SOCIETA' LIBERA INFORMAZIONE N. 16 - 26
FEBBRAIO 2001
E' OPERATIVO IL PORTALE ITALIANO SUL LIBERALISMO: www.societalibera.org
PREMIO BRUNO LEONI - Società Libera ha istituito un premio,
dedicato allo studioso scomparso nel 1967, per una tesi di dottorato
sul liberalismo.
Il bando è disponibile sul nostro sito internet.
* AGENDA
MILANO - giovedì 15 marzo - ore 21,00 - Galleria di via Hoepli
presso la libreria Ancora RAIMONDO CUBEDDU presenta il suo ultimo
libro "Politica e Certezza"
COORDINA: Claudio Martinelli - Responsabile Circolo Società
Libera - Milano
* LIBRERIA
R.
Boudon, Il senso dei valori, Il Mulino, Bologna, 2000 pp.255
L.38.000
Il problema dell'origine
dei valori ha sempre attratto sociologi e filosofi.
I valori devono essere
considerati visioni soggettive tra cui non e' possibile
scegliere, oppure ci è
lasciata la libertà di preferire ua visione all'altra? A partire da
un'acuta rilettura di
Max Weber, Boudon elabora una proposta teorica intesa
a superare tale
contraddizione. Ma sopratutto mette a segno la sua critica al
comunitarismo, cioe' a
quella teoria filosofica e sociologica, oggi in voga negli
Stati Uniti, per la
quale i valori, lungi dal poter aspirare all'oggettivita', sono
irrimediabilmente
incastonati nelle
comunita' umane concrete.
I. Berlin,
Controcorrente, Adelphi, Milano, 2000 pp.600 L.90.000
L'intero magistero di
Berlin potrebbe essere definito una vera e propria
"lotta contro le
evidenze", cioe' contro i luoghi comuni e le ovvieta' che
affliggono il mondo
scientifico e culturale in genere. Questa raccolta
contiene infatti una
serie di saggi dedicati a quelle figure intellettuali che
seppero sfidare il loro
tempo.Sicchè gli scritti hanno una natura
interamente esplorativa
e antidogmatica che suscitano - sottolinea il curatore -
"piu' domande di
quelle a cui pretendono di rispondere".
Cosi' Machiavelli, Hume,
Montesquieu, Marx e Sorel, passati al
setaccio, si rivelano
pensatori originali, portatori di concezioni nuove
ed emancipatrici.
* RECENSIONE
S. Gattei, Critica
della ragione incerta, Società Aperta Edizioni,
Milano, 1996 L.25.000 pp.256
Scopo dichiarato del
lavoro e' quello di mostrare che l'intera
riflessione di Popper si
risolve in un vero e proprio “sistema filosofico
unitario”; cioè che
dietro le sue teorie nel campo della politica, dell'etica e
della teoria della
conoscenza stanno le stesse idee, lo stesso riconoscimento
della fallibilita'
dell'uomo e della fragilita' delle sue conquiste. Di qui il titolo
del libro e la
sottolineatura data alla “ragione incerta”; all’ammissione che
la
conoscenza e
l’avanzamento procedono lentamente per tentativi ed errori,
per congetture e
confutazioni. Sicchè il punto nodale riguarda proprio il ruolo
della ragione, non più
pura, capace di cogliere con infallibilità la verità delle
cose, ma umile strumento
a disposizione dell’uomo che voglia avventurarsi
nel mare
magnum della realtà ricolma di segreti da svelare.
L'idea chiave di Popper,
infatti, è che la conoscenza umana non sia episteme,
sapere certo, ma doxa,
sapere congetturale; quindi come tutti i grandi classici
del pensiero ritiene che
la saggezza consista nella consapevolezza dei propri limiti
e della propria
ignoranza: questo è il suo fallibilismo,
nient'altro che il socratico
"sapere di non
sapere".
Ora, un simile
atteggiamento, con la sua forte dose di antidogmatismo e di
antiautoritarismo, non
puo' che costituire la base di una societa' libera e tollerante.
Perciò, sul piano
politico, l’interesse di Popper si rivolge alla democrazia che
egli ritiene l’unico
regime in grado di garantire il pluralismo e il ricambio di un
cattivo governo senza
ricorrere all’uso della violenza. “Noi siamo democratici -
scrive
- non perché la maggioranza ha sempre ragione, ma perché le tradizioni
democratiche
rappresentano il male minore rispetto ad altre a noi note”.
