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"Società Libera informazione" N. 8 - 14 settembre 2000

* AGENDA
BOLOGNA
- mercoledì 11 ottobre - ore 11:00
Riunione Consiglio Direttivo del Comitato Scientifico
ROMA
- sabato 28 ottobre
1^ CONVENTION DI SOCIETA' LIBERA
Incontro tra Consiglio Direttivo, Comitato Scientifico, Circoli ed
Iscritti su "Bilancio e prospettive dell' Associazione".
Gli interessati riceveranno a breve le necessarie indicazioni logistiche.
- sabato 28 ottobre
Presentazione alla stampa del "1° RAPPORTO SUL PROCESSO DI
LIBERALIZZAZIONE DELLA SOCIETA' ITALIANA".
ore 11:30
Residenza di Ripetta - Via di Ripetta, 231

* LA RECENSIONE
G.Zanchini, Teledemocrazia: Sudditi o cittadini?, Societa' Aperta, Milano, 1996 pp.95 L.10.000 tel/fax 02.97295339 e.mail fgagora@tin.it
L'Autore si confronta con un problema difficile: ci sara' più o meno democrazia nel mondo della comunicazione continua e istantanea creato dalla nuova tecnologia telematica?
La domanda appare legittima dal momento che la tastiera viene sempre più vista come sede di un potere arbitrario che non ha bisogno di dialogare con le comunità e che sembra avviato a diventare il nuovo sistema per esprimere, in maniera diretta e immediata, decisioni politiche.
Sul piano delle risposte si fronteggiano due opposte posizioni: quelle degli "apocalittici" e quelle degli "integrati". I primi considerano lo sviluppo e la tumultuosa affermazione della telematica un colpo mortale per le sorti della democrazia liberale; altri, invece, ne tessono le lodi figurandosi un ritorno alla piazza ateniese, alla democrazia diretta degli antichi. Zanchini però non manca di sottolineare quanto questa attesa sia eccessiva ed ingenua; e lo fa ricorrendo agli argomenti contro la sovranità di massa esposti a suo tempo da Roberto Michels nel suo lavoro sulla Sociologia del partito politico (1911): "L'impotenza della democrazia diretta e, per converso, l'efficienza di quella indiretta, risulta innanzitutto dal fattore numerico....è mai possibile che 34 milioni di uomini (la Francia di allora) possano cavarsela nel disbrigo dei propri affari senza quegli impiegati che sono necessari al più modesto degli uomini d'affari?".
A Michels si aggiungono Montesquieu e Schumpeter, poi Dahl, Bobbio e Sartori. Tutti ribadiscono: più aumentano le distanze e il numero dei cittadini coinvolti, di altrettanto diminuisce la partecipazione. Il motivo è evidente e ce lo spiega proprio Sartori: "Non ci può essere partecipazione a distanza, tra assenti. La formula della partecipazione risulta perciò inutilizzabile quando entrano in gioco vasti territori e nazioni...". 
E' chiara, dunque, l'impossibilità della democrazia diretta e l'uso della telematica diretta a tale scopo. Detto questo però Zanchini non non si spinge oltre nel rigettare quanto di buono le nuove tecnologie mettono a disposizione della politica. Rileva, anzi, che la telematica - come del resto dimostrano molti esperimenti realizzati sopratutto in America - effettivamente consente ai cittadini di intervenire nelle decisioni a livello locale. E' proprio qui, infatti, che la telematica mostra tutta la sua validità poichè nelle comunità si ripropongono gli spazi limitati e i piccoli numeri.
Giancarlo Pagano

