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"Società Libera informazione" N. 14 - 16 gennaio 2000 

DAL 12 NOVEMBRE E' OPERATIVO IL PORTALE ITALIANO SUL LIBERALISMO: www.societalibera.org

* AGENDA

Roma - 18 Gennaio 2001 - Via dei Prefetti, 17 - ore 17,30 - Riunione del Consiglio Direttivo

Bologna - 19 Gennaio 2001 - Fondazione Carisbo - Via Farini, 15 - ore 14,30 - Riunione Comitato Scientifico


* LIBRERIA

Luciano Gallino, Globalizzazione e disuguaglianze, Laterza, Roma-Bari, 
2000 pp.130 L.24.000

Il mercato non e' un fenomeno naturale; e' un'istituzione sociale e 
pertanto puo' essere orientato al perseguimento di scopi non soltanto 
economici. Grazie all'indagine sociologica, infatti,l'Autore individua 
tutta una serie di fattori sociali e culturali in grado di determinare,
spesso in modo profondo e nascosto,le condizioni che rendono un 
semplice oggetto, "merce". Da questa investigazione emergono molti 
motivi di perplessità legati alle nuove diseguaglianze imposte dalle 
politiche di globalizzazione. 


Alain Touraine, Come liberarsi dal liberismo, il Saggiatore, Milano, 
2000 pp.157 L.22.000

L'Autore mostra l'esistenza di attivi movimenti sociali che contrastano 
sia le politiche liberiste, fortemente orientate al mercato, sia quelle 
dell'ultra sinistra, sostanzialmente impegnate a denunciare la 
mercantizzazione selvaggia.Touraine riscontra la fioritura di movimenti 
da lui definiti dei "senza",emersi con particolare forza nella Francia 
di questi anni. Si tratta dei senza-lavoro, dei senza-documenti, dei 
senza-casa. Sono questi - dice Touraine - i nuovi attori sociali,futuri 
protagonisti dell'Occidente industrializzato.


* LA RECENSIONE

L. Pellicani, I nemici della modernità, Ideazione, Roma, 2000 pp.233
L.30.000

Chi sono i nemici della società aperta? E perché sono così numerosi 
e agguerriti? 
Per capirlo occorre senz'altro leggere questa breve ma corposa raccolta 
di saggi nella quale Luciano Pellicani riflette sulla natura della 
Modernità sottolineando quanto questo fenomeno di proporzioni 
planetarie abbia inciso sul destino dell'Occidente.
Le sue forze trainanti, infatti, cioè l'individualismo, il dominio 
della Ragione e la mercantizzazione dell'economia, se da un lato hanno 
rappresentato i propulsori del progresso, dall'altro hanno potentemente 
delegittimato la dimensione dell'"eterno ieri", della tradizione; 
sicche' miscredenza, rifiuto del passato, anarchia dei valori e crisi 
del sacro hanno dilagato lasciando insorgere violente reazioni all'
avanzata della modernità.
A tali conclusioni, del resto, erano già giunti sia Popper che Ortega 
y Gasset. Popper nella introduzione alla sua celebre "La Societa' 
aperta e i suoi nemici", ad esempio, aveva chiarito quanto il processo 
di modernizzazione fosse stato responsabile di uno choc intellettuale 
e morale così intenso da generare un violento moto di rigetto che 
aveva avuto la sua espressione filosofica piu' alta nella "Repubblica" 
di Platone. Il collasso della societa' chiusa aveva finito col produrre 
un sovraccarico di tensioni poi sfociate nella reazione contro 
l'individualismo e contro la pretesa illuministica di sottoporre tutto 
al "tribunale della ragione". 
Ortega, dal canto suo, ne "La Ribellione delle masse", era giunto alla 
medesima conclusione: il passaggio dalla società aperta alla società 
chiusa, cioè dalla "vita assorta" alla "vita aperta", aveva lacerato 
cosi' profondamente il tessuto sociale delle società tradizionali da 
spingere gli uomini, abbandonati dalla fede ancestrale, ad uno sforzo 
disperato per uscire dal "mare dei dubbi". 
Fu questo l'atto di nascita della filosofia; la "scienza profana", 
grazie alla quale presero vita tutta una serie di dottrine ostili alla 
società aperta e ai suoi valori. 


