SOCIETA' LIBERA INFORMAZIONE N. 25 - 15 settembre 2001
I nuovi recapiti dell’ufficio di Milano di Società Libera sono:
Via Pretorio, 30
20013 MAGENTA (MI)
TEL./FAX 02/97280197
* AGENDA
BOLOGNA - 18 settembre, ore 11,00 - Riunione del Direttivo del Comitato Scientifico
FOGGIA - 19 settembre, ore 15, 30 - Riunione del Circolo Società Libera
ROMA - 22 settembre, ore 10,30 - Via dei Prefetti, 17 - Riunione Coordinamento Circoli
ROMA - 25 settembre, ore 17,00 - Via dei Prefetti, 17 - Riunione del Consiglio Direttivo
* NOVITA' SUL SITO
- E' disponibile il Catalogo completo della mostra "Il cammino della Libertà".
- Nel link "Il documento di.." segnaliamo "Solidarietà e sussidarietà" di Angelo Dedola.
- Nuovo link "5 interviste su Karl Popper" tratte dal libro di B.Lai.
* LIBRERIA
Norberto Bobbio, Teoria generale della politica, a cura di M. Bovero, Einaudi, 1999 pp.684 L.58.000
Nel 1984, quando alcuni allievi organizzarono un convegno dedicato al pensiero politico di Norberto Bobbio, in occasione del suo settantacinquesimo compleanno, e scelsero di intitolarlo "Per una teoria generale della politica", l'anziano filosofo affermo', nell'intervento di chiusura, che quel titolo gli pareva indicare "una serie di buoni propositi piu' che una consistente realtà". E aggiunse:" Dopo essermi occupato per anni di teoria generale del diritto, ho ritenuto che fosse venuto il momento per affrontare il problema di una teoria generale della politica, molto piu' arretrata rispetto alla prima. Ma [...] sono rimasto fermo al frammento rispetto alle parti, all'abbozzo rispetto all'intero" (Introduzione p.X)
Ora però l'idea di redigere una Teoria generale della politica, concepita come un'opera di ampio respiro, e' stata realizzata da Michelangelo Bovero attraverso la ricomposizione rigorosa di quaranta saggi di Bobbio. Ne e' risultata un'opera ricca e stimolante, che fornisce una rappresentazione generale dell'universo "Politica": un'ottima "bussola" per orientarsi nella sua complessita'.
Aurelio Lepre, Che c'entra Marx con Pol Pot?, Laterza, pp.178 L.24.000
Perche' il sogno liberatorio di Marx si e' trasformato nell'incubo delle stragi in Cambogia? Che rapporto c'e' tra il comunismo come si e' effettivamente relizzato nel XX secolo e le idee del suo massimo teorico? Con passione polemica, l'Autore tenta di ribaltare alcune opinioni consolidate affermando che Marx non e'stato il teorico di una societa' povera e oppressa, ne' auspico' mai l'eguaglianza nella miseria. Storicamente pero' - questa la sua tesi - il marxismo occidentale si e' trasformato in "comunismo asiatico", oppressivo e livellatore, soltanto perche' Lenin riusci' a forzare il corso della storia, conquistando nel 1917 il potere in Russia. Ma si tratto' di una "deviazione"; secondo Marx, infatti, la rivoluzione sarebbe dovuta scoppiare in paesi economicamente avanzati, a causa delle contraddizioni del capitalismo. Certo non in un paese arretrato come la Russia, ben lontano dalle condizioni di sviluppo individuate nel Capitale .
* ECOFORUM
Numerosi sono gli interventi che si sono accumulati nel forum durante le vacanze. Ne siamo ben lieti; e' segno che c'e' voglia di confronto e di dialogo. Auguriamo perciò a tutti una serena ripresa del dialogo.
Segnaliamo l'intervento di Angelo Dedola; si tratta di un breve commento all'ultimo libro di Giancarlo Lehner ( La tragedia dei comunisti italiani, Mondadori, Milano 2000). Dedola richiama l'attenzione sulle tragiche vicende dei comunisti italiani che ripararono in Urss per sfuggire alla dittatura fascista; vittime innocenti - scrive - sacrificate sull'altare di un'ideologia feroce e oppressiva, indegna di un paese "civile e democratico".
Raccoglie subito l'invito al dibattito Riccardo Lodi; non e' giusto accusare l'Italia di essere antidemocratica perchè - spiega - quando si e' trattato di restare liberi o diventare appendice dell' Unione Sovietica, gli italiani hanno saputo scegliere la liberta'. Percio' e' inutile attardarsi nelle polemiche. "Essere liberali - scrive - "non vuol dire essere anticomunisti.....essere liberali deve voler dire aver la mente aperta ad ogni sollecitazione tentando di fare del proprio meglio nella consapevolezza che l'errore è possibile".
Alessandro Bernocchi non e' d'accordo: le responsabilità e gli errori del P.C.I. sono fatti politici e come tali vanno giudicati. Questo per la semplice ragione che il progetto di organizzazione della società elaborato dai comunisti si e' rivelato quanto di più oppressivo e antiliberale sia stato concepito.
