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Paul Ormerod, L'economia della farfalla
Instar Libri, pp. 240 € 16

Economia e società non possono essere considerate alla stregua di una macchina complicata ma in fondo prevedibile; i limiti di questa concezione sono sotto gli occhi di tutti. Scricchiola quindi l'ipotesi sostenuta dall'economia ortodossa: fate A,B e C e la conseguenza sarà invariabilmente X. Ci serve invece una impostazione meno dogmatica. L'economia è un sistema complesso molto più simile a un'organismo vivente, capace di adattarsi e di apprendere. E' alla biologia che dobbbiamo chiedere aiuto, non alla meccanica. Partendo dalla curiosa analogia biologica tra il comportamento di una colonia di formiche e quello di individui e imprese, Paul Ormerod mostra come si possano chiarire i problemi più disparati, per esempio perchè tra prodotti concorrenti spesso prevalgano quelli tecnologicamente inferiori, o perchè gli effetti del governo sull'economia siano in larga parte irrisori, o spiegare Hollywood e i mercati dei cambi. I fenomeni sociali ed economici non sono poi tanto diversi dalle formiche: individui e imprese non agiscono isolati, ma si adattano e modificano il loro comportamento alla luce di ciò che fanno gli altri. E' necessario, dunque, costruire una nuova scienza economica organica che, smontando le analisi convenzionali di tipo meccanicistico, si indirizzi verso analogie di tipo biologico; ed in particolare quella che Ormerod, prendendo a prestito una immagine cara ai divulgatori della teoria del caos, chiama appunto l'economia della farfalla.

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