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SOCIETA' LIBERA INFORMAZIONE N. 22 - 6 GIUGNO 2001

E' OPERATIVO IL PORTALE ITALIANO SUL LIBERALISMO: www.societalibera.org

IN PREPARAZIONE DELLA 2^ CONVENTION DEGLI ADERENTI A SOCIETA' LIBERA, PREVISTA PER IL PROSSIMO AUTUNNO A ROMA, RICORDIAMO CHE E' POSSIBILE ADERIRE ALL'ASSOCIAZIONE ANCHE ON-LINE, COMPILANDO LA SCHEDA INSERITA NEL LINK "COME ADERIRE".

* LIBRERIA 

Zygmunt Bauman, Voglia di comunita', Laterza, pp.146 L.24.000

La nostra insicurezza aumenta di giorno in giorno, immersi come siamo in una realta' di competizione, liberalizzazione, flessibilita'.Comunque - scrive Bauman - :" La comunita' 
ci manca perche' ci manca la sicurezza....che il mondo di oggi e' sempre meno in grado 
di offrirci e sempre piu' riluttante a promettere....siamo indotti a cercare soluzioni personali a contraddizioni sistemiche; cerchiamo la salvezza individuale da problemi comuni" (p.V). 
Percio' quella della sicurezza, nel mondo liberalizzato e globalizzato rappresenta una 
questione ben piu' complessa e profonda di quanto gran parte dei difensori del 
multiculturalismo siano disposti ad ammettere. Oggi il calore della comunita' è sentito 
come un riparo: una protezione dalla turbolenza globale a difesa dell'individuo e delle sue 
relazioni.

Franco Cassano, Modernizzare stanca, il Mulino, pp.173 L.20.000

La modernizzazione e' ormai diventata una parola magica, una panacea che 
dovrebbe assicurarci un futuro radioso. Ma Cassano sottopone a dura critica questo fondamentalismo del moderno. La societa' della pausa e degli intervalli, il gusto della 
lentezza, il rispetto del limite non sono residui premoderni, ma elementi irrinunciabili di 
un'idea di ricchezza piu' matura, non schiacciata sull'unico indicatore del possesso delle 
merci. " Solo una nozione interculturale di qualita' della vita permettera' di relativizzare 
la ricchezza del nostro mondo veloce e sviluppato, affiancandole quella dei ritmi piu' 
lenti: il gusto della sosta e dell'intervallo, la profondita' che puo' scaturire da un pensiero 
non ridotto a strumento di produzione, quel perdere tempo che permette di signoreggiare 
il tempo, si tratti dell'interminabile discussione di cui ha bisogno la collettività democratica o 
della preghiera individuale..... questo e' ciò che oggi si richiede allo spirito laico, alla cultura 
e alla riflessione critica". (pp.8.9) 
* ECOFORUM 
Segnaliamo un primo intervento di Vatri che denuncia la crociata salutista 
anti-fumo; si tratta, a suo giudizio, di una nuova forma di tirannia mediante la quale 
i sacerdoti del "salutismo" pretendono di imporre a tutti verità indiscutibili.
Ma dietro la crociata - dice Vatri - si nascondono enormi interessi sostenuti 
dalle lobby produttrici di farmaci anti-fumo; sicché - conclude - "contro questa 
tirannia silente, vero tumore della libertà, è forse venuto il momento di 
aprire le ostilità". 
Risponde Bernocchi, che ritiene più saggio lasciar correre invece di alimentare 
il dibattito schierandosi; poi però invita a non abbassare la guardia in fatto di 
televisione; la "scatola delle immagini" resta sempre un nemico subdolo e 
pericolosissimo. 
Ribatte Berni: se si vuole davvero alimentare il dibattito sulla libertà, occorre 
innazitutto evitare di guardare la televisione. Se tutti facessero così non dovremmo 
neanche perdere tempo a parlarne: potremmo "volare più alto".
Subito interviene Lodi con un messaggio dal titolo significativo: "attenzione all'altezza".
Attenzione perchè così corriamo il rischio di staccarci eccessivamente dai fatti e 
dare tutto per scontato; con il risultato che la riflessione critica finirebbe col 
mancare il suo bersaglio. Infatti - dice Lodi -:" Credo sia proprio questo atteggiamento 
di infinito distacco nei confronti di tutto ciò che è umano a provocare la continua frattura 
fra cultura, (nel nostro caso liberale), e coloro i quali cercando di volare alto si rinchiudono 
nella loro bella campana di vetro".
Poi Vatri, in un'altro suo intervento, riassume quanto, commentatori e critici, hanno detto in 
occasione del Salone del Libro di Torino: "calo delle vendite, calo dei volumi, calo dei 
lettori: un analfabetismo primitivo, postscolastico, onnipervasivo, cui si oppone il libro 
come misura di qualità e di cultura di una popolazione". Soltanto pochi però - aggiunge polemicamente il nostro moderatore - hanno rilevato la causa del deterioramento: 
la scuola dell'obbligo o meglio: " l'obbligazione generale ad istruirsi presso la scuola 
pubblica: otto anni dai quali escono maggioranze di analfabeti". La maggior parte dei 
commentatori, infatti, si è ben guardata dal chiedere che tale obbligo venga abolito. 
No: tutti hanno "espresso il desiderio esplicito o implicito di più scuola, più pubblica, 
più anni: alla fine otterranno l’asinizzazione della popolazione". * IL FRAMMENTO
" L'uomo di cultura è in modo specialissimo destinato alla società: in quanto tale,
egli esiste mediante e per la società più di ogni altro appartenennte a qualsiasi 
altro strato sociale; ha perciò il dovere tutto speciale di perfezionare in sé 
eminentemente e al massimo grado i talenti sociali, cioè la facoltà ricettiva e la 
facoltà comunicativa".

da: J.G. Fichte, Il compito dell'uomo di cultura, Città del Sole, 1996 cit.p.8

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