XXI secolo. L'Autore espone una teoria compiuta delle relazioni fra le grandi potenze, dall'avvento alla guerra moderna con Napoleone Bonaparte fino alla dissoluzione dell'Unione Sovietica e all'incerto decennio del dopoguerra fredda. Le sue recise affermazioni vengono messe alla prova degli avvenimenti storici, riuscendo a dare conto del comportamento dei grandi attori nel sistema internazionale: Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia; ma anche Cina, Italia e Giappone. La teoria di Mearsheimer è detta "realismo offensivo" e riprende la tradizione che da Machiavelli a Lenin ha storicamente guardato con disincanto agli affari del mondo e al persistente alternanrsi di democrazia e guerra nelle relazioni fra stati. Mearsheimer è contrario all'invasione dell'Iraq, perché ciò indica l'abbandono da parte dell'America del suo saggio e tradizionale ruolo di "bilanciatore d'Oltremare" al pari della Gran Bretagna. Come ogni volta, di fronte alla presenza di un'egemone, le altre potenze, indipendentemente dai loro orientamenti economici e ideologici, si adoperano per formare una coalizione in grado di controbilanciare il suo smisurato potere. La logica di potenza è un saggio di politica internazionale che non richiede al lettore conoscenze specifiche. A testimonianza del suo valore si è guadagnato gli elogi incondizionati della destra guerrafondaia così come della della sinistra pacifista.
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