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"Società Libera informazione" N. 11 - 8 novembre 2000

DAL 12 NOVEMBRE SARA' OPERATIVO IL NUOVO SITO WEB DI SOCIETA' LIBERA: www.societalibera.org


* AGENDA

BOLOGNA -
11 novembre - Inaugurazione della mostra "Il Cammino della Libertà" - Palazzo Re Enzo - P.zza Maggiore -
11 novembre ore 9,30 - Palazzo D'Accursio - Sala Farnese - Convegno "Marco Minghetti e le sue opere". Conclude Nicola Matteucci. -
11 novembre ore 16,00 - Palazzo D'Accursio - Sala Farnese - Augusto Barbera, Marco Cammelli, Franco Carinci, Filippo Cavazzuti, Carlo Monaco, Fabio Roversi Monaco presentano il libro di Giuliano Cazzola: "Il bene Amato 1992-2000: grandezze e miserie di due governi a confronto".

ROMA -
21 novembre ore 21,00 - Via dei Prefetti, 17 - Nicola Piepoli incontra il circolo di Roma sul tema "Libertà politica e sondaggi".


* LIBRERIA

AA.VV., La liberta' dei moderni tra liberalismo e democrazia, Milano, Societa' Aperta edizioni, 2000 pp.256 L.15.000 tel./ fax 02/97295339 e-mail: fagora@tin.it

Atti del Convegno di Societa' Libera 15-16-17 ottobre 1999
Per quanto ormai affermato, nelle nostre societa' il connubio tra liberalismo e democrazia resta tutt'altro che semplice e la problematicita' del loro rapporto si ripropone in maniera evidente.
Dal punto di vista filosofico, infatti, il liberalismo si fonda sull'idea di liberta', mentre la democrazia reclama il valore dell'eguaglianza. Dal punto di vista politico la distanza e' ancora maggiore: il liberalismo nasce come un'agguerrita dottrina dei limiti del potere, mentre la democrazia si pone come teoria e pratica politica fondata sul principio di maggioranza.


* LA RECENSIONE

K. Popper, L'informazione violenta, Societa' Aperta edizioni Milano, 1996 pp.70 Lire 10.000 tel./ fax 02/97295339 e-mail: fagora@tin.it
Si tratta di una breve intervista che il grande teorico della societa' aperta rilascio' alla RAI nel 1993; un colloquio nel quale Popper affronta il delicato tema dell'informazione di massa giungendo ad esporre tesi che molti hanno considerato in contraddizione con la sua teoria secondo la quale e' essenziale, nella scienza cosi' come nella politica,il confronto critico fra opinioni diverse.
Popper chiarisce, invece, che non v'e' contrasto alcuno tra la nozione di liberta' e l'introduzione di severi controlli nella programmazione televisiva, se tali restrizioni si rivelano in grado di arginare la diffusione di trasmissioni dal contenuto violento.
E giustifica questa sua posizione argomentando che ogni societa' aperta e democratica ha il dovere di tutelarsi contro chi pratica l'intolleranza e la violenza.
Tutela possibile soltanto a condizione che venga reso operante il fondamentale principio liberale secondo cui ogni potere va limitato e bilanciato da un contropotere.
La posizione di Popper, dunque, e' del tutto coerente con gli sviluppi del suo pensiero; la limitazione e la frammentazione si rivelano condizioni indispensabili per ottenere un potere equilibrato e rispettoso della liberta' individuali.
Non c'e' ragione percio' di negare l'applicazione di questo principio a quanti possiedono o gestiscono i mezzi di informazione di massa,in particolare la televisione. Questo perche' - sottolinea Popper - sopratutto nella programmazione televisiva:" si e' innestata una spirale perversa che segue gli indici di ascolto....in tal modo l'informazione tradisce il suo compito formativo, sopratutto nei confronti dell'infanzia [...] la televisione produce violenza e la porta nelle case dove altrimenti violenza non ci sarebbe" (pp. 9.10). Sicche' - conclude con parole dure - :"Tutti coloro che invocano la liberta' o l'indipendenza per dire che non si possono introdurre limitazioni in un potere cosi' pericoloso come quello della televisione, sono degli idioti...". (pp.28.29) Giancarlo Pagano


