SOCIETA' LIBERA INFORMAZIONE N. 17 - 12 MARZO 2001
E' OPERATIVO IL PORTALE ITALIANO SUL LIBERALISMO: www.societalibera.org
* AGENDA
FOGGIA - martedì 13 marzo ore 20,30 incontro tra gli aderenti e i simpatizzanti del Circolo
MILANO - giovedì 15 marzo - ore 21,00 - Galleria di via Hoepli presso la libreria Ancora
RAIMONDO CUBEDDU presenta il suo ultimo libro "Politica e Certezza"
Coordina: Claudio Martinelli - Responsabile Circolo Società Libera - Milano
FOGGIA - venerdì 16 marzo ore 21,00 Vincenzo Olita incontra gli aderenti a Società Libera
PARMA - mercoledì 11 aprile ore 17,00 Convegno sul processo di liberalizzazione in Italia
PREMIO BRUNO LEONI - Società Libera ha istituito un premio, dedicato allo studioso
scomparso nel 1967, per una tesi di dottorato sul liberalismo.
Il bando è disponibile sul nostro sito internet.
* LIBRERIA
Lorenzo Ornaghi - V.E.Parisi, Lo sguardo corto, Laterza, 2001
pp.166 L.25.000
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Un duro atto d'accusa rivolto alla nostra classe dirigente rea - dicono
gli Autori - di aver abbandonato il paese nel momento più delicato; cioè quando
la società italiana veniva investita con violenza dai processi di
modernizzazione. Si è trattato di una clamorosa cecità strategica. Le nostre
élites si sono rifiutate di assumersi la responsabilità di gestire il cambiamento.
E con la loro latitanza hanno consentito alle burocrazie amministrative e militari
di occupare e saccheggiare lo stato.
M. Barberis, Liberta', Il Mulino, 1999 pp.155 L.18.000
Il libro indaga in maniera chiara ed essenziale uno dei concetti piu' complessi,
controversi e vitali dell'intera storia del pensiero politico: quello di liberta'.
L'autore ripercorre la storia di questa grande elaborazione della cultura
occidentale, dalle origini greche fino ai nostri giorni. Ne emerge la centralita'
intellettuale, istituzionale e politica, nonché la grande varieta' di significati; a
testimonianza del fatto che il concetto di libertà ha sempre rappresentato
una forza vitale nel percorso delle società civili.
* RECENSIONE
Raimondo Cubeddu, Politica e certezza,Guida, 2000 pp.217 L.23.000
Qual è il miglior ordine politico? Quello che adotta il modello
statalista o quello fondato sul sistema concorrenziale di mercato?
La risposta di Cubeddu è senz’altro a favore di quest'ultimo poiché
- dice - il tasso di coercizione prodotto dal complesso di scambi
tramite i quali gli individui danno vita al mercato è decisamente
inferiore alle costrizioni imposte dalla legge. Il punto, fondamentale,
è ben chiarito da Ludwig Von Mises in Omnipotent Government:
“Lo Stato è essenzialmente un apparato di costrizione e di coercizione.
Il tratto caratteristico delle sue attività è quello di costringere la gente,
attraverso l’applicazione o la minaccia della forza a comportarsi
altrimenti da come gli piacerebbe comportarsi”. (cit. da Politica e
certezza p.64)
Ciònonostante il Liberalismo Classico non ha mai rifiutato lo Stato, anche
se ha sempre richiamato l’attenzione sulla necessità di limitarne l’attività
e i poteri. Lo stesso Smith, ad esempio, ha enunciato, tra i doveri della
pubblica autorità, la realizzazione e il mantenimento di quelle opere
che recano vantaggio alla societa', dal momento che esse non
verrebbero mai realizzate privatamente a causa dei costi troppo
elevati.
Cubeddu però non è disposto a condividere questa tesi e respinge
l'argomento affermando che la stessa nozione di ‘bene pubblico’
non soltanto è “diventata dubbia” (p.10), ma è stata altresì
invalidata dalla storia che si è incaricata di dimostrare una fatto
importante, spesso sottaciuto: non c'è stato "bene pubblico" (compresa
la difesa) che in un certo periodo o in un determinato Paese non sia stato
prodotto privatamente o finanziato volontariamente.
