SOCIETA' LIBERA INFORMAZIONE N. 19 - 20 APRILE 2001
E' OPERATIVO IL PORTALE ITALIANO SUL LIBERALISMO:
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ELEZIONI E SOCIETA' LIBERA
In occasione del confronto elettorale, Società Libera riafferma la sua estraneità ad ogni logica di schieramento e di appartenenza. Coerente con gli obiettivi e le motivazioni che le hanno dato origine (approfondire e diffondere il liberalismo in presenza di un deficit di cultura liberale), Società Libera sottolinea il legame ad una concezione del liberalismo profondamente connesso al valore della responsabilità individuale. Rispetto alla quotidianità della politica l’impegno dell’Associazione è in altra direzione.Siamo impegnati a far crescere, infatti, una comunità culturale di persone intellettualmente libere, disposte a partecipare ad un progetto culturale che esuli da convenienze e conformismi legati alla specificità della sfera politica.Società Libera, anche in questa occasione, si pone come soggetto culturale in grado di dialogare con le diverse componenti del
liberalismo.
*AGENDA
NAPOLI - 25 / 26 MAGGIO - CONVEGNO: "L'EUROPA E IL FUTURO DELLA POLITICA" -
AULA MAGNA STORICA - UNIVERSITA' "FEDRICO II"
*LIBRERIA
N. Matteucci, Filosofi politici contemporanei, Il Mulino, 2001
L.34.000 pp.225
In questo volume Nicola Matteucci raccoglie importanti saggi dedicati ad alcuni
grandi filosofi del Novecento. Fra gli italiani Benedetto Croce, Felice Battaglia,
Norberto Bobbio, Augusto Del Noce; poi Eric Voegelin, Robert Nozick e
Friedrich von Hayek. L'ultimo saggio e' su Marco Minghetti la cui figura
dimenticata Matteucci ha contribuito a recuperare. Brevemente l'Autore chiarisce
il significato del suo lavoro: "Il primo saggio e' su Benedetto Croce - scrive -
l'ultimo su Friedrich von Hayek. Fra questi due autori si e' venuto definendo il mio
liberalismo ovviamente passando per Alexis de Tocqueville. Sembrano autori diversi
e lontani, ma in entrambi e' presente quell'individualismo metodologico che e' proprio
della filosofia liberale" (p.7)
*RECENSIONE
E.N. Luttwak S. Creperio Verratti, Il libro delle libertà, Mondadori,
2000 L.38.000 pp.584
Si tratta di un'ampia raccolta di voci e di testimonianze che riassume quanto
di meglio filosofi e pensatori hanno scritto sulle liberta' fondamentali in una
democrazia realmente rappresentativa. Che di un lavoro del genere ci fosse
bisogno risulta chiaro dalla constazione che gli stessi autori non mancano
di fare sin dalle prime battute; la liberta' resta un fenomeno poco chiaro,
difficile da capire e percio' anche difficile da conservare. "La libertà -
scrivono - va protetta ogni giorno per non perderla e il governo
democratico deve migliorarsi quotidianamente per non logorarsi. La
nostra speranza è di fornire “armi mentali” per combattere queste battaglie,
che non si vincono mai definitivamente, ma per le quali vale sempre la pena
lottare (p.11). Di qui la lunga navigazione che essi propongono nel mare
magnum della democrazia alla ricerca dei sistemi e dei congegni piu' idonei
alla pratica della libertà.
Punto di partenza e' senz'altro l'uguaglianza di fronte alla legge assicurata
da una prassi giudiziaria rigorosa nell'applicare le norme dell'ordinamento.
