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SOCIETA' LIBERA INFORMAZIONE N. 27 - 15 ottobre 2001

E' OPERATIVO IL PORTALE ITALIANO SUL LIBERALISMO: www.societalibera.org

*AGENDA

 AGNONE - 30 ottobre - ore 17,30 - Via Vittorio Emanuele, 55
Riunione Circolo del Molise

*NOVITA' SUL SITO

Nel link "Il documento di.." segnaliamo "Un referendum ambiguo" di Claudio Martinelli

*COMUNICAZIONI

"Orizzonti liberali" è il titolo della rubrica che il settimanale economico-politico di Napoli "Il Denaro" avvia da questa settimana in collaborazione con "Società Libera". Il primo articolo è uno stralcio di una lezione che reca la firma di Nicola Matteucci, presidente del nostro Comitato Scientifico.

*LIBRERIA

Benjamin Constant , La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni, Einaudi, L.16.000 pp.166
 
Pronunciata all'Athénée Royal nel 1819, questa conferenza e' il testo teorico piu' noto e discusso di Constant. La sua dicotomia fra liberta' degli antichi e liberta' dei moderni ha suscitato un acceso e ampio dibattito sui rapporti fra cittadino e Stato, diritti dell'individuo e soprusi del potere, che dura tuttora. L'intero scritto poggia su un'idea fondamentale gia' fissata da Constant in “Conquista e Usurpazione”, cioe' che ogni epoca ha le sue esigenze ed e' sbagliato mortificare lo spirito dei tempi. Percio' anche la realizzazione della libertà non può essere eguale in tutte le epoche; per gli antichi essere liberi significava diventare parte integrante del corpo politico, mentre per i moderni la liberta' e' stata intesa sopratutto come autonomia e sicurezza dei godimenti privati. Il motivo di questa diversa idea di liberta' - spiega Constant - e' dovuto al fatto che agli antichi il sistema della democrazia rappresentativa era ignoto; essi, quindi, :" non potevano ne' sentirne la necessita',ne' apprezzarne i vantaggi. La loro organizzazione sociale li spingeva a desiderare una liberta' tutta diversa da quella che questo sistema ci assicura" (p.5)

 *LA RECENSIONE

Saverio Di Jorio, Disciplina e tutela dei beni culturali e ambientali, Maggioli, pp.255 L.40.000
 
“Un ecologista combattente e un giurista d'azione”; cosi' Paolo Maddalena presenta l’Autore di questo pregevole lavoro sull’ambiente e sulla disciplina giuridica preposta alla sua tutela. Il libro di Saverio Di Jorio - prosegue il magistrato - si sviluppa: “sull'onda di un profondo sentire, per cui l'arida sequenza dell'interpretazione logico-giuridica cede sovente il passo a considerazioni di carattere filosofico o umanistico...ed è chiaro che in questa prospettiva primeggiano i valori….”(p.13). Costante, infatti, è il richiamo ai diritti umani e ad una concezione innovativa dell' ”ambiente”, considerato esso stesso un valore da pregiare.
Il sollecito pero' non ha radici idealistiche; trae invece la sua forza dalla consapevolezza che importanti cambiamenti sono ormai alle porte; tanto - ricorda l’Autore - che la stessa giurisprudenza ha cominciato a prenderne atto valorizzando alcuni importanti spunti presenti nella nostra costituzione. Così la Corte di Cassazione nel '79 e il Legislatore stesso nel 1986, con una legge, la n.349, nella quale si afferma il diritto all’ambiente come diritto "naturale, umano e storico". Segue una sentenza della Corte Costituzionale - la 641/1987 che ha considerato il diritto dell'ambiente: " un diritto fondamentale della persona e un interesse fondamentale della collettivita', uno spazio del'anima, un modo di essere tipico, fisico e morale". (cit.p.18).
Si tratta - spiega Di Jorio - di passaggi legislativi importanti, che colmano l'assenza di una chiara e ben delineata tutela dell'ambiente, in passato affidata alla sola osservanza di alcune disposizioni del codice penale nell'ambito di problematiche igienico-sanitarie. Di qui il suo accorato richiamo alla consapevolezza che soltanto un forte sviluppo della morale civile consentirà di sottrarre al degrado e allo scempio questa sfera essenziale della nostra vita. Il tema dell'ambiente - conclude di Jorio - : "richiama, passioni, speranze, emozioni, incomprensioni e conflittualita' sicche' l'approccio richiesto per affrontare il problema si caratterizza in termini non meramente tecnico-giuridici ma su linee e paradigmi di carattere etico-filosofico-politico che sono alla base delle scelte operate poi in sede di normazione...". (p.23)
 