Giancarlo Pagano 


* ECOFORUM

La discussione si avvia con un'intervento di Negro che invita Società 
Libera a farsi promotrice di un'estesa campagna di delegificazione 
volta da un lato, a limitare le materie regolate da leggi specifiche, 
dall'altro a sfoltire e razionalizzare le leggi esistenti. Società 
Libera - prosegue Negro - non soltanto dovrebbe incalzare il governo 
tramite convegni e studi, ma dovrebbe anche favorire un'azione a più 
largo raggio coinvolgendo associazioni di consumatori e imprenditori 
sì da sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica.
Sul tema sicurezza e libertà prosegue il dialogo a distanza tra Vatri 
e Pagano. Il nostro moderatore ribadisce il suo punto di vista: lo 
Stato, in quanto dotato di potere coercitivo, resta il principale 
artefice dell'insicurezza che poi si adopera a contrastare al solo 
fine di ingigantirsi sempre più. Si tratta di una logica perversa 
in virtù della quale ogni volta che lo Stato regala una sicurezza, 
in pratica cancella una libertà.
Nella sua risposta Pagano distingue tra Stato e politica; una cosa - 
dice - è la funzione unificatrice che lo Stato ha svolto storicamente 
permettendo l'articolazione su vasta scala della politica e della 
stessa democrazia, altra cosa è la politica imbelle e irresponsabile 
che la nostra classe dirigente impone ormai al paese da molti anni.
Si riprende poi a parlare dei circoli, onorando così i molti richiami 
di Riccardo Lodi che da tempo aveva segnalato la necessità di una 
riflessione più approfondita sul tema. 
Un primo intervento, d'ordine generale, è ancora di Pagano; egli indica 
quella che a suo parere dovrebbe essere la dimensione etica entro 
la quale dovrebbero agire i circoli: l'amicizia unita alla libertà. 
Grazie alla fusione di questi due grandi ideali sarà 
possibile dar vita ad un gruppo fornito di grande forza morale e quindi 
del necessario potere di attrazione verso l'esterno.
Vatri, dal canto suo, sottolinea quelle che ritiene siano le due 
funzioni fondamentali dei Circoli: collegare soci che si trovino 
geograficamente vicini e porsi come punto di riferimento locale 
per lo sviluppo di riflessioni e attività volte a rinvigorire la
presenza liberale sul territorio.
A tambur battente interviene Riccardo Lodi che mostra qualche
perplessità circa le considerazioni di Vatri, affermando che i Circoli 
dovrebbero rappresentare qualcosa di più consistente che un semplice 
luogo d'incontro per soci geograficamente vicini. Di qui la sua 
proposta:essi potrebbero diventare dei micro-osservatori sulla libertà 
articolati a livello locale. Ciò consentirebbe la raccolta di dati e 
informazioni estramente utili, in ossequio all'einaudiano motto: 
"conoscere per deliberare". 
Ambedue gli interventi, comunque, richiamano l'attenzione sulla 
necessità - evidentemente assai sentita - di un'ulteriore avvicinamento 
tra i soci e i membri del Comitato Scientifico.


* IL FRAMMENTO

"E'impossibile che degli uomini vivano insieme e si frequentino 
regolarmente senza acquistare coscienza del tutto che essi formano
mediante la loro unione, senza provare un certo attaccamento per 
questo tutto, senza preoccuparsi dei suoi interessi e tenerne conto 
nella loro condotta. Ma in tale attaccamento c'è qualcosa che oltrepassa 
l'individuo: la subordinazione degli interessi particolari all'interesse 
generale è la fonte stessa di ogni attività morale."

da: E. Durkheim, La divisione del lavoro sociale, Comunità, Milano, 1996 cit.p.21

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