Segue puntuale la risposta di Lodi: e' del tutto inutile continuare a processare la storia; occorre invece affrontare con decisione i problemi odierni: "mancanza totale di idee, ignoranza, sempre maggior differenza tra chi ha e chi no".
Bernocchi non desiste e ribatte: "No! troppo facile dire che il Comunismo è morto....Tutto questo è politica non è Storia....è interpretazione non analisi". Perciò è bene proseguire nell'opera di ricostruzione storica al fine di far emergere la verita', una verità troppo spesso negata.
Segue poi un'intervento di Vatri a proposito dell'AIDS e delle soluzioni "politiche" atte a combatterlo nell'ambito dei processi di globalizzazione. In materia - spiega - si fronteggiano due diverse posizioni. Da un lato, coloro i quali sostengono che: 1 i paesi ricchi hanno il dovere di pagare i farmaci a quelli poveri; 2. le grandi case farmaceutiche devono rinunciare ai privilegi ottenuti in virtu' del superiore progresso tecnologico. Dall'altro, coloro i quali: 1. non sono disposti ad accettare la rinuncia al privilegio tecnologico che garantisce la ricerca e lo sviluppo industriale; 2. non sono disposti a creare eccessive difficolta' alle grandi aziende nazionali; 3. sono coscienti della impossibilita' di addossare ai rispettivi sistemi fiscali il costo dei farmaci destinati ai paesi poveri.
Ambedue le posizioni però si rivelano illusorie poichè - spiega Vatri - non tengono conto del fatto che :" In un sistema libero, se l'industria non si paga la ricerca, la abbandona o la riorienta verso patologie più trattabili e confinate ai ricchi, come il fumo o l'obesità".
In un successivo messaggio il nostro moderatore ripropone una questione da lui gia' discussa in passato; si tratta della legge 62/2001, intesa a controllare internet ricorrendo alla ignobile legge sulla stampa.(la 47/1948). E ci informa dei suoi primi effetti: il sito "eretico.com" è stato posto sotto sequestro dalla magistratura ai primi di giugno; i giornalisti - commenta Vatri - ovviamente: "hanno taciuto, poiche' discutere la legge sulla stampa e la sua figlia degenere, la nuova legge 62/2001 avrebbe significato discutere la spartizione di denaro pubblico e.... avrebbe messo in discussione il potere della corporazione".
Ancora Vatri, segnala una ricerca dal contenuto insolito: il ricercatore Kelly Bulkeley della University of California - Santa Cruz avrebbe evidenziato una significativa correlazione tra orientamenti politici e attivita' onirica. La maggior parte dei sogni di circa meta' dei conservatori da lui analizzati tendono all'incubo, e sarebbero caratterizzati da un maggior tasso di aggressivita'. I sogni dei progressisti, invece, sembrerebbero essere decisamente piu' sereni e positivi. La conclusione che se ne trae è davvero interessante: e' bene non essere eccessivamente anticomunisti se si vuole viver bene.
Segue un' altra considerazione di Vatri in tema di globalizzazione; lo scontro tra i favorevoli e i contrari al G8 renderà un magro risultato politico poiche', nel frastuono generale, finira' con lo sfuggire proprio il nocciolo del problema, cioe' le vere necessità dei paesi poveri.
C'e' poi un'intervento di Nicola Bordignon che segnala un articolo dell'Economist a favore della legalizzazione delle droghe. L'argomento forte dell'articolo - sottolinea Bordignon - e' il principio, affermato da J.Stuart Mill, che ogni uomo, se non arreca danno al resto della società, deve poter decidere in proprio quale sia il suo bene. Bordignon pero', nonostante condivida senz'altro il principio di responsabilità, non ritiene che in base ad esso si possa sostenere la legalizzazione delle droghe e si dichiara contrario perche' - dice - : " legalizzando non si avrebbe altro che maggior consumo.
Anche Vatri interviene sul tema della droga e dirige la sua polemica contro coloro i quali si trincerano dietro la nozione di "costo sociale", cioe' il costo che si sosterrebbe per il recupero e la cura. Si tratta - dice - di una menzogna bella e buona alimentata dall'ideologia del buonismo e dell'assistenzialismo. E in un successivo intervento, peraltro assai interessante e istruttivo, ricostruisce brevemente la storia della illegalizzazione degli stupefacenti evidenziando alcuni punti importanti: cioe' che "A) la politica di rendere illegali le droghe è un fenomeno recentissimo, avendo meno di cento anni; B) il proibizionismo si inquadra nella storia della cultura occidentale e rappresenta una reazione a presunte minacce all'ordine costituito; C) il proibizionismo, fallito con l'alcool e con il sesso, ha trovato campo libero nella droga, demonizzandola agli occhi del mondo.
Il "proibizionismo - afferma - costituisce uno tra i primi grandi momenti di deriva totalitaria delle democrazie occidentali".
* IL FRAMMENTO
"Se si facesse un tentativo completo di tradurre i valori principali
del socialismo marxista in politica pratica, potrebbe venir fuori come
risultato qualcosa di simile al sistema stalinista".
Leszek Kolakowski
da: L.Pellicani, Miseria del marxismo, Sugarco, 1984 p.275
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