* ECOFORUM

Sabato 28 ottobre si e' svolta a Roma la 1^ Convention di Societa' Libera. E' stato un momento importante nel quale si e' lavorato a fondo per avviare il dialogo e rendere fecondo l'incontro tra le diverse componenti della nostra associazione.
Il Presidente Tato' ha aperto il dibattito evidenziando le rilevanti trasformazioni che Societa' Libera ha subito in due anni. Nata come attivita' di sostegno al lavoro del Comitato Scientifico, si e' poi sviluppata in direzioni non previste prendendo però coscienza delle sue potenzialità circa la possibilità di produrre formazione conoscenza e cultura politica, nonché di diventare un punto di riferimento del liberalismo in Italia.
Il Presidente ha richiamato l'attenzione sulla necessita' di accentuare i valori associativi al fine di alimentare il senso di appartenenza ed elevare il livello di coscienza di quanti si riconoscono nel progetto culturale di Società Libera.
Vincenzo Olita, ha sottolineato, dal canto suo, la necessita'di mettere a punto una strategia incisiva e di largo respiro di cui anche i circoli devono farsi portatori. Sicchè è proprio su questo versante che occorre lavorare al fine di rendere più salda la presenza di Società Libera sul territorio. Un impegno, tra l'altro, richiesto dai circoli stessi che hanno mostrato chiara la volontà di partecipare attivamente a partire dal livello locale. Il dibattito e' proseguito con numerosi interventi. Due sono stati i punti chiave: la formazione e le future strategie d'intervento.
Circa l'attivita' di Societa' Libera sul versante della formazione, si e' registrata una completa sintonia. Societa' Libera - si e' detto - ha i titoli per potersi proporre anche come struttura formativa. E che questa sia una scelta obbligata lo ha sottolineato con forza Carlo Iannattone, quando ha chiarito che Società Libera, proprio perchè ha le risorse, la volonta, e le energie necessarie, oggi è in grado di raccogliere la difficile sfida per contribuire a formare una classe dirigente all'altezza dei tempi. Compito, questo, esaltante ma impegnativo, che richiede un'assetto in grado di reggere nel tempo. "Se vogliamo incidere sulla cultura del paese - ha detto Angelo Maria Petroni - dobbiamo durare; diventare una Fondazione". L'orientamento e' il modello americano, tipo "Cato Istitute", che esclude rapporti troppo stretti con le parti politiche.
Meno accordo c'e' stato sul versante delle strategie d'azione; da un lato, infatti, Pier Luigi Monateri e Luigi Compagna hanno sostenuto l'esigenza primaria, per Societa' Libera, di rivolgersi alle élites del paese. E anche la formazione dovrebbe essere fortemente improntata alla ricerca; una ricerca - ha aggiunto Compagna - da svolgersi "in proprio, si' da concentrare la nostra portata restringendo il raggio d'azione ed evitando di sprecare energie". Pagano, Lodi,Tivelli, Manzo,Vatri e Fioramonti hanno invece sottolineato la necessita' che Societa' Libera adotti una strategia d'azione meno elitaria e piu' rivolta al grande pubblico,in particolare i giovani. Tivelli ha anche aggiunto che la strada della Fondazione deve essere si' percorsa, ma tenendo conto dei circoli e del loro potenziale di coinvolgimento nei confronti dell'esterno. Anche Pagano ha sottolineato l'importante ruolo che puo' essere svolto dai circoli. In piu' ha richiamato l'attenzione sull'attuale composizione del Comitato Scientifico del tutto privo di sociologi e psicologi sociali. La sua tesi e' che un rapporto piu' stretto con i cultori di queste discipline sia in grado di arricchire la capacita' di elaborazione del Comitato Scientifico rendendolo piu' disponibile al dialogo non solo con i circoli, ma anche con il grande pubblico.
Vatri ha poi sottolineato l'importanza del potentissimo strumento rappresentato da internet proponendo che la pagina web di Societa' Libera si strutturi sin d'ora come "portale"; diventi cioe' uno stabile punto di riferimento della cultura liberale italiana per gli utenti della rete. D'accordo con Vatri e'stata Stefania Fuscagni che ha proposto un corso di formazione a distanza sulla cultura politica. Lodi, Manzo e Fioramonti, infine, hanno ribadito la necessita' di puntare con decisione sulla diffusione della cultura liberale fra i giovani - vera, grande risorsa - del liberalismo.