* LIBRERIA
G. Sartori, Pluralismo, multiculturalismo e estranei, Rizzoli, Milano, 2000 L. 27.000
L'Italia si interroga sul suo rapporto con la diversità e con l'altro.
Fino a che punto una società aperta, fondata sul pluralismo e sulla tolleranza può riconoscere il valore della diversità? E', in pratica, il paradosso della tolleranza: può una società tollerante tollerare gli intolleranti? Si, ma soltanto entro certi limiti altrimenti rischia lacerazioni che possono distruggerla. Sicchè anche la risposta di Sartori è assai chiara: il multiculturalismo non e' una estensione ed una prosecuzione del pluralismo, ma la sua negazione. Gli immigrati, infatti, non sono tutti uguali e quelli provenienti da sistemi a forte carattere teocratico pongono problemi ben diversi da coloro che invece accettano la fondamentale distinzione propria di una società veramente libera: la separazione tra politica e religione.
F. Tatò, Perché la Puglia non è la California, Baldini & Castoldi, L. 25.000.
"Sognando la California" diceva una vecchia canzone... La qualità del sistema dei trasporti, dei servizi e delle infrastrutture fa di questo Stato americano un modello su cui riflettere se non da imitare. E in Puglia?
Riusciranno incentivi fiscali mirati, attenzione alla formazione del personale, creazione di un clima favorevole all'industria a prevalere sull' antisviluppo, sulla stupidità del sistema, sulla mancanza di fantasia nel trovare soluzioni intelligenti e soprattutto sulla mancanza di fiducia nelle persone?
Tito Boeri, Uno stato sociale, Editori Laterza, Roma-Bari,2000 L.15.000
Una lucida e impietosa analisi dei difetti e delle carenze del sistema di protezione sociale in Italia, sullo sfondo delle riforme del welfare in Europa. L'equivoco che lo Stato debba pensare a tutti, anche ai più forti, l'inganno di un sistema pensionistico iniquo e la menzogna che esso si manterrà solvibile nei prossimi anni, sono denunciati senza mezzi termini. A tutto questo vanno aggiunti gli errori di una classe politico-sindacale ottusa e illiberale rea di aver lavorato senza sosta all'affermazione dello Stato illimitato e pervasivo. 
Giuliano Cazzola e Carla Colicelli. Welfare fai da te. Come quanto gli italiani pagano di tasca propria per le prestazioni sociali- Rubettino editore L. 20.000
Intrecciato al sistema di sicurezza sociale di mano pubblica (sul quale confluiscono risorse per 500 mila miliardi l’anno) è cresciuto un "Welfare fai da te", anch’esso di dimensioni consistenti e crescenti. Si tratta della spesa sociale non obbligatoria, che è regolata da norme contrattuali, che poggia su rapporti associativi o che appartiene all’iniziativa dei cittadini sui mercati assicurativi e finanziari. Le esperienze di autotutela sono ormai entrate a far parte del lessico comune, sia che si parli di fondi pensione, di polizze vita, di mutualità integrativa, di assistenza privata, di volontariato e di lavoro non profit. Così un universo ancora poco conosciuto si apre all’azione di gruppi sociali, delle comunità, dei singoli cittadini che cercano di reagire, in autonomia, alla crisi fiscale dello Stato, ormai impossibilitato ad erogare ricchi dividendi sociali a basso costo e costretto a garantire, più in generale la sostenibilità del risanamento finanziario, nel quadro degli impegni della moneta unica. Il saggio percorre con descrizioni e dati il mondo variegato della spesa sociale privata. Il suo scopo è prevalentemente divulgativo anche se gli autori non rinunciano a delineare una strategia di riforma del Welfare state, impostata su di un equilibrio efficiente ed efficace tra pubblico e privato.

