Bologna - Fino al 5 dicembre prosegue la mostra "Il
Cammino della Libertà" - Palazzo Re Enzo - P.zza
Maggiore - ore 10.00 - 19.00
Roma - 15 dicembre Convegno "Il
Capitale umano, La certezza del diritto, La nuova economia" - Senato
della Repubblica - sala convegni Hotel Bologna - Via S.Chiara, 5 - ore 10.15
* LIBRERIA
Edward N. Luttwak - Susanna Ceperio Verratti, Il libro delle liberta',
Mondadori, Milano, 2000 pp.584 L.38.000
Si tratta di un'ampia raccolta di voci e testimonianze di filosofi e
pensatori che hanno riflettuto sulle liberta' fondamentali di una
democrazia realmente rappresentativa degli interessi e delle volonta'
dei cittadini. "La liberta' stessa - scrivono gli autori - e'il tema
centrale, perche' per molti e' ancora un fenomeno da capire e per tutti
e' difficile da conservare...".(p.9) Di qui l'itinerario intellettuale
proposto attraverso testi, documenti e dichiarazioni di diritti.
Una guida per ogni cittadino, ma sopratutto un libro utile
ai politici troppo spesso a corto di idee e di cultura (liberale).
Michelangelo Bovero, Contro il governo dei peggiori, Laterza,Roma-Bari,
2000, pp.184 L.28.000
L'Autore si propone di vibrare un duro colpo alla confusione semantica
e alle anomalie concettuali che avvelenano il nostro linguaggio
politico. Il pericolo maggiore - avverte - e' che certi errori di
grammatica commessi nel linguaggio della democrazia, inavvertiti,
determinano vistosi sbagli sul terreno della pratica. Percio' chiarirne
i sostantivi (eguaglianza, liberta', cittadinanza), gli aggettivi
(diretta, parlamentare, presidenziale) e i verbi( eleggere,
rappresentare, decidere) risulta senz'altro utile al fine di difendere
le regole della liberta' da un uso distorto e improprio.
* LA RECENSIONE
A.Fusari, L'Avventura umana, Seam, Roma, 2000 pp.760 L.45.000
La storia, come ci hanno insegnato sia Popper che Hayek, non e' un
processo dominato dalla logica del progresso, ma e' un'avventura; un
cammino cosparso di tentativi ed errori. L'uomo, infatti, privo
dell'onniscienza, non è in grado di guidare il processo storico secondo
la sua volontà e i suoi desideri.
Il che è quanto si è proposto di dimostrare Angelo Fusari in questo suo
corposissimo saggio; evidenziare cioe' la: " sequenza di difficolta',
deviazioni, impedimenti, di fortunose e fortunate coincidenze che
hanno ritardato e talvolta agevolato l'enuclearsi... della moderna
società dinamica" (p.2).
Questo però non significa che tutto l'errare umano derivi soltanto
da una libera e casuale fluttuazione; moltissimo dipende anche dalle
forme organizzative che si danno i sistemi sociali e dalle capacità
dell'uomo di incidere su di essi.
In pratica l'Autore sottolinea quanto sia complesso l'intreccio causale
fra l'imperio delle strutture e l'azione esercitata dai singoli. Si
tratta di una tensione polare che si è mostrata costante nella
storia determinando tutti i grandi mutamenti. Scrive infatti Fusari,
che:"l'attivita' creativa degli individui rompe la logica stringente
della necessita' organizzativa, sollevando cosi' l'uomo dal peso
altrimenti opprimente delle forze strutturali". (p.12)
A ben vedere, quindi, se da un lato le capacita' individuali
garantiscono e preservano il momento della scelta, dall'altro le
necessita' funzionali dei sistemi sociali lavorano per costringere
i singoli ad operare secondo logiche di autoriproduzione delle
strutture.
La storia dei popoli, dunque, si presenta come un'incessante
interazione - non priva di contrapposizioni - fra slanci innovativi
ed esigenze organizzative.
La conclusione che se ne trae non è priva di interesse; si tratta di
un colpo ben assestato all'angusto paradigma dell'individualismo
metodologico reo di proporre un'approccio che sottovaluta fortemente
la dimensione sociale dell'azione impedendo cosi' la corretta
comprensione dei processi reali.
La complessità che caratterizza le dinamiche collettive, infatti, e'
tale da rendere la teoria della scelta razionale - fondamento
dell'individualismo metodologico - palesemente inadeguata a spiegare
per intero il comportamento degli uomini viventi in societa'.
Giancarlo Pagano
* ECOFORUM
Il dibattito riprende nella nuova cornice del nostro sito.
Cominciamo col segnalare un intervento della Sig.ra Zanato Orlandini che
sottolinea vigorosamente quanto il liberalismo sia, innanzitutto,
un "modo di essere" fondato sui valori: quelli della responsabilita',
della condivisione, della tolleranza, del confronto e del dialogo.
In pratica sull'amore per la liberta'. Molto meno, quindi, sulla
conoscenza critica di filosofie, dottrine e teorie.
L'intervento sollecita piu' di una risposta. La prima, di Pagano,
ribadisce, invece, l'importanza della conoscenza di teorie e concezioni
che abbiano ad oggetto la libertà e le condizioni mediante le quali
questa stessa può realizzarsi.
Segue poi un breve intervento di Vatri assai critico nei confronti di
una visione della politica fondata sui valori che egli definisce
"mitologie vecchie, da cimitero di fine ottocento". E' sua
convinzione, infatti, che la politica - quindi anche la lotta per la
liberta' - non sia un'arena dove combattono corpo a corpo principi e
ideali, ma luogo nel quale si incontrano domanda e offerta di idee e
concezioni.
La risposta non si fa attendere; in materia di libertà - dice ancora
Pagano - è irreale proporre una visione della politica priva di valori
e aliena da principi. "Senza valori e principi scolpiti nei cuori -
scrive - non esiste nessuna liberta', ne' tolleranza, ne' rispetto.
Senza ideali non esistono progetti; non esiste nessuna classe dirigente
da formare e non esistono giovani da educare".
Segue poi un bell'intervento di Riccardo Lodi, presidente del circolo
di Parma. Lodi ribadisce che combattere i molti nemici della
liberta' richiede uno sforzo mirato; occorre investire molto nella
formazione che, a suo parere, resta l'unica strategia valida in grado
di sottrarre tanti ignari cittadini alle lusinghe e alle
strumentalizzazioni di quanti lavorano per affossare le conquiste
liberali.
Lo stesso Lodi, con riferimento all'incontro romano del 28, sottolinea,
per l'ennesima volta, la necessita' di riflettere a fondo sulla
funzione e sulle strategie atte a valorizzare il ruolo dei circoli.