Giancarlo Pagano

*ECOFORUM

Cominciamo col segnalare un intervento critico di Gianni a commento delle affermazioni fatte alcuni giorni fa dal nostro Presidente del Consiglio circa la superiorità del sistema occidentale rispetto a quello arabo-musulmano. In pratica - chiarisce Gianni - per quanto si possa non concordare del tutto con tali affermazioni, occorre riconoscere che il modello fondato sul mercato e sullo stato di diritto si è rivelato, alla lunga, il più adatto a difendere e diffondere la libertà individuale; e non soltanto perché assicura un più elevato grado di benessere ma anche perché ha permesso il radicarsi della tolleranza politica e culturale. Detto questo pero', occorre poi distinguere - come ha fatto di recente Angelo Panebianco in un suo articolo - il relativismo culturale dal pluralismo; sono cose diverse - dice Gianni -: il primo, infatti,: “concepisce le culture umane (e quelle di nazioni, classi sociali e individui) incommensurabili tra di loro perchè legate alla terra, alla lingua o all'essere sociale. E poichè terra e lingua sono uniche... [ecco che] le culture e dunque gli uomini non possono comprendersi, al massimo coesistere....[Esso] è alla base del razzismo e dei totalitarismi fascisti e comunisti, poichè se non ci si può comprendere gli unici mezzi per dirimere le questioni sono violenza e guerra”. Il pluralismo, invece, consente il confronto pacifico fra culture.
C’è poi un messaggio di Ferragni che segnala la pagina del Mises Institute dell’Alabama: eccone
l’indirizzo internet: <http://www.mises.org/fullstory.asp?control=794>.
Altro intervento e' una richiesta bibliografica di Cristina Nardini a Gianni circa il libro di
Constant da lui segnalato nei giorni scorsi. Per il commento rimandiamo alla scheda riportata nella sezione “LIBRERIA” di questa news. 
Un messaggio di Riccardo Lodi, invece, ha come bersaglio polemico il nostro "orgoglio nazionale, praticamente inesistente". Lodi intende sottolineare cosi' il fatto che americani e inglesi, di fronte alle difficolta' del momento, non hanno avuto difficolta' a sposare il loro senso di liberta' con un sano orgoglio nazionale; in cio' assai diversi dagli italiani che faticano a trovare unita' e compattezza. 
Non e' d'accordo con Lodi, pero', Cristina Nardini che da parte sua ribadisce il concetto secondo cui la liberta' non e' per tutti la stessa cosa; in tal caso, allora, il patriottismo, accentuando una visione unilaterale dei problemi, non contribuisce a rendere fertile il dialogo tra popoli che hanno fatto proprie concezioni diverse della liberta'.

*IL FRAMMENTO

“Molte sono le difficolta' che impediscono una rapida diffusione della ragionevolezza. Una delle principali e' che bisogna sempre essere in due per fare una discussione ragionevole. Ciascuna delle parti deve essere pronta ad apprendere dall'altra.Non e' possibile impostare una discussione razionale con chi preferisce uccidervi piuttosto che restare convinto. In altri termini, l'atteggiamento di ragionevolezza ha dei limiti. Lo stesso vale per la tolleranza. Non si deve accettare incondizionatamente il principio di tollerare tutti gli intolleranti [...] la ragionevolezza deve essere un atteggiamento di reciproca disponibilita' “
da: K.R. Popper, Congetture e confutazioni, Il Mulino, p.604

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