* ECOFORUM
- Il Forum delle proposte continua ad essere il più nutrito dai nostri interventi.
Cominciamo perciò segnalando quello di Giancarlo Pagano che fa seguito alle considerazioni di Raimondo Cubeddu, il quale aveva in precedenza risposto ad Enzo Marzo circa la critica da questi mossa alla mostra organizzata a Roma da Società Libera.
Pagano, in particolare, contesta Corrado Ocone amico di Marzo e collaboratore di "Critica Liberale"; anch'egli impegnato a censurare l'azione di Societa' Libera in quanto espressione - a suo dire - di una politica culturale nella quale il liberalismo viene concepito esclusivamente come una dottrina a difesa della proprieta' privata.
L'intervento, abbastanza articolato, rileva però come sia stata proprio la questione della proprietà a mobilitare il meglio della riflessione liberale, avendo - tale riflessione - chiaramente compreso che proprio un'assetto fondato sul possesso privato costituisce la precondizione sociologica capace di impedire la concentrazione del potere e percio' stesso assicurare la liberta' e l'autonomia dei singoli.
Segue poi un'intervento che richiama l'attenzione su un problema assai delicato: quello dei limiti, dei vincoli necessari a conciliare la liberta' di tutti con il rispetto della liberta' di ognuno. L'autore conclude invitando a fornire una interpretazione "canonica" del liberalismo con la quale potersi confrontare.
La risposta non si fa attendere: il contributo successivo si affretta a chiarire che non esiste una interpretazione "canonica" del liberalismo, esistono soltanto diverse esperienze nazionali e alcuni temi centrali intorno ai quali il pensiero liberale è venuto costruendosi.
Dalla riflessione teorica sui contenuti del liberalismo e sul rapporto fra la liberta' di tutti e le liberta' del singolo, si passa poi ad un problema concreto che affligge la società italiana e che mette a dura prova la pratica stessa della liberta': la criminalità.
Il richiamo e' dato da un intervento che riassume il contenuto di un incontro tenuto a Roma dal Prof. Savona il 12 giugno scorso, dal titolo "Libertà e sicurezza".
Savona ha evidenziato come l'inasprimento delle sanzioni, da tutti richiesto a gran voce,non risolve in alcun modo i problemi sul tappeto; fondamentale, invece, sarebbe eliminare le palesi deficienze,gli attriti e le incongruenze che esistono fra gli organismi istituzionali preposti alla lotta contro la criminalità. Savona denuncia, inoltre,l'azione dei mezzi di comunicazione, colpevoli di preferire notizie di più sicuro effetto tralasciando di informare seriamente i cittadini sulle vere cause delle distorsioni.
Va infine segnalato, ad opera del direttore, il nuovo volume di Giuliano Cazzola e Carla Collicelli sulle condizioni del nostro Welfare State e sui suoi possibili sviluppi.
Seguono ulteriori richiami e proposte per un'azione più incisiva di Società Libera, in grado di diffondere il pensiero liberale fra i giovani.
Anche nel Forum sulla democrazia si deve registrare qualche novità a seguito di un intervento che ne afferma con decisione il presupposto: una libertà limitata dal rispetto di quella altrui, cioè imbrigliata e regolata dalla legge.
Una ulteriore considerazione sottolinea però il potere liberatorio della libertà, per sua natura poco incline a venire a patti col potere normativo. E sul punto si sviluppa il dibattito, dal momento che la successiva risposta chiarisce quanto la libertà diventi condizione inesprimibile allorquando non sia realizzata all'interno di una struttura giuridica articolata in "Diritti e doveri". Il confronto prosegue con la critica dell'idea contrattualista: il diritto, storicamente, non nasce fra uomini liberi legati da un contratto.
Semmai avviene il contrario. Sicchè, in quest'ambito di richiamo alla concretezza, viene sottolineata la necessità di irrobustire il liberalismo contribuendo ad accostarlo alla disciplina sociologica dalla quale è troppo distante. Solo così - prosegue l'autore dell'intervento - il liberalismo potrà diventare una "riflessione militante" in grado di tener conto dei processi sociali in corso e farvi fronte con intelligenza e lungimiranza.
Nel Forum sulla scuola segnaliamo poi un documento di Alessandra Servidori, Presidente del Circolo di Bologna, dal titolo "Manifesto per una scuola libera in libero Stato" nel quale sono esposti i principi cardine di una scuola libera e ispirata alla parita'.
Nel Forum sul Coordinamento dei movimenti liberali, infine, si richiama l'attenzione su un'unico ma significativo intervento del nostro Direttore che chiede la definitiva chiusura del Forum rilevando la scarsissima disponibilita' delle altre organizzazioni liberali a lavorare in comune. E invita Societa' Libera a proseguire da sola.

* IL FRAMMENTO
" Per non farsi corrompere dalle lodi, bisogna continuare a lavorare...
Non c'e' altro modo".

da: Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso, a cura di A.Calaprice, Mondadori, Milano,1997, cit. p. 37

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