Il consenso di Popper
alla democrazia, dunque, si giustifica sopratutto per il fatto
che i sistemi di
controllo democratico, come le elezioni ed il governo
rappresentativo,
sono da lui ritenuti
superiori da un punto di vista logico e metodologico; le migliori
salvaguardie contro la tirannia.
In pratica, come nella
scienza si avanza tramite teorie poi
falsificate dal controllo empirico, così in democrazia si produce
buongoverno attraverso il collaudo e
l'eventuale sostituzione
dei dirigenti incapaci.
Giancarlo Pagano
*ECOFORUM
Il 6 febbraio a Roma,
organizzato da Società Libera, si e' svolto il
Convegno dal titolo
"Inflazione Legislativa e Societa' Liberale" del
quale riportiamo un
breve resoconto.
I lavori sono stati
aperti dal Presidente del circolo di Roma,
Luigi
Tivelli, che ha
delineato, per sommi capi, il complesso problema
dell' inflazione
legislativa in Italia. Il nostro paese - ha detto -
versa in uno stato di
grande confusione che richiederebbe una impegnativa
attività di
deregolamentazione volta a sottrarre numerossissime attività al
soffocante laccio della
normazione.
Anche se in ritardo, si
sta comunque cercando di porre
rimedio agli eccessi. La
Camera, infatti, si e' imposta il rispetto di una
serie di regole in
virtu' delle quali ogni disegno di legge e' sempre preceduto
da una sorta di "
istruttoria legislativa", cioe' da un procedimento volto a
capire:
1. se una determinata
attivita' o situazione richiede effettivamente una legge o se
puo' essere regolata in
altro modo; 2. se e quali costi socio-economici il
provvedimento
produrrebbe una volta varato.
E' intervenuto poi Carlo
Malinconico, responsabile dell'Ufficio Legislativo
presso il Consiglio dei
Ministri.
La regolazione tramite
normazione - ha detto Malinconico - per quanto
indispensabile in una
societa' complessa come la nostra deve essere
considerata un punto di
arrivo piuttosto che un punto di partenza.
E' ormai chiaro,
infatti, che una legge non e' affatto neutra e che il suo
potere di regolazione
produce sempre notevoli effetti nella società.
Di qualunque tipo sia,
ad esempio, essa incide molto in periodi di crisi o
di rapidi cambiamenti
alterando la direzione e la natura stessa del cambiamento.
L'inflazione
legislativa, inoltre, lede il principio fondamentale della certezza
del diritto poichè un
numero imprecisato di leggi, spesso contrastanti fra loro,
attentano alla chiarezza
e alla trasparenza.
Altre complicazioni si
hanno anche a livello organizzativo; si tratta del
disorientamento che la
Pubblica Amministrazione e' costretta a sperimentare
ogni volta che viene
investita da una nuova legge. Tempo sprecato e lungaggini
per la necessita' di far
proprio il nuovo provvedimento e porlo in sintonia con la
legislazione esistente.
Ma il danno maggiore - ha sottolineato Maliconico - lo si ha sul
piano dell'autorita': la
norma viene letteralmente ignorata e la legge svilisce perdendo
forza e credibilità.
Comunque non manca
l'impegno sul versante dei rimedi, intanto perche' si sta
lavorando affinche' la
normazione rispetti alcuni principi: in primo luogo quello
importantissimo che
impone di tener conto degli orientamenti costituzionali ed
europei e di quanto
hanno prodotto altri organi costituzionali: Corte dei Conti,
Corte Costituzionale e
Antitrust. Segue il principio in virtu' del quale - come si
e' detto prima - ogni
legge deve essere preceduta da una analisi tecnico-normativa
in grado di tener conto
della sua necessita', del costo finanziario e dell'impatto
socio- economico.
E' stata poi la volta di
Elio Berarducci del
Nucleo per la semplificazione. A suo
giudizio il fenomeno
della proliferazione legislativa deriva in massima parte dalla
centralita' che si e'
voluta riservare al Parlamento; la conseguenza è stato l'alto
numero di leggi prodotto
a dispetto degli effettivi bisogni dei cittadini.
Sul versante dei rimedi Berarducci
non nasconde che i tecnici componenti il
Nucleo versano in
notevoli difficoltà. Intanto perchè occorre districarsi fra la
pluralità dei soggetti
in grado di emanare norme vincolanti; poi perchè è
difficilissimo
ricomporre, in un insieme coerente, la normativa vigente.