Il caso degli americani Bill Gates e Bill Clinton - ai quali i curatori
dell'ampia antologia fanno riferimento a mo' di esempio - sono emblematici
e contengono un grande insegnamento per tutti coloro che credono
fermamente nella bontà del procedimento democratico: anche l'uomo
più ricco del mondo e il politico più potente non sono sfuggiti alla
sovranità della legge. " Una democrazia che funziona - sottolineano gli
autori - semplicemente non tollera le eccessive concentrazioni di
potere, di qualsiasi forma o origine, anche se - come nel caso della
Microsoft - sono il risultato della libera concorrenza". (p.6)
Il punto è di primaria importanza e va sottolineato. La libertà, per
essere perseguita come valore ed affermata come condizione, deve
necessariamente essere limitata. Il che, tradotto in termini politici,
significa nient'altro che questo: nessuna democrazia, in quanto tale,
tutela le libertà individuali a meno che non sia corretta ed integrata
da dispositivi giuridici liberali, fondati, appunto sulla nozione di
"limite". Sicchè la scoperta di Montesquieu - secondo cui la
libertà e' al sicuro soltanto quando opera il principio dell'equilibrio
e della divisione dei poteri - deve considerarsi senz'altro come il
principio fondante di ogni vera democrazia.
Giancarlo Pagano
*ECOFORUM
Cominciamo col segnalare un primo messaggio di Vatri a proposito della
questione dell'uranio impoverito utilizzato per la guerra in Kossovo.
La carta stampata ha dato grande rilievo alla cosa denunciando a
destra e a manca le terribili conseguenze che l'uso dell'uranio ha avuto nel
causare diversi casi di leucemia a militari italiani. La notizia si e' poi rivelata
una fandonia poichè si e' scoperto che fra i nostri i nostri soldati in missione
la presenza di questa patologia e' sempre stata al di sotto dei tassi considerati
normali. Cio' dimostra - conclude Vatri - la scarsa attendibilita' dei giornalisti
che, forse, migliorerebbero la loro professionalita' se si abolisse l'Ordine che
li tutela e li favorisce.
Ancora Vatri, facendo riferimento al precedente dibattito (vedi news n.18),
risponde a Lodi sul tema dell'obbligarietà scolastica affermando che tale principio
deve senz'altro sposare quello del merito. Se così non fosse l'eguaglianza dei punti
di partenza, che l'obbligo dovrebbe assicurare, finirebbe col tradursi in un totale
livellamento.
Sempre di Vatri, vero e proprio propulsore del Forum, segnaliamo un'altro intervento
liberamente elaborato da un'articolo di David J K Carr su "The Libertarian".
Il titolo la dice lunga sul contenuto: "Una chiamata alla lotta per la libertà". Un'articolo
che invitiamo a leggere e di cui ci piace sottolineare l'ammonimento: " Siamo troppo
vicini a perdere la libertà; e forse anche l’essenza di ciò che ci rende umani".
E' dunque ora di scendere in campo.
Evidentemente così la pensa anche Pagano che di suo aggiunge: " E’ tempo di
contrastare con forza e intelligenza il Leviatano;... E’ tempo di rinascita, di risveglio,
di consapevole opposizione". E cita l'Einaudi delle Prediche Inutili: " “Solo nella
lotta, solo in un perenne tentare e sperimentare, solo attraverso a vittorie e a
insuccessi una nazione prospera. Quando la lotta ha fine si ha la morte sociale e
gli uomini viventi hanno perduto la ragione medesima del vivere”. (L.Einaudi,
Prediche Inutili, Einaudi, Torino, 1974 p.243).
Il tema stimola un'ulteriore riflessione di Lodi, che, pur dichiarandosi d'accordo,
si chiede:"Ma in un mondo liberato dalle catene del Grande Controllore in cui
l'individualismo ha finalmente vinto, i cretini.....dove li mettiamo?".
La domanda è troppo ghiotta per non spingere Vatri ad una replica: "giustizia e
libertà - dice - presuppongono che nessuno sia intrinsecamente cretino, ma che
ognuno, sul "mercato" della vita sia liberamente e coscientemente decisore per
le proprie scelte, delle quali assume la responsabilità totale, senza protettori a
sorreggerlo negli errori".
