SOCIETA' LIBERA INFORMAZIONE N. 49
18 dicembre 2002
In questo numero abbiamo ritenuto opportuno sostituire le rubriche “Parliamone” e il “Tema del giorno” con l’articolo di fondo di Piero Ostellino, componente il Comitato Scientifico di Società Libera, apparso oggi sul Corriere della Sera.
L’impostazione di Ostellino è un’efficace sintesi del lavoro e del posizionamento di Società Libera nei suoi quattro anni di vita.
Con entusiasmo vogliamo considerare questo intervento come un manifesto programmatico di Società Libera, almeno per gli aspetti trattati, e non ultimo, per la distanza che ci separa dai “Cantori del liberalismo reale”.
Vincenzo Olita
IL CONFLITTO FRA INTERESSI
di Piero Ostellino
Chi l'avrebbe mai detto? La battaglia finale per la supremazia sull'Italia di domani non è fra comunisti ed ex comunisti, come aveva previsto Ignazio Silone, né fra ex democristiani, ma fra capitalisti. Sulle macerie della maggiore industria nazionale, è in corso il più colossale «conflitto fra interessi» della storia del nostro Paese nel secondo dopoguerra. Poiché la posta è alta, il gioco si fa duro e, a differenza di quanto era accaduto nelle «guerre limitate» del passato, che erano solo economiche e finanziarie, l'attuale «guerra totale» è anche di schieramenti politici. L'anomalia del capitalismo italiano, il cortocircuito fra politica ed economia, si istituzionalizza. Al governo, c'è un uomo d'affari (Silvio Berlusconi) che, in quanto uomo di governo e uomo d'affari, suscita il sospetto di voler estendere, attraverso il potere politico, la propria influenza sugli assetti economici, alterandone i delicati equilibri; all'opposizione, spunta un altro uomo d'affari (Carlo De Benedetti) che, in quanto uomo d'affari impegnato a sostenere una parte politica, suscita il sospetto di voler estendere, attraverso il potere finanziario e mediatico, la propria influenza sugli assetti parlamentari, distorcendo i difficili equilibri politici. Da una parte c'è il conflitto di interessi di Berlusconi (irrisolto); dall'altra, per ora, ci sono solo gli interessi di De Benedetti (da chiarire). In che cosa si sostanzi, nella circostanza, il conflitto di interessi di Berlusconi si è detto e avanza. Quanto a De Benedetti, non solo il centrodestra per ovvie ragioni di bottega, ma persino Cofferati, il Correntone-Ds e altri esponenti dell'opposizione lo accusano di «lobbysmo» all'interno dello stesso centrosinistra a favore di Romano Prodi, l'uomo che da presidente dell'Iri gli voleva vendere la Sme, quale candidato alle prossime elezioni politiche.
Dall'opposizione non meno che dal governo, un capitalismo fino a ieri inutilmente gonfio di sovvenzioni pubbliche e di commesse politiche, barricato contro le incognite e i rischi del mercato dentro la fortezza del protezionismo statale e compagno di avventure del potere politico, si erge, dunque, a difensore non solo dei propri interessi, come sarebbe fisiologicamente legittimo in un sistema capitalistico per quanto imperfetto, ma anche dei nostri, di noi semplici cittadini. In nome, esso dice, della società civile. Ma il dubbio che «questo» capitalismo sia l'immacolata società civile di cui parlano volentieri i candidi cantori del «liberalismo reale», degenerazione storica di quello ideale, sembra lecito.
Dopo l'assalto al denaro pubblico, complici i governi di ogni colore degli ultimi cinquant'anni, il saccheggio al risparmio privato, correi un diritto societario cieco e una Borsa valori sorda, la mortificazione del mercato a opera di Tangentopoli, è venuto forse il tempo della definitiva manomissione dei fragili meccanismi della democrazia liberale da parte degli interessi corporativi contrapposti, accomunati, «secondo natura loro propria», da un solo interesse, il proprio? Essi, sarà bene ricordarlo, sono legittimi se rimangono entro i limiti del proprio ambito economico, sono produttori di ricchezza e di benessere se operano in un contesto di mercato concorrenziale, ma diventano democraticamente illegittimi e persino pericolosi se traducono il proprio potere economico e finanziario in potere politico, in assenza di adeguati anticorpi istituzionali. Democrazia e capitalismo sono princìpi organizzativi della società obiettivamente antagonistici, là dove il capitalismo è per la darwiniana espulsione del più debole dall'arena della competizione, mentre la democrazia liberale è per l'eguaglianza politica delle opportunità. Che, allora, il buon Dio ci salvi, noi cittadini comuni, da questi singolari tutori della società civile.
