Condividi |

22 dicembre 2006

 

Anno VI - n.115



UN DEFICIT DI DEMOCRAZIA
di M. Parisi

All’improvviso, nei giorni passati molti esponenti politici hanno cominciato ad invocare maggiore democrazia all’interno dei partiti: un atto d’accusa trasversale che è rimbalzato da Destra a Sinistra, anche perché il deficit di democrazia interna riguarda tutti gli schieramenti, pur se in diversa misura.
A richiamare l’attenzione sul tema è servito pure un discorso del Capo dello Stato pronunciato in occasione dell’inaugurazione di un'epigrafe marmorea celebrativa del sessantesimo anniversario del voto alle donne: secondo il Presidente della Repubblica per favorire la presenza delle donne in politica non occorre tanto approvare nuove leggi, ma ci si deve concentrare sulla vita democratica nei partiti.
Tutto qui? In realtà, la casistica è alquanto varia: non sempre e non tutti i partiti convocano con regolarità i congressi nazionali per il rinnovo delle cariche; spesso tali congressi sono manovrati e manipolati in modo da scongiurare esiti imprevisti; talvolta le cariche sono rinnovate per acclamazione; altre volte il risultato delle votazioni appare del tutto scontato.
La Costituzione riconosce il diritto dei cittadini ad associarsi liberamente in partiti “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49), ma non prevede per tali associazioni di dotarsi anche di un ordinamento democratico interno.
Una cosa è certa: all’interno dei partiti la democrazia non sempre c’è o non funziona come dovrebbe.
Nulla di nuovo: come Società Libera lo denunciamo da tempo.


UNA PROPOSTA PICCOLA PICCOLA
di L. Ongaro

Nell' adoperarci per cambiare il Paese nel senso di un liberalismo sostanziale e per affermare una società effettivamente aperta, ci si imbatte, ovviamente, in tanti ostacoli e mille distinguo.
L'insidia maggiore è rappresentata da chi, formalmente, dichiara di concordare sulla necessità del cambiamento, ma poi, utilizzando cavillosi distinguo, maschera la sua lontananza dagli interessi della comunità apparendo, nel contempo, riformatore, moderno, liberale, aperto, favorevole e preoccupato per le nostre esigenze.
Conservazione e paralisi ne sono l'ovvia conclusione.
Vogliamo avanzare, allora, una proposta piccola piccola che non consente distinguo di alcun tipo.
Ci rivolgiamo ai presidenti della Rai, di Mediaset e della Commissione parlamentare di vigilanza, ai parlamentari, ai gruppi politici affinchè qualcuno dimostri sensibilità nell'adoperarsi per eliminare l'odioso andazzo rappresentato dall'automatico aumento di volume in occasione della messa in onda degli spazi pubblicitari.
E' una pratica incivile, offensiva dell'intelligenza dell'ascoltatore.
Si presume, forse, che il rumore attiri l'attenzione, così come la musica favorisce la produzione di latte nei bovini. Dovrebbe, invece, risultare evidente il meccanismo di rigetto che si genera, ma evidentemente così non è.
Comunque, non ci interessa entrare in inutili tecnicismi, vorremmo solo sapere se a qualcuno preme condividere la nostra piccola proposta.
L'impegno è di portare a conoscenza eventuali distinguo degli addetti ai lavori.


LA LIBRERIA DI SOCIETA' LIBERA
di G. Pagano

ARTICOLI:

Il paradosso democratico (17 dicembre 2006) www.corriere.it

LIBRI:

Luciano Bardi (a cura) "Partiti e sistemi di partito", Il Mulino, 2006.
"Intento di questo volume è offrire al lettore un quadro accurato e il più possibile esaustivo del dibattito e delle ricerche recenti sui partiti e sui sistemi di partito.
In apertura il classico saggio di Katz e Mair ....... [www.societalibera.org/recensioni/recensioni.htm]

IL FRAMMENTO

"In effetti, quanto più una società è complessa, quanto più comporta antagonismi, disordini, conflitti, tanto più deve comportare, per compensare questa sua fragilità, un legame comunitario di fraternità spontanea e volontaria. Ma non c'è altra garanzia alla fragilità della complessità, fuorchè quella dell'autorigenerazione permanente della complessità stessa. Come dire che, se vogliamo essere liberi, dobbiamo correre i rischi della libertà. Le società oppressive sono quelle che non accettano di correre alcun rischio. Ma per questo esse corrono, al limite, il rischio della loro dissoluzione".
Edgar Morin, Sociologia della sociologia, Edizioni Lavoro, 1985.


AGENDA

Roma - Riunione Comitato Scientifico - venerdì 12 gennaio 2007, ore 15,00.
Roma - Incontro Circolo - venerdì 12 gennaio 2007, ore 20,30 - via dei Prefetti, 17.


SOCIETA' LIBERA AUGURA UN 2007
DI RIFLESSIONE SULLA NOSTRA RESPONSABILITA'
PER L'AFFERMAZIONE DI UN CONCRETO LIBERALISMO
E PER LA SALVAGUARDIA DELLE LIBERTA'.


La newsletter è stata redatta da: Vittorio V. Alberti (Roma), Fabrizio Garavaglia (Milano), Maria Cristina Nardini (Roma), Massimo Olivotti (Milano), Giancarlo Pagano (Napoli) e Maurizio Parisi (Roma).

Archivio newsletter

Iscrizione alla newsletter

 

( inizio pagina )