Ekkehart Krippendorf, L'arte di non essere governati
Fazi Editore, pp.324 € 22,50
I frutti di una intollerabile scissione fra politica ed etica, tra vita pubblica e vita morale, sono oggi drammaticamente evidenti. Dal punto di vista economico, sociale, ambientale e delle relazioni internazionali, la percezione dell'ingiustizia del mondo è quanto mai diffusa e acuta. Nonostante questa percezione e i movimenti di protesta cui essa dà luogo, la "politica dei politici" non sembra in grado di sganciarsi da un pragmatismo soffocante ed avvilente. Avvilente in primo luogo per la politica stessa che, come scrive l'Autore nella sua prefazione, "è troppo importante perchè sia lasciata nella mani dei politici". E' dunque tempo di rifondare la vita pubblica su basi etiche; questo è l'assunto che Krippendorf, tra i maggiori politologi tedeschi, pone a fondamento dell'"Arte di non essere governati", la sua opera maggiore. Come adempiere a questo compito epocale? Rifacendosi a "modelli vivi" - spiega l'Autore -; a esempi storici da cui trarre le linee-guida di un comportamento etico e ideale e nel contempo praticamente realizzabile. Si tratta quindi di mettere a punto un'arte; quella di svolgere il proprio ruolo etico al contempo solidale e indipendente all'interno della comunità sottraendosi ai meccanismi paralizzanti del potere costituito.
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