LE FAVOLE DEI NEO-CHICdi V. OlitaNon vi è Amministrazione, da Milano a Bologna, di destra o di sinistra, che non pensi di introdurre il ticket d'ingresso in città.
La motivazione è nota: diminuire l'inquinamento, reperire risorse per potenziare il trasporto pubblico. A due reali problemi la dirigenza politica locale risponde con la superficiale arroganza di sempre. Tassare!
E' vivo il ricordo della legge Tognoli (inizio anni 80) che aumentò gli importi delle multe per divieto di sosta, per finanziare i parcheggi pubblici. Sono circa 25 anni che paghiamo, ma i parcheggi chi li ha visti?
Sostenere che il trasporto pubblico vada potenziato, che la qualità dell'aria vada migliorata, che il traffico vada decongestionato è di una banalità sconcertante. Solo la Moratti e il Cofferati di turno hanno la capacità di proporle come novità.
I problemi non si affrontano proclamandone l'esistenza, possibilmente ci si adopera per risolverli. E noi non crediamo più che la soluzione sia quella di inventare nuovi balzelli per i cittadini dell'hinterland che per necessità, quotidianamente, penetrano in città. E poi non capiamo perché chi vive nei comuni limitrofi debba continuare ad essere inquinato e congestionato. Del resto se tutti applicassero lo stesso metodo saremmo ad un nuovo Medio Evo.
La dirigenza politica finge di non sapere che ormai centinaia di migliaia di persone vivono in agglomerati, più o meno piccoli, disseminati in zone limitrofe ai grandi centri, non usufruendo, spesso, di nessun trasporto pubblico.
Finge di non vedere l'impoverimento abitativo, umano e culturale che i centri cittadini vivono dopo la chiusura degli uffici.
Finge di non comprendere che, insieme al problema della vivibilità delle periferie, cresce anche quello dei centri storici.
Certo, a Milano la "signora ticket" ha lanciato l'allarme sulla scomparsa di cinema, teatri e piccoli negozi. Siamo al solito proclama.
Sicuramente, è politicamente corretto affidarsi al ticket, da Legambiente ai Verdi, dalla sinistra alla destra mette tutti d'accordo. Si accodano perfino i liberisti dell'ultim'ora, che tanto invocano l'arretramento della mano pubblica; basta prospettare balzelli e finte privatizzazioni.
A noi, amanti di un liberalismo sostanziale, non resta che chiederci quale diversità caratterizzi la destra e la sinistra. E chi mai ridisegnerà il trasporto pubblico nelle aree metropolitane costruendo, prolungando e potenziando reti ormai funzionali solo ad una società rurale?
Per ora siamo all'ennesimo proclama della signora ticket: " Potenzieremo i trasporti del 25%".
Certo non è difficile potenziare il nulla.
DUE PROPOSTE DI RIFORMAdi Vittorio V. AlbertiSocietà Libera, al fine di richiamare l’attenzione del Parlamento sulle tematiche degli ordini professionali e della struttura della RAI, ha inviato ai membri del Senato e della Camera una lettera contenente due chiare ed efficaci proposte di riforma.
Società Libera propone di abolire gli ordini professionali e di ridurre il controllo dello Stato sull’emittenza pubblica, privatizzando due delle tre reti Rai.
Tali riforme, profondamente innovative, consentirebbero al campo delle professioni e al sistema televisivo di aprirsi ad investimenti privati e ad una effettiva concorrenza, con prevedibili effetti di trascinamento sul piano dell’efficienza e dello sviluppo economico.
Infatti, la liberalizzazione delle professioni non solo favorirebbe i giovani professionisti, ma assicurerebbe agli utenti la certezza di pagare tariffe concorrenziali.
Così come la privatizzazione di due reti Rai spezzerebbe il duopolio esistente, favorendo l’ingresso di nuovi investitori. Da questa “cura dimagrante”
deriverebbe una consistente riduzione dell’influenza della politica sull’informazione e l’avvio di un effettivo servizio pubblico nell’ambito di una sola rete.
Con queste due proposte, che rappresentano altrettanti punti del Manifesto delle Libertà di Società Libera, ci siamo rivolti ai membri del Parlamento per conoscere il loro orientamento e, in caso di concordanza, la loro disponibilità per l’avvio di un trasversale “Comitato per le Liberalizzazioni” che si adoperi per la modernizzazione del Paese, anche attraverso proposte di legge di iniziativa popolare.
LA LIBRERIA DI SOCIETA' LIBERAARTICOLI:"La scuola senza qualità" di A. PANEBIANCO (30 ottobre 2006)
www.corriere.it"La scienza è democrazia" di E. BONCINELLI (30 ottobre 2006)
www.corriere.it"Diritto libero e Stato liberale" di N. IRTI (9 novembre 2006)
www.corriere.it"La fine del laicismo" di R. DAHRENDORF (11 novembre 2006)
www.repubblica.it"Il degrado della Tv" di B. SEVERGNINI (13 novembre 2006)
www.corriere.itIL FRAMMENTO"E' vero che - per Hayek - senza il mercato non può darsi la dignità umana, ma è anche vero che un mercato non può sussistere senza l'esitenza di un ordine morale".
Nicola Matteucci, L'eredità di von Hayek, Società Aperta 1997.
AGENDAMilano - Incontro firmatari Manifesto della Libertà - Mercoledì 23 novembre ore 21.00, Corso Buenos Aires n. 37
E' attivo il blog del circolo di Roma di Società Libera all'indirizzo:
www.societaliberaroma.blogspot.comLa newsletter è stata redatta da: Vittorio V. Alberti (Roma), Paolo Avanti (Milano), Fabrizio Garavaglia (Milano), Maria Cristina Nardini (Roma), Massimo Olivotti (Milano) e Giancarlo Pagano (Napoli).