Lodi non si arrende e ribatte utilizzando il principio degli effetti
perversi per spiegare l'agire del "cretino", cioe' di colui che con il suo
comportamento irresponsabile viola la libertà di quanti operano in ossequio alla
logica della responsabilità. In pratica: il comportamento responsabile non pone al
riparo dal comportamento lesivo degli irresponsabili. Inoltre ci sono coloro che
per incapacità fisica o intellettiva sono penalizzati e costretti a pagare le conseguenze
- non volute - della loro stessa incapacità. E' giusto? Evidentemente no - dice Lodi -
" Sono personalmente individualista, credo nell'etica della libertà ma ancora nessuno
mi ha convinto, che il mondo potrà essere migliore lasciando ognuno al proprio destino".
Vatri risponde articolando il suo intervento. Primo punto: non ha senso proteggere gli
individui dalla responsabilità delle proprie scelte; vorrebbe dire considerarli minorati.
Secondo punto: laddove ci si trovi in presenza di situazioni penalizzanti, intervengono
le assicurazioni o altre forme di protezione.
Lodi non si dice convinto: il principio di responsabilità è troppo generico e non
spiega come mai esistono situazioni penalizzanti nelle quali molte persone, pur
potendo ( in teoria) migliorare la loro condizione, non lo fanno (in pratica).
Evidentemente perchè non ne hanno la possibilità. E se e' cosi' vuol dire che un
principio altamente individualizzante, come quello della responsabilita' personale,
non basta a spiegare comportamenti che invece sono il prodotto di fattori esterni.
Vatri ribatte: è vero esistono aree di marginalità e situazioni penalizzanti; ma se non
esistessero nessuno si porrebbe il problema di migliorare la sua condizione; sicche'
non ci sarebbe alcuna spinta in direzione del progresso. Ecco - aggiungiamo noi - una
stimolante giustificazione della diversità, di spiccato sapore einaudiano. Altra cosa - poi -
è la spinosa questione delle pari opportunità laddove esiste una marginalità strutturale,
legata cioè a fattori di tipo sociologico e/o economico.
Procede ancora Vatri, instancabile, a denunciare la pericolosità della legge sul diritto
d'autore, (n. 248/2000, 18 agosto 2000) in quanto penalizza il pesantemente il "reo".
Non è la prima volta - dice - che lo Stato trova più facile punire il consumatore; "in
termini di libertà tutto questo è un assurdo, pericolosissimo, ulteriore, precedente,
di una strada che conduce alla tirannia". Lo Stato si mostra incapace di prevenire e
di reprimere e così si "vendica rabbioso sui sudditi".
Segue poi un messaggio di Avanti, del circolo di Milano, che rende noto il contenuto
di una lettera che lui e Claudio Martinelli, Presidente del circolo, hanno inviato
a Montanelli per testimoniargli solidarietà dopo le critiche subite.
E' una bella lettera che richiama principi nobili difesi con
coraggio e determinazione.
Vatri prosegue con un suo messaggio polemico contro gli ecologisti e gli ambientalisti,
considerati portatori di "neri furori e violenze antiche" per il loro disprezzo della
scienza e per il loro orgoglio di nuovi profeti. Essi hanno trattato il Ministro Veronesi
da ignorante per il solo fatto di aver bocciato la loro crociata. Ma il problema
dell'elettrosmog - chiarisce Vatri - è un falso problema, derivando tutto da una legge,
votata in Parlamento, che fissa limiti alle emissioni 100 volte più bassi di quelli stabiliti dall'Organizzazione Mondiale per la Sanita'. Infine una denuncia della Politica Agraria
Europea che con il suo protezionismo soffoca il libero scambio, impone costi più elevati,
avvelena i rapporti commerciali e distribuisce miseria. Una palese e ignobile offesa alla
libertà, alla giustizia e al benessere dei popoli.
*IL FRAMMENTO
"...minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida
di un altro.Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa
non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e
del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un
altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria
intelligenza".
da: I. Kant, Risposta alla domanda:che cos'è l'Illuminismo (1784) in
I. Kant, Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto, Utet, p.141
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