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Luigi Fenizi, Icaro è caduto
Bardi Editore, pp.594 € 28,00

Icaro, ovvero la seduzione dell'impossibile. Dedalo, ovvero la pratica del ragionevole. Se il primo incarna lo spirito dell'utopia e la tentazione rivoluzionaria, il secondo rappresenta lo spirito scientifico e il metodo riformistico. Il principio del piacere e il principio di realtà: due stati della coscienza, due forze della storia. Sopratutto della storia moderna, che dopo aver coltivato i sogni utopici ha sperimentato gli incubi dispotici, altro nome delle catastrofi prodotte dai sistemi totalitari del Novecento. Caduto Icaro, sempre più si affermano Efesto e Narciso. Eppure, fra ipertecnologia e turbocapitalismo, fra suggestioni virtuali e rischi reali, è di Dedalo - utopista ragionevole - che avremmo ancora bisogno. Infatti, divenuto prigioniero della sua stessa costruzione, egli trovò il modo di uscirne grazie alla lucidità e alla misura: qualità preziose anche nell'età post-ideologica; qualità che rischiamo di smarrire, incantati come siamo dalla velocità, il demone dell'epoca. Di quelle doti, invece, abbiamo più che mai bisogno, se non vogliamo ritrovarci intrappolati in qualche imprevisto meandro della nostrra luccicante ipermodernità.

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