A ciò si deve
aggiungere lo sforzo per individuare gli
obiettivi - non
sempre
chiari - che le singole
leggi si propongono di raggiungere.
A rompere la girandola
di tecnicismi è stato Il prof. Raimondo
Cubeddu,
del Comitato Scientifico di Società Libera, che ha iniziato il suo
intervento ponendo una
domanda ai tecnici presenti: "Come mai - ha detto -
ad un'alta tutela
formale fa riscontro una enorme difficolta' di realizzarla a livello
sostanziale?".
Evidentemente perchè si è fortemente sottovalutato il problema
dell'informazione: le
persone hanno conoscenze limitate e perdono molto tempo
prima di acquisirle.
Trasferito sul versante della produzione legislativa, ciò
significa che la
conoscenza legislativa e' anch'essa limitata; quindi è altamente
improbabile che i
governanti abbiano la possibilità di emettere provvedimenti
effettivamente in grado
di regolare lo sterminato numero di attività umane.
Meglio, a questo punto,
affidarsi a meccanismi spontanei di regolazione.
Paolo
De Joanna,
Consigliere di Stato, ha ritenuto, invece, improponibile
l'argomento secondo il
quale una società complessa possa affidarsi a meccanismi
spontanei di
autoregolazione; e a sostegno della sua tesi ha rilevato che proprio
l'attuale legislazione
anglosassone sta rivalutando il ruolo della legge e la sua centralità.
Il Prof. Luigi
Compagna, anch'egli del Comitato scientifico di Società Libera,
ha sottolineato,
d'accordo con Berarducci,
quanto la centralità del Parlamento
abbia giocato nel
favorire l'eccessiva produzione legislativa. In più aggiunge che
in Italia si deve
registrare un vistoso deficit di Costituzionalismo: ben 14 Authority
sono nate extra
Costituzione e lavorano indisturbate emettendo provvedimenti
aventi valore di legge.
Questo punto, in
particolare, è stato ripreso dal Presidente di Società Libera,
Franco
Tatò, il quale
ha richiamato l'attenzione sul fatto, gravissimo, che la
normazione prodotta
dalle Authority, non rispetta il principio di responsabilità; tali
enti emettono
provvedimenti vincolanti, ma non sono politicamente responsabili.
Il controllo democratico
della rappresentanza viene cosi' del tutto aggirato. Eppure
dovremmo ricordare -
prosegue Tatò - che il
potere della norma fa tutt'uno con la
limitazione della
liberta'; percio' laddove ci sono molte leggi - come nel nostro
paese –
c'è, di fatto, un
vistoso deficit di liberta' che affligge sopratutto l'economia.
Anche il senatore Carlo
Scognamiglio, membro del Consiglio Direttivo di Società
Libera, ha rilevato
l'eccessiva centralità del Parlamento
ricordando che essa deriva dalla
nostra architettura
costituzionale improntata - com'è noto - al garantismo. La
soluzione sarebbe la
riscrittura del testo costituzionale; in pratica però non esistono
le condizioni politiche
per creare l'assemblea costituente
che dovrebbe operare il
cambiamento. Allo stato
attuale, unico rimedio concreto - ha osservato Scognamiglio –
sarebbe la riserva di
regolamento, cioe' una procedura in grado di sottrarre alcune
specifiche materie al
potere normativo del Parlamento.
Infine il Ministro
Maccanico e il Professor Urbani
hanno sottolineato non
soltanto l’importanza
del confronto internazionale, ma anche la necessità di
mettere a punto un vero
e proprio "intervento straordinario" tale da
contrastare il
preoccupante fenomeno della parlamentarizzazione della politica.
* IL FRAMMENTO
"Si
vede, ora che le nuove leggi sono divenute torrente anzi fiumana
impetuosa,
che
ad ogni mattina il cittadino si sveglia pensando quale sarà la
disgrazia che lo
colpirà
in conseguenza di un nuovo decreto-legge [...] La moltitudine
odierna delle
leggi
nuove, il moltiplicarsi quotidiano di migliaia di leggi, decreti,
regolamenti, ordini
ha
fatto sì che la parola legge non ha più alcun senso, che la legge
è diventata arbitrio,
che
la legge non è più norma generale applicabile in modo duraturo a
tutti, ma una
regola
arbitraria, creata volta per volta a regolare il caso singolo. La
legge non è più
ordine,
certezza di vita, ma disordine, fomento di incertezza".
da:
L. Einaudi, Memorandum, a
cura di G. Berta, Marsilio, Venezia, 1994 cit. p.59
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