L'incontro si è concluso con la replica del Presidente che ha esortato innanzitutto a far tesoro del confronto, poichè - ha detto: " I problemi si risolvono proponendo soluzioni e non soltando discutendone". Nel futuro Società Libera,se vorrà darsi una struttura da Fondazione, dovrà impegnarsi nell'allargare la base del suo consenso e far si che il sito web sia un vero e proprio punto di riferimento per il liberalismo italiano. C'è stata poi la conferenza stampa nella quale e' stato presentato il 1° Rapporto sul processo di liberalizzazione della societa' italiana che Societa' Libera si è impegnata a redigere annualmente.(L'intero rapporto lo si trova sul nostro sito web dall'12 novembre). La situazione fotografata dal rapporto non e' edificante; nei settori chiave il processo di liberalizzazione arranca; in alcuni, addirittura, può dirsi neanche iniziato.
COMUNICAZIONE - Su questo versante è stata rilevata una scarsa indipendenza degli operatori troppo legati ad interessi politici ed economici.
WELFARE - La spesa pubblica da noi è eccessiva e poco redditizia. Di qui l'elevata pressione fiscale che deprime la nostra economia. Il cittadino, inoltre, si vede costretto a "ricomprare" sul mercato i servizi forniti malamente dallo Stato.
DIRITTI UMANI - L'Italia non e' ancora dotata di una normativa chiara in materia di immigrazione extracomunitaria che le consenta di abbandonare le logiche dell'emergenza e che offra un rigoroso quadro di riferimento all'attivita' delle Regioni.
EFFICACIA LEGISLATIVA - Il paese e' letteralmente soffocato dalla proliferazione legislativa: 12.725 leggi in vigore (secondo i dati della Camera dei Deputati), cui vanno aggiunti 15.279 atti con valore regolamentare, 5.160 decreti del presidente della Repubblica e 17.800 leggi regionali per una totale di 50.964. Il Il confronto con gli altri paesi europei e' avvilente: la Francia e' dotata di 7.325 leggi e la Germania di 5.587. L'Italia, dunque, travolta da una fiumana di norme.
SCUOLA - Anche qui amare conclusioni: l'organizzazione del sistema scuola e' accentrata e verticistica. Il grado di liberta' e' assai scarso. La flessibilita' dei ruoli e' tanto elevata da scoraggiare il senso di appartenenza dei singoli insegnanti a tutto svantaggio della responsabilita' personale.
GIUSTIZIA - Sopratutto sul versante della giustizia la situazione dell'Italia e' davvero critica; basti un esempio per quanto riguarda i giudizi pendenti da affrontare in primo grado. Il tempo occorrente per la decisione del giudice in Germania e' di 6 mesi, in Francia e' di di 7 mesi e mezzo. In Italia occorrono 4 anni. Sicchè ci vuol poco a concludere che le capacita' di integrazione e interazione con gli altri sistemi europei sono del tutto assenti. A cio' si aggiunga una palese rigidita' normativa che allontana ancor di piu' il nostro paese dall'integrazione con gli altri partner comunitari.
SICUREZZA - Le istituzioni di controllo della criminalita' sono lontane dalle soglie minime di efficacia e di efficienza. All'arretratezza culturale che rende incapace la politica di trattare in maniera equilibrata le due dimensioni della grande e della micro-criminalita', va aggiunta quella organizzativa. Il modello adottato e' ancora quello centralizzato, palesemente inadeguato a causa della diversa incidenza dei processi di sviluppo sulle singole realta' locali.
PRINCIPI COMUNITARI - L'Italia e' un paese squilibrato nel quale si e'affievolito il principio di responsabilita' a causa dell'alterarsi della correlazione fra diritti e doveri; di qui la preoccupante tendenza all'affermazione arrogante delle proprie pretese. L'eccessiva interferenza della politica sulla magistratura e nell'amministrazione si somma all'insufficienza complessiva della macchina della giustizia.


* IL FRAMMENTO

" La ragione nasce quando l'uomo si vede obbligato a scegliere, a suo rischio e pericolo, fra le molteplici possibilita' dei modi di pensare, di fare, di essere, in modo da farne suo uno sul quale orientare momentaneamente o definitivamente la sua vita...La ragione e', per natura, titubanza, vacillamento, dubbio, di fronte a questa tastiera delle molteplici possibilita' del pensiero". da: Josè Ortega y Gasset, Una Interpretazione della storia universale, SugarCo, Milano, 1979, pp. 142-143

 

 

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