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19 settembre 2006

 

Anno VI - n. 110

AGENDA

I LUNEDI' DI SOCIETA' LIBERA - Edoardo Boncinelli "La scienza come valore di libertà"
Milano - 25 settembre 2006 ore 18.00 - Sala Lauree - Facoltà di Scienze Politiche - via Conservatorio,7
Roma - 26 settembre 2006 ore 20.30 - Riunione del Circolo

IL PROFESSORE, IL CAVALIERE E LE PISTOLE AD ACQUA
di Vincenzo Olita

A dar retta ai mezzi d’informazione è in corso una battaglia per il controllo della Rai.
Dai due schieramenti si levano roboanti affermazioni di principio: “occorre recidere il cordone ombelicale tra politica e Rai “(sinistra);”la sinistra vuole occupare viale Mazzini” (destra).
Sono le identiche affermazioni, a parti invertite, ascoltate cinque anni fa.
Su questo è superfluo sprecare inchiostro, la nostra posizione è netta.E’ necessario uscire dal duopolio televisivo iniziando a privatizzare due reti Rai, introducendo un reale servizio pubblico attraverso un’unica rete.
Vorremmo comprendere,però, le ragioni di una battaglia che viene presentata come fondamentale per le sorti della democrazia. E forse lo sarebbe se il controllo della Rai, attraverso i direttori dei Tg e delle reti, fosse presupposto per una alternativa qualità dell’informazione e dei programmi.
Ma chi si è accorto di una qualche diversità, dovuta ai Consigli di Amministrazione, ai direttori di rete e di telegiornali scelti dai governi che si sono succeduti? Chi pensa davvero che informazione e palinsesti cambieranno con i nuovi arrivi?
Purtroppo, l’alternarsi di uomini e schieramenti non produce affatto l’alternarsi di visioni e progetti culturali differenti che abbiano pratica ricaduta su contenuti e qualità dei programmi. Che a capo della rete 2 ci sia il leghista Marano o un signore dell’opposto schieramento non assicura nessun cambiamento, neppure la scomparsa delle volgarità della signora Ventura. Così come continueremo ad apprendere dal signor Pupo che farsi palpeggiare il deretano da una concorrente significa farsi baciare dalla fortuna.
E’ politicamente scorretto affermarlo, ma la grande battaglia per la democrazia in Rai, alla fine, si riduce alla solita miserabile occupazione di poltrone spesso inutili.
Importanti certo per gli interessati, ma del tutto ininfluenti per tutti gli altri.
Ci sembra di assistere alle grandi e molto serie battaglie dei bambini con le loro micidiali pistole ad acqua.


LIBERTA' E 11 SETTEMBRE
di Vittorio V. Alberti

In questi giorni è inevitabile parlare di 11 settembre 2001: data fondante del nuovo millennio.
In effetti è così: il 2000 come era storica, al di là di ogni riflessione giornalistica di tipo neo-millenarista, ha avuto inizio proprio negli Stati Uniti, quando siamo stati inondati da quell'incredibile scenario apocalittico.
Se la caduta del muro di Berlino ha sepolto la guerra fredda dando seguito ai conflitti regionali che i decenni del comunismo e della contrapposizione oriente-occidente avevano sopito, l'11 settembre ha determinato la fine della stagione bipolare inaugurata a Yalta nelle coscienze di ognuno.
L’11 settembre è il culmine di questo processo. Si tratta di una guerra? Sì, ma del tutto inedita. I contendenti sono asimmetrici - come si dice - e questo ha inaugurato una rivisitazione identitaria della cultura e dell’idea di Stato.
Chi siamo, chi siamo stati, chi saremo, chi è l'altro: questi i quesiti. Ma, soprattutto, ha preso corpo una massiccia tensione di conoscenza ora fallace, ora umorale e imprecisa, ora seria, ora accademica di un mondo poco conosciuto: quello di religione islamica - che non è un monolite.
Il concetto di libertà ha assunto un nuovo interesse e una nuova connotazione rispetto a pochi anni fa, quando significava principalmente e quasi esclusivamente "libertà dalla tirannia totalitaria". Oggi, invece, la libertà è tornata per così dire all'origine: alla sua dimensione naturalmente individuale.
Quel che è certo è che la libertà va costantemente vitalizzata e impostata secondo l'evoluzione della storia, ma per fare ciò, occorre fermezza (vigore) intellettuale. Una coerenza culturale dalla quale far scaturire una chiarezza politica e giuridica.
Le ragioni della cultura e della morale spesso confliggono con le necessità dell'immediatezza politica: e così il filosofo può sostenere che la repressione nelle periferie disagiate francesi o la limitazione delle libertà individuali in nome della lotta al terrore, siano antiliberali. Ma è proprio qui che una coscienza autenticamente razionale deve sforzarsi di volta in volta di trovare il giusto equilibrio dettato dal buon senso e dalla millenaria tradizione che, dalla Grecia, giunge fino a noi. Infatti i termini entro i quali occorre muoversi con difficile raziocinio politico e culturale sono l'accettazione possibile (e spesso auspicata) di limitazioni della libertà individuale in nome di un'altra libertà, quella dalla paura di un attentato; e la necessaria vigilanza sugli eccessi contrari allo Stato di diritto che tali provvedimenti potrebbero occasionare. Tutto ciò comporta la nascita di una nuova cultura politica che, lungi da ogni ideologismo, permetta una comprensione realistica delle cose.
Ma perché questo possa svilupparsi, occorre che la politica torni a fondarsi su una prospettiva ideale e non si svolga seguendo la pura e semplice gestione e amministrazione dell’esistente in una sorta di pragmatismo minore che, di fatto, allontana il cittadino da una sostanziale partecipazione.


LA LIBRERIA DI SOCIETA' LIBERA
di Giancarlo Pagano

ARTICOLI:
"L’uomo a più identità" di A.SEN (3/9/ 2006) www.sole24ore.com
"Leader politici in crisi?" di P.OSTELLINO (9/9/2006) www.corriere.it
"Le notizie in anticipo" di S. ROMANO (14/9/2006) www.corriere.it
"Libero mercato, non solo per i piccoli" di F.MORGANTI (18/9/2006) www.corriere.it

LIBRI:
Luigino Bruni "Reciprocità. Dinamiche di cooperazione, economia e società civile" Dedalo, Bruno Mondatori 20 €
Nuovi studi economici e tanti risultati sperimentali mettono in discussione il principio del self-interest, contribuendo a ridare centralità ai concetti di reciprocità e fiducia nell’ambito di una più generale riflessione circa la logica di funzionamento delle economie di mercato. [ ...] www.societalibera.org/recensioni.htm

FRAMMENTO
Thomas Jefferson
, Draft of Kentucky Resolution of 1789
" Il governo libero è fondato sulla diffidenza, non sulla fiducia: ed è la prima, non la seconda a prescrivere costituzioni limitate per vincolare quelli a cui siamo obbligati ad affidare il potere[…] Nelle questioni del potere, quindi, non si parli più di fiducia nell'uomo, ma si vincoli quest'ultimo, contro il mal fare, con le catene della costituzione"

E' attivo il blog del circolo di Roma di Società Libera all'indirizzo: www.societaliberaroma.blogspot.com



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IL MANIFESTO DELLA LIBERTA'
WWW.SOCIETALIBERA.ORG



La newsletter è stata redatta da: Vittorio V. Alberti (Roma), Paolo Avanti (Milano), Fabrizio Garavaglia (Milano), Maria Cristina Nardini (Roma), Massimo Olivotti (Milano) e Giancarlo Pagano (Napoli).

 

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