A ulteriore conforto della sua tesi l'Autore segnala l'importante saggio
di Ronald H. Coase, The Lighthouse in Economics, del 1974, dove è
chiaramente dimostrato come un bene pubblico di primaria importanza per gli
scambi commerciali via mare - il faro - sia stato in passato costruito
e gestito in privato.
Di qui le conclusioni che possono essere riassunte tutte da questo
significativo passo di Hayek: “ lo stato non può e non potrà mai essere
giustificato come difensore della libertà […] lo stato è qualitativamente
ingiustificato e ingiustificabile”." (cit. da Politica e certezza p.115).
Giancarlo Pagano
*ECOFORUM
Il nostro Forum ha ripreso forza e vitalità registrando
un' aumento degli interventi. E' un buon segno e ci
auguriamo che prosegua.
Non dobbiamo dimenticare che il confronto fra opinioni
diverse è l'unica condizione in grado di formare spiriti liberi
e menti critiche. Perciò più pratichiamo la libertà, più ne
apprezzeremo i pregi; e amandola impariamo a difenderla e
a diffonderla.
Iniziamo, allora, segnalando alcuni interventi di Vatri dedicati
proprio alla libertà di espressione e di ricerca. In difesa della prima
il nostro moderatore richiama l'attenzione sul progetto
di legge governativo che stabilisce nuove e ulteriori norme
volte a velocizzare le sanzioni per avvenute diffamazioni attraverso
i mass-media. E rileva che il progetto votato in Parlamento equipara
i media tradizionali, "soggetti alla "infame" legge sulla stampa"
(8 febbraio 1948 n. 47), ai siti internet. La cosa è estremamente
grave poiché così corrono grave rischio gli stessi gruppi di
discussione ed i forum. "Tutto è buono - commenta Vatri - per
colpire...il mezzo di informazione e controinformazione più libero,
liberale ed egualitario, cioè internet".
Poi passa alla difesa di un'altra libertà in pericolo; quella di ricerca,
messa a repentaglio da una serie di iniziative del governo volte ad
impedire le ricerche che utilizzano organismi geneticamente
modificati (Ogm). Si tratta di una vera aggressione ai danni dei
ricercatori ai quali viene imposto di rinnegare la propria
professionalità e la propria identità intellettuale. In gioco è
l’autonomia e la vita stessa del pensiero scientifico soffocato
dalla "metafisica della protezione"( della salute) che si rivela uno
dei più potenti strumenti del potere per la sua grande capacità di
persuasione.
Ma Vatri ribadisce: " La libertà ha bisogno di un pensiero scientifico
libero, autonomo, forte e diffuso".
Segue una sollecitazione di Vincenzo Olita a discutere l' editoriale
di Indro Montanelli apparso sul "Corriere della Sera" di
giovedì 15 febbraio; l’articolo - dice - "è un’esemplare sintesi di
valori liberali....che vanno dalla responsabilità individuale,
alla partecipazione".
Raccolgono l'invito Bertini, Bronchi e Pagano; tutti sottolineando
le mancanze e le contraddizioni del giornalismo nostrano.
Bertini evidenzia l'attitudine dei giornalisti ad intrecciare rapporti di
scambio con i politici per ottenere garanzie e protezioni. Il suo giudizio
perciò è assai duro: i giornalisti non recitano altro ruolo che quello
di "burattini dei poteri dei quali sono passaparola o forse, furbacchioni
impuniti e strapagati".
Bronchi, dal canto suo, osserva che il vero problema sono le TV di stato;
dovrebbero essere eliminate e invece continuano a sopravvivere foraggiate
dal canone. Conclude Pagano che richiama
l'attenzione sulla grande responsabilità del giornalismo italiano: quello di non
aver saputo educare il paese alla semplicità e all'obiettività né di aver saputo
creare " le condizioni che avrebbero permesso l'emergere di una nuova classe
dirigente in grado di guidare il paese attraverso il turbolento processo di
modernizzazione".
Altro tema dibattuto è stato quello del conflitto di interessi. Un primo
intervento è stato di Nicodela che si chiede come mai un conflitto di
interessi tra pubblico e privato debba essere regolamentato da una legge e
perchè mai questa debba avere rilevanza soltanto in ambito parlamentare,
visto che la stessa tipologia di conflitto si ripropone a livello periferico
quando, ad esempio, un ricco costruttore diventa assessore all'edilizia.