* NOVITA' SUL SITO
Il 3° Rapporto di Società Libera sul processo di liberalizzazione della società Italiana
L’Album delle immagini di Società Libera
Link alla Rassegna Stampa Quotidiana redatta dalla Camera dei Deputati
Nella sezione "Il documento di...." Formazione continua e credibilità alternata di Angelo Dedola e L’Italia verso la globalizzazione della professione legale di Pier Giuseppe Monateri
"L'Europa e il futuro della Politica"- on-line il testo integrale del libro
* STAMPA E LIBERTA'
1. Fragilità della democrazia di P. IGNAZI (1 dicembre 2002) Il Sole 24 Ore
2. Il risparmio e le massime di Einaudi - FOCUS ECONOMIA (3 dicembre 2002) www.corriere.it
3. A che cosa serve la devolution di A. PETRETTO (5 dicembre 2002) www.lavoce.info
4. Le riforme servono se migliorano l'effficienza del paese di R. CUBEDDU (6 dicembre 2002) Italia Oggi
5. La devolution e la scelta dell’Ulivo di P. OSTELLINO (7 dicembre 2002) www.corriere.it
6. Auguri di buona serendipity di A. MASSARENTI (8 dicembre 2002) Il Sole 24 Ore
7. Prima l'Europa poi la devolution di A. QUADRIO CURZIO (8 dicembre 2002) Il Sole 24 Ore
8. Devoluzione a caro prezzo di G. SARTORI (8 dicembre 2002) www.corriere.it
9. L’Islam integralista si combatte con le idee di A. RIZZO (9 novembre 2002) www.lastampa.it
10. Quella difficile arte di mantenersi sereni nel gioco del potere di F. CECCARELLI (9 dicembre 2002) www.lastampa.it
11. Società aperta è anche libertà di "lavoretto" di P. OSTELLINO (9 dicembre 2002) www.corriere.it
12. Ma il passato nazionalista dell’ Est può frenare lo slancio comunitario di S. ROMANO (12 dicembre 2002) www.corriere.it
13. Una società ricca deve saper proteggere di D. ANTISERI (17 dicembre 2002) www.ilsole24ore.com
14. Francesco Compagna: La sua Napoli era già legata ai grandi ideali di G. RUSSO (17 dicembre 2002)
www.ilsole24ore.com
* LE NOSTRE LETTURE
1) AA.VV. Non basta dire no, Mondadori, 2002 pp.226 € 15,60
Dimenticate i toni da crociata che contraddistinguono, da una parte e dall’altra, le discussioni politiche. In Italia, fortunatamente[..]
http://www.societalibera.org/recensioni/recensioni.htm
2) Paolo Alba Donati [... - Fabrizio Iacuzzi, Dizionario della libertà, Passigli, 2002 pp.275 € 16,50
La parola Libertà ha fatto molta strada sul piano dei diritti nei sistemi democratici ma sono ancora molte le società [...]
http://www.societalibera.org/recensioni/recensioni.htm
3) Raymond Boudon, Sentimenti di giustizia, il Mulino, 2002 pp. 174 € 11,00
Una multa immeritata, un verdetto fazioso, un imposizione arrogante, un diritto non riconosciuto: nulla ci fa indignare più [...]
http://www.societalibera.org/recensioni/recensioni.htm
* IL FRAMMENTO
"Diciamo democrazia per alludere, grosso modo, ad una società libera, non oppressa da un potere politico discrezionale ed incontrollato, né dominata da una oligarchia chiusa e ristretta. In tanto c'è democrazia in quanto si abbia una 'società aperta', nella quale il rapporto tra governanti e governati è inteso nel senso che lo Stato è al servizio dei cittadini e non i cittadini dello Stato,che il governo esiste per il popolo e non viceversa".
da: Giovanni Sartori, Democrazia e definizioni, il Mulino, 1957 cit.p.27
La newsletter è stata redatta da: Giancarlo Pagano (Napoli) - Paolo Avanti (Milano) - Maddalena Lodi (Parma) - Maria Cristina Nardini (Roma).
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