Segue una breve considerazione di Pezzo che sottolinea quanto sia
importante tener conto della possibile distribuzione del potere in materia
di reti televisive: se una parte ne possiede attualmente tre, vincendo la
competizione elettorale ne controllerebbe sei. "Un potere spaventoso
in termini di persuasione politica" - commenta Pezzo - pari per potenza
di fuoco, soltanto alle TV uniche dei regimi totalitari.
Ribatte Vatri ricorrendo ad un simpatico modulo espressivo: un
immaginario dialogo tra un politico, arrogante e borioso, ed un umile
ma arguto venditore di salsicce. Il politico cerca di convincere l'altro
della pericolosità insita nella vittoria di colui che controllerà poi sei
TV. Il venditore, con solidi argomenti, smonta le tesi del politico e
conclude che il cosiddetto "conflitto di interessi" verrebbe meno da
sè se solo si eliminasse la tv di stato e la relativa imposta che la sostiene.
Da segnalare, ancora, il commento di Meone circa l'abolizione dei
certificati; una tappa fondamentale nel processo di semplificazione
delle procedure amministrative ed un piccolo ma importante passo
verso la sburocratizzazione. Un grande vittoria per tutti gli italiani - aggiunge -
da sempre: " trattati come schiavi, dati per incapaci, offesi e umiliati, per
quei maledetti certificati che ora si scoprono rinunciabili".
C'è poi il bell'intervento di Giannamaria Villata che lamenta
la disattenzione dei liberali sul tema della segregazione femminile.
Sicchè riporta alcuni passi della "Declaration of Sentiments" elaborata
alla Convenzione di Seneca Falls (New York) del 19 e 20 luglio
1848; data che segna l'atto di nascita del movimento per i diritti delle
donne. Il suo invito è quello di riflettere su "quanto le campagne per
l'eguaglianza della donna, dal punto di vista civile, etico, proprietario,
abbiano contribuito allo sviluppo del liberalismo ed alla formazione di una
coscienza di libertà".
Segue ancora un' intervento dell'infaticabile Vatri che denuncia il
furto perpetrato dallo stato attraverso il varo del nuovo codice della
strada. Parole durissime le sue:" I padroni dello stato sono
sempre all’opera: quando non rubano la vita con gli adempimenti,
quando non rubano il lavoro con le imposte, inventano altri modi per
rubare.... i signori dello stato, quelli che hanno votato queste idiozie..
..sono agenti prezzolati dello stato, perché mettono le mani nella nostra
vita con la scusa della sicurezza e nel nostro portafoglio, con imposte occulte".
Sicché conclude ribadendo che qualsiasi intervento dello stato,
non può che determinare un sempre maggiore restringimento non solo
della libertà ma anche della responsabilità personale, con l'unico risultato
di indebolire il complesso di condizioni che rendono gli uomini più liberi.
Sullo stesso tema, un'ultimo commento è di Vedovelli: il codice della strada
è sottoposto a revisione ogni anno. Un'ulteriore conferma dell'incertezza
normativa che affligge i cittadini.
* IL FRAMMENTO
“ E’ vero che le idee nascono regine: tuttavia esse possono
accreditarsi soltanto quando vengono messe al servizio degli
interessi e degli istinti. Se proviamo a seguire il percorso di una
di esse dalla sua genesi sino al suo trionfo, ci accorgeremo che
essa è divenuta tale soltanto a prezzo di un incredibile processo
di degradazione.
Quello che era un edificio fatto di ragionamenti concatenati secondo
rapporti logici istituiti fra termini definiti non è certamente entrato tale
e quale nella coscienza sociale: ma ha subito una pressione che ha
distrutto la sua architettura interna, lasciando sopravvivere soltanto un
insieme confuso di concetti, i quali vengono accreditati da quello, tra loro,
che è piu’ magico fra tutti. Talché si può affermare che non è la ragione
ad aver trovato una guida, ma è la passione ad aver trovato una bandiera”.
da: B.De Jouvenel, Del Potere, SugarCo, Milano 1972 cit.p.261
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